Ieri ho inviato alla PEC di Casali del Manco una lettera al Commissario. Spero serva per aprire una proficua discussione.
Al Commissario straordinario
di Casali del Manco
dott.ssa Maria Vercillo
e, p.c. alla Consulta dei Sindaci
di Casali del Manco
Egregio Commissario,
Le scrivo per manifestarle tutto il mio disappunto sia per come si è giunti all’approvazione della Sua Deliberazione n. 35 del 31/10/2017 recante ad oggetto: “Dimensionamento delle autonomie scolastiche per l’anno scolastico 2017/2018. Proposta del comune di Casali del Manco”, sia per le disposizioni in essa contenute e che riguardano la richiesta al Presidente della Provincia di istituire in Casali del Manco due Istituti Comprensivi. Le rendo merito, invece, per la richiesta di istituire un Istituto di Istruzione Superiore.
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So bene che rientra nelle Sue prerogative approvare tutto ciò che ritiene nei tempi e nei modi che valuta opportuni, senza doversi confrontare con chicchessia, ma nel caso specifico mi sarei aspettato maggiore cautela e una campagna di ascolto delle diverse proposte provenienti dal territorio e dagli addetti ai lavori. Se non altro per la grande importanza che il tema riveste. Resto convinto, infatti, che una risoluzione che riguarda la formazione dei nostri figli avrebbe meritato ben altra attenzione e ben altro approfondimento.
Ignoro i motivi della Sua riluttanza a confrontarsi con la Consulta dei Sindaci, le cui prerogative il legislatore non ha ritenuto opportuno declinare se non sommariamente. Non condivido questa Sua scelta, ma sforzandomi oltremodo l’accetto. L’accetto al punto di credere che sia ormai inutile mantenerla in piedi. Mi permetta, però, di dirLe che appare quantomeno singolare che una simile proposta di dimensionamento non sia stata previamente discussa con i Dirigenti Scolastici degli attuali Istituti Comprensivi operanti nei cinque paesi coinvolti nella fusione.
I potenziali effetti di un processo di riorganizzazione dell’assetto scolastico, infatti, potrebbero essere più facilmente colti e suggeriti da chi si occupa quotidianamente delle questioni riguardanti l’istruzione e l’organizzazione della stessa nel nostro territorio, con tutto il carico di servizi e strutture ad essa connesso. Infatti, non credo che Lei non abbia intrattenuto intense interlocuzioni con chi ha dimestichezza con la legislazione scolastica. Mi consenta, infatti, di confessarLe una cosa: siamo talmente smaliziati da intuire le motivazioni che l’hanno indotta a utilizzare questo modus operandi e, soprattutto, ad adottare questo tipo di provvedimento. Di questo argomento avrò modo di discutere però in sede politica.
Manifestate le mie perplessità riguardanti il metodo, soffermiamoci sul merito.
Innanzitutto, mi preme evidenziare che con questa decisione è stato tradito lo spirito che ha animato tutto il processo di fusione. Se obiettivi quali la razionalizzazione e la programmazione della spesa, l’efficientamento dei servizi, l’accesso a fonti di finanziamento più cospicue, l’uniformità di gestione e di decisione sono validi per il comune perché non dovrebbero esserli anche per la scuola? Al contrario, dovrebbero maggiormente valere per la scuola, proprio per il delicato compito a cui assolve.
Senza dimenticare, ma ciò a Lei può giustamente non interessare, che parte della campagna referendaria è stata giocata sulla possibilità di ottenere una riduzione dei costi (gas, luce, trasporto, ecc.), l’eliminazione degli sprechi legati alla duplicazione dei servizi e il miglioramento dell’offerta didattica.
Tralasciamo anche questo aspetto per non ingenerare ulteriore confusione e occupiamoci del cuore del problema.
Come Lei ben sa, la differenza tra un Istituto Comprensivo di grandi dimensioni e due Istituti Comprensivi che a stento manterranno l’autonomia è notevole e incide sia sull’organizzazione della scuola che sulla didattica. Detta in altri termini, incide sulla formazione dei nostri figli.
Un Istituto Comprensivo di grandi dimensioni garantirebbe dal punto di vista dell’offerta formativa e dell’organizzazione dei servizi
a. una maggiore stabilità delle cattedre perché l’orario del docente si completerebbe all’interno di un unico istituto senza subire il frazionamento per indisponibilità delle ore. Questa maggiore stabilità ridurrebbe, pertanto, il rischio di assistere ogni anno al cambio degli insegnanti e assicurare quella continuità che è condizione preliminare al dispiegarsi di più incisive strategie didattiche ed educative;
b. la possibilità di ottenere un numero maggiore di docenti di varie discipline da utilizzare come organico potenziato. Avere più docenti di varie discipline a disposizione significherebbe lavorare in maniera più incisiva sui ragazzi in difficoltà e sulla valorizzazione delle eccellenze;
c. un migliore coordinamento dei servizi ed una considerevole riduzione dei costi per effetto dell’aumento dell’efficienza;
d. la possibilità di accedere a maggiori finanziamenti da reinvestire nella programmazione di interventi didattici a beneficio degli alunni;
e. un’omogenea e pertanto più efficace opera di orientamento che avrebbe sicuramente facilitato la nascita di quell’Istituto di Istruzione Superiore da Lei richiesto meritoriamente al Presidente della Provincia.
Come vede, si tratta di argomenti che necessitavano, a mio avviso, di una maggiore apertura al territorio e un coinvolgimento di chi opera nel settore ormai da anni.
Un’ultima cosa, ma certamente non per importanza. La scuola svolge da sempre un importantissimo ruolo di collante sociale tra le persone e rappresenta la prima istituzione, insieme alla famiglia, che forma il cittadino di una determinata realtà sociale. Per un territorio che si vuole unito non solo burocraticamente, ma soprattutto socialmente e spiritualmente, formare le future generazioni in un unico istituto è la premessa essenziale alla formazione dell’identità comune.
Casali del Manco, 13/11/2017
Salvatore Iazzolino