Castrolibero, caso Valentini. Sinistra Cgil: “Cari avvocati, non ci fermerete”

È evidente che ha dato molto fastidio il nostro riaccendere i riflettori su una vicenda tanto assurda e dai contorni sempre più rocamboleschi, che sembrava essere stata messa nel cassetto del dimenticatoio. E così è spuntato l’aut-aut  dei difensori della Dirigente scolastica del “Valentini-Majorana” di Castrolibero che come avvoltoi annunciano  di colpire chi volesse compromettere quel silenzio ormai ritenuto acquisito e che non potrebbe essere messo in discussione da eventuali reazioni o da dichiarazioni critiche.

La domanda che come Sinistra CGIL abbiamo posto con forza è stata se fosse opportuno da parte dell’Amministrazione scolastica consentire il ritorno a scuola della dirigente scolastica tanto contestata a distanza di qualche mese dal suo pensionamento che dovrebbe avvenire da settembre del 2022 o se invece per ragioni di opportunità sarebbe stato utile evitarlo. Secondo la nota degli avvocati, porsi questa domanda dovrebbe essere ciò che lede il buon nome della dirigente scolastica ed è per questo, fanno sapere, che si può essere perseguiti ai sensi di legge.  Agli esimi avvocati dovremmo chiedere quanti in questa vicenda siano stati veramente e fortemente lesi nella loro immagine, a partire dalla comunità scolastica e dalla società locale tutta, che hanno vissuto come una doccia fredda una vicenda che ha sconvolto le coscienze e la sensibilità di quanti hanno a cuore l’istituzione scolastica come comunità educante.

Forse qualcuno pensa che quanto accaduto sia avvenuto per mano di qualche sciacallo, qualche stregone o sciamano o addirittura attraverso qualche sortilegio. Un mese di proteste da parte degli studenti, l’interesse della stampa nazionale, gli interventi di esponenti politici e di qualche sindacato, l’affondo del Garante per l’Infanzia: non sono stati certamente loro i costruttori di eventuali congiure e gli architetti di una messa in scena operata per colpire qualcuno.

Gli avvocati hanno tutto il diritto di difendere chiunque si rivolga loro. Il mio non vuole essere naturalmente un linguaggio giuridico, che non mi appartiene, ma ritengo assolutamente doveroso difendere il mio pensiero e le mie ragioni, provando ad esprimerlo con il confronto democratico in ogni modo e manifestazione. E ritengo che quanto accaduto in quella scuola di Castrolibero non possa essere esclusivo dibattito relegato nelle stanze di un tribunale. Né censurato.

In quella scuola a febbraio abbiamo visto esprimersi un protagonismo partecipato dagli studenti e da quanti hanno dato loro solidarietà, a cominciare dalla Sinistra CGIL, che non ricercavano “visibilità mediatica” ma porre questioni ineludibili. Oggi certo non ci indurranno al silenzio le roboanti parole dei due avvocati. Siamo invece fortemente preoccupati perché queste affermazioni potrebbero provocare nei giovani sentimenti di sfiducia, di rassegnazione, di timore nel prendere posizione e reagire rispetto a quel che appare ingiusto, potrebbero persino incoraggiare al silenzio ed alla disaffezione coloro che hanno espresso vicinanza alta e convinta nei loro confronti.

E noi non ci fermeremo. Anzi con caparbietà ed impegno proseguiremo nel confrontarci e dare voce a chi, come noi, ricerca ulteriormente la verità e condivide valori umani e solidali. Gli stessi che si sono espressi nella grande e straordinaria manifestazione cittadina a sostegno delle ragioni di tante studentesse. Il diritto è cultura della ragionevolezza e non si può essere irrispettosi nei confronti di chi manifesta il dissenso. Credo che tante e tanti proveranno a resistere insieme a noi in ogni modo possibile a questa irrazionale e preoccupante deriva.

Personalmente sono e tutta la Sinistra CGIL siamo dalla parte di coloro che hanno voglia di manifestare contrarietà e disappunto rispetto a quanto accade, che non partecipano al coro della retorica istituzionale, al mainstream più ossequioso, che non si piegano al pensiero unico. Partecipazione democratica ed elaborazione ed espressione del pensiero critico non cesseranno anche su questa vicenda, poco importa se ciò inceppa l’armonia dell’ingranaggio tanto amato da chi gestisce la cosa pubblica e da chi ama restare in silenzio per qualche briciola. Dispiace anche per i due legali che hanno scritto quella brutta nota: la tradizione forense della città è ben altro!

Pino Assalone, coordinatore di Democrazia e Lavoro – Sinistra Cgil