(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Così come la vita imita l’arte, lunedì sera l’informazione di Rete 4 sembrava ricalcare passioni e sentimenti di quelle soap opera che hanno dato lustro e ascolti alla storica emittente Mediaset. L’intervista di Paolo Del Debbio a Giorgia Meloni poteva benissimo avere come titolo: “La stagione del cuore”, anche se le affinità elettive tra il conduttore e la premier ci apparivano notevolmente più leggiadre rispetto alla tormentata commedia romantica turca. Che le domande apparissero più meloniane delle risposte risultava evidente dalla postura rilassata e soave della interpellata che, al termine del solluccheroso colloquio, ha voluto pubblicamente elogiare il taglio di capelli di “Paolo”. Al che, Paolo ha risposto per le rime fingendo di pavoneggiarsi per la fattura dell’abito a suo dire “preso in affitto per l’occasione”. Dunque, un forte clima da giornalismo investigativo che aveva virato sulla serie “Segreti di famiglia” nell’affrontare l’inevitabile contenzioso Sangiuliano-Boccia. Che il (la) presidente del Consiglio ha scaricato sull’incauto ministro liquidando il resto come “gossip” (che poi sarebbe la mission della rete).
Naturalmente, replica nessuna infatti non s’interrompe così un’emozione. Dopo una parentesi “Terra amara” con l’irresistibile gag dell’ex presidente indagato Giovanni Toti che ha parlato di “Liguria incarcerata dai pm”, Nicola Porro ha introdotto l’ampia pagina dedicata al tragico naufragio del panfilo Bayesian. Che nella prima parte ha dato la parola agli esperti ma, mentre costoro affrontavano con prudenza e competenza l’ipotesi prevalente legata a una serie di errori di chi era al comando, Porro accentuava le deambulazioni in giro per lo studio. Da questo incedere sempre più frenetico abbiamo compreso che la puntata stava scarrocciando verso “Ai confini della realtà”, antica e gloriosa serie Rai che in quella particolare Quarta Repubblica avrebbe fatto la sua figura. Benché la tesi cospirativa si stesse addensando minacciosa, nessuno tra i presenti mostrava di assecondare il conduttore che in evidente ansia da prestazione aveva, come dicono a Parigi, il sorcio in bocca. Perfino Roberto Giacobbo, una carriera trascorsa a immergersi nei più misteriosi misteri televisivi, sembrava attestato in modalità “signora mia la natura va rispettata”. Finché Porro ha rotto gli indugi interrogandosi sull’esistenza di “uno strumento in grado di mandare in blackout una nave”, azionato a distanza tipo raggio fotonico di Mazinga Z. Però, a quel punto, stremati e appagati dalla immaginifica serata di Rete 4, avevamo già preso sonno.