Caro Babbo Guarascio, grazie per averci insegnato che l’inerzia può essere più efficace della competenza

di Andrea Rosito 

Caro Babbo Guarascio… 

Mentre questo 2025 si avvia trionfalmente al termine (sì, trionfalmente, abbi fede), permettimi di esprimere una gratitudine che rasenta la commozione, perché mi hai aperto gli occhi su una nuova filosofia di vita e di gestione sportiva.
Il tuo capolavoro di quest’anno è stato così geniale da sembrare, a un occhio inesperto, una catastrofe. Siamo tornati in Serie C… per poi ritrovarci magicamente a lottare per la promozione.
Hai portato a Cosenza un DS che, in quanto a competenza calcistica, è l’equivalente della mia in fisica nucleare. Uno capace di sostituire Tutino pescando Sankho e Caló con uno che ha il nome di un’alternativa del Viagra. Sei riuscito ad abbassare le aspettative a livelli sub-atomici.

Dovevi ripartire dalla base gettata da Gemmi e Viali, la “normalità”? Ma no! Hai chiamato prima il “Joe Biden del calcio calabrese” e poi Gennarino che si è presentato con l’arroganza dei Grandi Saggi, salvo poi ammutolirsi dopo aver preso il figlio di Julio Cruz. E poi, il capolavoro assoluto: in panchina hai piazzato uno che negli ultimi tre anni aveva vinto cinque partite e adesso a Frosinone si trova beatamente PRIMO in Serie B!
La nostra storia in cadetteria parla di una salvezza post-Covid, un playout vinto con 35 punti e uno vinto con un gol all’ultimo minuto e nel mezzo il ripescaggio grazie al fallimento del Chievo… Tu hai reso la sofferenza la norma…
E adesso, il VERO miracolo: Nessuna programmazione, la maggior parte della tifoseria ti ha voltato le spalle, la stampa “vera” ti ignora. Hai giocatori che sono rimasti solo perché chi di dovere non è riuscito a venderli, eppure… siamo a ridosso delle prime della classe!

Caro Babbo Guarascio, il tuo regalo di Natale non sono i punti in classifica, ma la lezione di vita: il tuo obiettivo nella vita è spendere di meno e incassare di più. Riuscire ad ottenere il massimo (la Serie B) facendo anche a meno del minimo (la “programmazione”).
Se ci penso bene, alla fine, non è per niente sbagliato. È l’apoteosi dell’anti-management, la dimostrazione che l’inerzia può essere più efficace della competenza.
Quindi, grazie. Grazie per avermi insegnato che a volte, per vincere, basta semplicemente… non sapere cosa si sta facendo.
Con ammirazione e un pizzico di ironia che ormai si è persa in questo mondo….