Castrolibero, la cassaforte della preside e il “tesoretto” del Valentini-Majorana

A Castrolibero sta andando in scena la classica dimostrazione che la realtà supera abbondantemente la fantasia. Nell’immenso Polo scolastico realizzato da Orlandino e Palla Palla (per i nuovi di Iacchite’ il “padrone politico” di Castrolibero e l’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio) si stanno consumando più vicende in uno scenario inevitabilmente tramutato in circo mediatico appena 5 mesi fa, a febbraio, quando le vicende delle molestie sessuali avevano portato alla ribalta in tutta Italia il Liceo “Valentini-Majorana”. Ebbene, ormai da un paio di settimane la preside Maletta è clamorosamente tornata al suo posto!

Nei giorni convulsi dell’occupazione, che avevano preceduto la sua “ritirata” ufficialmente per malattia, la preside Maletta è stata chiusa nei suoi “appartamenti” ovvero la presidenza con annesse stanze confinanti: un’assurdità infinita, visto e considerato che potenzialmente in tutti quei giorni ha potuto fare ciò che ha voluto su atti e documenti. La leggenda urbana vuole che nella presidenza sia custodita gelosamente una “cassaforte” nella quale ci sarebbe il tesoretto del Liceo Scientifico Valentini-Majorana. 1450 studenti che contribuiscono con un fisso annuale, un Liceo Sportivo con 500 studenti ai quali tocca tutto un kit per le attività, progetti con scuole straniere. Non solo il progetto Trinity con l’Inghilterra ma anche un progetto triennale di scambio internazionale finanziato con molti denari con una serie di scuole francesi che sarebbe alla base della richiesta della preside di trattenersi in servizio (nonostante abbia maturato l’età e i requisiti per la pensione), considerato il fatto che lei sarebbe indispensabile per la riuscita dell’iniziativa. Del resto, ormai, tutti i grandi dirigenti scolastici hanno l’obiettivo malcelato di far diventare le scuole come aziende: il modello da seguire è questo.

Ma torniamo alla cassaforte. Immaginiamo con una certa tristezza la reazione preoccupata della preside nel momento in cui ha appreso dell’occupazione e con altrettanta tristezza il suo ricorso alla forza pubblica per rientrare nella scuola, constatare che nessuno aveva potuto scoprire la combinazione della cassaforte in quelle poche ore, tirare un sospiro di sollievo e portarsi tutto l’occorrente per trascorrere la notte nei suoi “appartamenti”. Sì, è vero: la realtà supera abbondantemente la fantasia.

Sempre la solita leggenda urbana racconta anche che una bella mattina al Polo Scolastico di Castrolibero quasi tutti gli studenti hanno potuto ascoltare distintamente l’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco. Vicino alla scuola c’è il terreno di un contadino, che tra le altre cose porta a pascolare anche un gregge di pecore. La circostanza attrae la curiosità di un gruppo di ragazzi che evidentemente prendono in giro il contadino e succede una, due, tre volte, alla fine diventa la causa per far esplodere qualche colpo di fucile. Qualcuno chiama i carabinieri, che intervengono, tolgono il fucile al contadino e acconsentono alla volontà della preside di non far uscire fuori niente. Tuttapposto, non è vero niente, non ha sparato nessuno.

Più o meno come quando il 4 ottobre 2021 hanno pestato a sangue Emanuele, un ragazzo di 14 anni, e la preside ha provato a dire che l’aggressione era avvenuta “fuori” dalla scuola. O come quando, qualche tempo prima, un altro ragazzo proveniente da Marano Marchesato era stato conciato come Emanuele e nessuno aveva fiatato. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quella delle molestie del professore Bastone, forse lo “scheletro” più appariscente negli armadi della preside Maletta.

Il viavai dei giornalisti aveva reso difficile l’opera di chi lavorava per far cessare l’occupazione. L’arrivo degli ispettori da Roma poi è stato un bivio: la preside ha provato a pressare i genitori degli studenti per fermare la protesta ma la risposta è stata una lettera al Ministero con la richiesta di mandare via la dirigente e di commissariare subito la scuola.

Il circo mediatico aveva colpito forte: l’intervento dei grandi media aveva assestato un duro colpo al castello d’argilla della signora Maletta, le Iene avevano dato poi il colpo di grazia: non ci poteva essere alternativa all’azzeramento della dirigenza. Ma nel più classico “stile Italia”, il regno del terrore ha fatto calmare le acque e ha rimesso la preside al suo posto. Certo, sono pochissimi quelli che denunciano la circostanza e come se non bastasse anche i legali massoni della preside hanno proceduto a “intimidire” chiunque avesse intenzione di attaccare la loro assistita. Ma la verità in ogni caso la conoscono tutti.