Castrolibero, l’Asp rigetta la richiesta di autorizzazione e dice no all’apertura del Centro Radiologico di Citrigno

Doccia fredda per il Gruppo Citrigno e per il boss della sanità privata calabrese don Pierino. L’Asp di Cosenza ha clamorosamente “bocciato” la sua richiesta di autorizzazione all’apertura dell’ennesimo nuovo Centro Radiologico nel territorio di  Castrolibero, via Mattia Preti, a due passi da “Festopoli”, altra struttura che in qualche modo fa riferimento al boss.

Si tratta, in particolare, della filiale cosentina del Centro Clinico San Vitaliano che il Gruppo Citrigno ha aperto ormai da molto tempo a Catanzaro. Un Centro che si propone di fare soldi a manetta speculando sfacciatamente su tutti quegli esami che in ospedale non si riescono a fare: specialistica ambulatoriale di Radiologia Tradizionale, Moc, Ortopantomografia, Mammografia, Ecografia, Risonanza Magnetica, Tac, Ginecologia, Urologia, Gastroenterologia, Endoscopia digestiva. Tradotto in soldoni, un’altra gallina dalle uova d’oro per don Pierino e i suoi scagnozzi. Ma per “festeggiare” l’apertura dell’ennesimo centro di malaffare, don Pierino dovrà aspettare e vi spieghiamo subito perché.

Il Gruppo Citrigno aveva presentato richiesta di autorizzazione al Dipartimento Tutela della Salute, ma poi deve avere avuto qualche problema nell’eseguire i lavori nonostante il boss abbia fatti avanti e indietro da Castrolibero per mesi cercando di accelerare il tutto. E invece qualcosa non ha funzionato, perché già qualche mese fa il Gruppo Citrigno aveva chiesto il differimento della visita ispettiva. Ma il boss era ancora speranzoso nella sua “influenza” all’interno dell’Asp. E invece niente.

La Commissione Aziendale per l’Autorizzazione Sanitaria dell’Asp di Cosenza ha redatto la relazione conclusiva e ha disposto l’archiviazione della richiesta. Niente da fare.

Il solito Citrigno, con la struttura è ancora in alto mare, voleva che quelli dell’Asp di Cosenza autorizzassero un rudere ma evidentemente la caduta in disgrazia di Madame Fifì e Capu i Liuni, notoriamente padrini politici dell’usuraio prestato alla sanità, ha avuto già i suoi primi benefici effetti.

Cosa succede adesso? Citrigno può reiterare la richiesta per i prossimi tre anni ma aveva fretta, voleva bruciare i tempi, perché – specie per gli usurai come lui – il tempo è denaro, e ha prodotto una richiesta di autorizzazione che dichiarava palesemente il falso rispetto al completamento della struttura. E come se non bastasse c’è anche un precedente ovvero quello del Centro Radiologico di Amantea, dove ha agito nella stessa maniera e ha finito per incorrere nell’inchiesta della procura di Paola. E così se da una parte ha rispettato i suoi tempi ottenendo l’autorizzazione con una struttura ancora largamente incompleta, s’è beccato una penale di 120mila cucuzze perché da indagato ha forzato la mano e alla fine l’ha dovuta mettere nel portafogli. Questa volta non pagherà ma perderà almeno un anno. E alla gente onesta questa notizia fa tanto piacere perché non sempre i faccendieri e gli imbroglioni riescono ad averla vinta.