Nicola Gratteri e Vincenzo Luberto hanno animato la conferenza stampa nella questura di Cosenza organizzata per i dettagli dell’arresto a Cassano del latitante Luigi Abbruzzese, boss del clan degli zingari della Sibaritide. Era stato condannato a 20 anni nell’ambito dell’operazione Gentlemen ma non per associazione mafiosa, visto e considerato che l’accusa era caduta nel corso del procedimento giudiziario.
L’urgenza dell’operazione sta nel fatto che nel nascondiglio è stato trovato, oltre alle armi, anche un documento di identità falso con il quale, con ogni probabilità , il giovane boss si sarebbe rifugiato nuovamente in Germania dove risulta abbia trascorso gran parte della propria latitanza durata circa 3 anni. Al vaglio le posizioni di alcuni favoreggiatori. Abbruzzese è nato a Cassano allo Ionio il 16 dicembre 1989, figlio di Francesco, (detto ‘Dentuzzo’, fondatore e dirigente dell’omonimo clan, in atto detenuto, in regime detentivo speciale per condanne definitive all’ergastolo per fatti omicidiari).
“Catturare Luigi Abbruzzese era per noi una priorità , perché riteniamo che adesso abbiamo congelato l’operatività della sua cosca di ‘ndrangheta, in ascesa nel cosentino”. Lo ha detto il procuratore Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa seguita all’arresto del latitante Luigi Abbruzzese, 29 anni. “E’ una cosca che ha avuto il ‘permesso’ – ha detto Gratteri – di trattare direttamente con i cartelli colombiani per il traffico di droga. E’ stata un’indagine lunga e laboriosa, che ci ha impegnato per un anno e mezzo e questo la dice lunga su come si sia mimetizzato”.
Il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto ha aggiunto che “da tempo ho sollecitato la cattura di Abbruzzese, che ho sempre ritenuto importante, perché gli zingari hanno dimostrato di sapersi sedere a tavoli importanti, trattando con il sudamerica e l’est europeo e stavano impiantando una raffineria a Cassano, infatti abbiamo trovato circa 80 chili di sostanze stupefacenti”. “Sappiamo che era tornato da poco in Italia, dopo essere stato a lungo in Germania – ha detto Luberto – ma la nostra polizia non ha avuto molta collaborazione da quella tedesca, che è concentrata sui fatti di terrorismo”. “Con lui abbiamo arrestato i due zii della sua convivente – ha aggiunto – e abbiamo trovato denaro in contanti, per circa 4 mila euro, e due pistole”.
“Non ci siamo avvalsi di nessuna forma di apporto confidenziale, ma abbiamo fatto un’indagine del tutto tradizionale”. Cosi’ il capo della Squadra mobile di Cosenza, Fabio Catalano.