CASALI DEL MANCO: CHI HA PAURA DELL’ASSOCIAZIONE VIVERE SPEZZANO PICCOLO?
C’ERA UNA VOLTA Ferragosto a Spezzano Piccolo. La festa più bella ed importante della Presila. Poi con l’avvento del defunto Don Tonino Riccio, le cose sono cambiate. Un continuo taglio ai festeggiamenti in onore della Madonna Assunta, in maniera inspiegabile, avevano fatto si che, questo momento importante per l’intera comunità, diventasse una bambinata di scarso valore.
Sette, otto anni fa circa, nasceva, con lo scopo di rilanciare questo evento, “L’ASSOCIAZIONE VIVERE SPEZZANO PICCOLO”
Un’associazione formata da persone formate e soprattutto affiatate. Alle spalle un colosso dell’imprenditoria nazionale della famiglia Rota, i cui membri si stanno alternando nella carica di Presidente (Maria Spizzirri, moglie di Umberto Rota, Concettina Rota, e oggi Umberto Rota in prima persona) e poi tante persone di carattere e buona volontà.
Mauro Castiglione, noto ingegnere e valido e preciso perito del Tribunale. Affidatario di tanti lavori pubblici.
Carlo Maria Rovito, dipendente dell’Asp, preparato come pochi, laureato in Economia e da sempre con un’invidiabile sfilza di amici nella politica cosentina. Probabilmente il leader maximo dell’associazione.
Giuseppe Rizzuti, Ispettore Capo della Polizia di Stato. Persona mansueta ed umana. Sempre pronto a sacrificarsi per gli amici.
Ernesto Palumbo, titolare di un’onoranze funebri, persona seria e affidabile. Riflessivo e propositivo.
Marco Rovito, persona dalla puntualità e precisione più uniche che rare. Un vero problem solving, mente aguzza e carattere buono.
Maria Spizzirri ragazza perbene, intelligente, e molto attenta ai problemi del prossimo.
Maurizio Palumbo, un uomo buono per ogni stagione, ogni compito. Il MecGyver della compagnia.
Pino Castiglione, ex direttore delle Poste. Preciso, stimato ed apprezzato da tutti. Sicuramente da lustro all’Associazione.
Umberto Rota, il Presidentissimo dell’associazione. Una sicurezza sia a livello economico che d’impegno. Un vulcano di idee. Si dice in giro che della famiglia Rota sia quello più buono e generoso.
Morto Don Tonino, in maniera provvisoria, la Parrocchia è stata affidata a Don Francesco Castiglione che, con piglio serio e deciso aveva allontanato i “Farisei” dalla Chiesa ed affidato armi e bagagli all’associazione, per un connubio che ha portato un enorme successo, sia a livello di festeggiamento, quanto di raccolta fondi (sfiorati le 36.000€). Quando tutto sembrava andare per il meglio, viene nominato parroco definitivo di Spezzano Piccolo Don Antonello Gatto.
Purtroppo lo stesso, del quale non si possono negare preparazione teologica e carattere, ha fatto lo sbaglio di riportare i mercanti in Chiesa e chiudersi a riccio su posizioni inconcepibili e astruse per una comunità.
Dal suo insediamento ha sempre rifiutato il confronto con questa associazione, dimenticando quale è il compito di un parroco; accogliere tutti.
Ha creando una situazione imbarazzante poiché, mentre a Casole ha permesso ad una associazione appena costituita di organizzare gli eventi in nome di Santa Marina, con tanto di palco, illuminazione, cantanti, spari e manifesti, sorte contraria a Spezzano Piccolo, dove la Festa Patronale è stata completamente abiurata dal nuovo parroco. Nessun festeggiamento, niente di niente!!
Allora la domanda sorge spontanea: CHI HA PAURA DELL’ASSOCIAZIONE VIVERE SPEZZANO PICCOLO? E PERCHE’? C’E’ SOLO DON ANTONELLO DIETRO QUESTA DECISIONE?
La situazione si riferisce ad attriti o disaccordi tra il parroco e l’associazione probabilmente, visto il continuo negarsi del primo, per l’organizzazione di eventi, in particolare legati alla festa patronale, che il buon Don Antonello ha deciso di far sparire dopo oltre un secolo.
Si è reso conto che l’associazione ha aspettative diverse riguardo alla gestione finanziaria degli eventi o alla destinazione dei fondi raccolti?
In tutti questi anni di lavoro i membri che la costituiscono hanno speso ogni centesimo raccolto per gli eventi di Ferragosto. Probabilmente il nuovo parroco, influenzato negativamente dai “Farisei” aveva altri scopi, tanto da trincerarsi dietro un silenzio vigliacco.
Don Antonello probabilmente non ha mandato giù nemmeno il conflitto su chi avrebbe avuto l’autorità decisionale o su come vengono distribuiti i compiti tra il parroco, l’associazione ed eventuali altri collaboratori. L’Associazione, forte del nome e del brand creato, ha ventilato al parroco un ruolo da comprimario e non da prima donna che tanto gli sarebbe piaciuto? Perché ha provato a costituire una sorta di nuovo Comitato? E soprattutto insieme a chi? A cosa è da ascivere il fallimento?
Anche l’organizzazione degli eventi potrebbe essere stata fonte di tensione, con possibili divergenze su date, orari, modalità di svolgimento e coinvolgimento di specifiche realtà locali. Infatti il parroco ha dovuto scontrarsi contro la perfetta organizzazione dell’associazione, ormai collaudata nel tempo che riesce a scandire tempi e modi dell’organizzazione degli eventi come nessuno in tutta la provincia.
Sembrerebbero essere emerse anche differenze di vedute su quali elementi dare maggiore risalto durante la festa, ad esempio se concentrarsi sull’aspetto religioso, culturale o ricreativo.
Queste incomprensioni, raccontate a Don Antonello da “terze persone” (le persone che hanno affondato Spezzano Piccolo) hanno portato a un deterioramento dei rapporti tra il parroco e i dirimpettai, rendendo più difficile la collaborazione in futuro.
In questo caso Don Antonello si è macchiato di un errore imperdonabile, non ha avuto il coraggio e la volontà di affrontare un discorso di persona, con i diretti interessati, bensì si è fidato delle parole di persone alquanto sgradevoli.
Si è innescato un conflitto aperto, che può danneggiare la reputazione della parrocchia e dell’associazione, creando divisioni e malumori nella comunità. A questo punto tocca al parroco a fare il primo passo, riallacciando i rapporti e la collaborazione dopo essersi negato per mesi.
In maniera più sensata i rappresentanti dell’associazione, onde evitare più complicata la pianificazione e la realizzazione degli eventi, compromettendo la loro riuscita, sono andati avanti per la loro strada senza badare più al parere del parroco, il quale ha dimenticato che Spezzano Piccolo è fatto da tante realtà, tra cui, l’Associazione Vivere Spezzano Piccolo, che probabilmente ne è la più importante, anche alla luce del suo peso politico.
La possibile e necessaria soluzione deve essere un dialogo aperto e trasparente. È fondamentale che tutte le parti coinvolte siano disposte ad ascoltare le ragioni degli altri e a cercare un terreno comune di confronto per il bene di Spezzano Piccolo.
Lorenzo Cava









