E ANCHE PER L’ANTENNA VENNE IL GIORNO DEL GIUDIZIO
Il TAR Calabria, con provvedimento del 30 giugno 2025, ha ACCOLTO il ricorso presentato da Inwit per sopravvenuta inattività dell’Amministrazione Comunale di Casali del Manco nel “…termine di sessanta giorni dall’avvio del procedimento..”, e pertanto “…la formazione del silenzio-assenso…comporta altresì il venir meno dell’ordinanza di sospensione dei lavori…”.
Va da sè, per quanto sopra, che Inwit ha il diritto di riprendere i lavori per installare l’impianto di telecomunicazione in Località Santa Croce di Trenta.
Sorge spontaneo chiedersi:
- La mancata adozione di atti è da ricondursi al Dirigente responsabile del procedimento che, fra l’altro, si è inventato ( per come evidenziato dal TAR) termini procedurali fuori da ogni logica, o è stata una scelta concordata con l’Assessore di riferimento?
- Quali azioni il Dirigente è obbligato ad operare nei confronti del rispettivo Assessore di competenza e quali azioni sono invece soggette a pura discrezionalità, senza alcun obbligo specifico?
- Quali sono gli obblighi dell’Assessore nei confronti dei Dirigenti dei settori di propria competenza?
- L’Amministrazione Comunale tutta era stata messa a conoscenza della presentazione dell’istanza?
Diteci se la mancata adozione di provvedimenti è derivata da una errata gestione del procedimento, da carenze nell’esercizio delle funzioni pubbliche, da che cosa?!?!?!?!?!?!
DATE UNA RISPOSTA ALLA CITTADINANZA!! DITE COSA NON HA FUNZIONATO!!
Non credo che riceveremo risposte in quanto non avete da dare risposte “credibili”. Ne è prova LA MANCATA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CASALI DEL MANCO NEL RICORSO PRESENTATO DA INWIT. EVIDENTEMENTE NON AVEVATE ARGOMENTAZIONI DA FARE VALERE NELL’AMBITO DEL PROCESSO! CHE VERGOGNA!!!!
Ma non solo, infatti il TAR “…condanna il Comune di Casali del Manco al pagamento delle spese del presente giudizio…che liquida in euro 2.000,00,oltre oneri e spese come per legge…”
Ma in che mondo vivete? Abbiate uno scatto di dignità e formalizzate un atto doveroso: “Mi dimetto perché dalla politica non avevo bisogno di nulla prima delle elezioni, non ne ho bisogno oggi, né tantomeno domani. Mi dimetto perché non mi interessano le poltrone, nemmeno le indennità, le lascio ad altri. Mi dimetto perché i fatti di questi ultimi mesi hanno segnato in me una profonda ferita. Le mie dimissioni, irrevocabili, sono un atto di amore e di dignità nei confronti di questo paese e dei suoi abitanti che meritano trasparenza, legalità e futuro. Mi scuso perciò con quei cittadini che non sono riuscito ad ascoltare per ragioni di tempo e sono sicuro che i miei elettori capiranno che le mie dimissioni sono l’unico strumento per rispettare il loro voto e il mandato che mi hanno conferito. La politica è mediazione, compromesso, ma non “sottomissione”. Non sarò complice di questa deriva “politica” e della decadenza culturale cui si vuol condannare la nostra cittadina. Si continui pure a giocare al “bravo stratega”, al “politico infallibile” al di sopra di tutto e tutti, a muovere pedine qua e là, uno dentro uno fuori, a urlare e inveire addosso e a negare l’evidenza”
Ma la mia è solo un’illusione, una pia illusione. Nessun amministratore scriverà una lettera del genere perché, come diceva il poeta, ”…se l’asino è uno solo si grida allo scandalo; se sono dieci non si dice più nulla; se sono venti si dubita di se stessi; se sono tanti si raglia beatamente nel coro…”
RENZO SALATINO – Casali del Manco –









