Catanzaro. Apre l’Hotel Brugellis, il “cinque stelle” dei palazzinari di Tallini

I dati sono sempre allarmanti quando parliamo della città di Catanzaro, il regno della massomafia che l’ha trasformata in terra di conquista per pezzi di imprenditoria locale, i sacrati del cappuccio perché baciati sulla fronte dalla politica corrotta catanzarese. In particolare nel territorio sconfinato del mattone e della mazzetta, la città di Catanzaro, il principio della libera concorrenza è un eufemismo, al pari della trasparenza degli atti amministrativi, quelli che sono i segreti di Palazzo de Nobili.

Questa non è una leggenda metropolitana ma lo spaccato più volte venuto a galla della realtà del sistema Catanzaro. E’ un cancro metastatico che tutti i catanzaresi supinamente accettano, magari facendo finta di protestare sempre a bassa voce nelle strade o davanti ai bar. Resta un dato inequivocabile che a Catanzaro governa una stretta oligarchia di famiglie, meglio se fanno impresa, tanto che sono loro che governano il futuro di una comunità con la benedizione di pezzi tossici della politica locale, quelli da sempre immarcescibili. Di fatto una manifestazione diffusa di fratellanza, dove i “liberi muratori” sono tali in quanto gestiscono le opere pubbliche ed ogni attività economica…

La mala Catanzaro l’ha indicata il consigliere comunale Eugenio Riccio (rieletto), con particolare attenzione alle famiglie edili, che facendo cartello in una collaborazione stretta con la politica catanzarese, hanno monopolizzato la gran parte o forse tutti i lavori pubblici della città. Lo dice Riccio quando afferma: «Con riferimento alle ditte che con maggiore frequenza risultano essere aggiudicatarie dei lavori pubblici possono essere individuate facendo riferimento ad alcuni lavori che risultano in essere. Abbiamo i lavori di ristrutturazione dello stadio Ceravolo di Catanzaro che sono stati vinti da un’ATI la cui capofila è la ditta Guzzo Roberto; abbiamo ancora i lavori presso il parco ex Gaslini di Catanzaro Lido in mano alla Caruso Costruzioni S.p.a. riconducibile a Caruso Alessandro; poi abbiamo il sottopasso di Via Magellano sempre a Catanzaro Lido i cui lavori non sono stati ancora avviati dalla ditta Brugellis di Catanzaro». Le stesse ditte che Riccio definisce onnipresenti nella miriade dei lavori di manutenzione ordinaria, favorite da funzionari disponibili con le procedure negoziate.

Catanzaro isola felice? Sì, ma solo per la felicità delle famiglie oligarchiche e dei liberi muratori, dove i colletti bianchi hanno la copertura politica del sistema, quello che garantisce il meccanismo della massomafia a Catanzaro. Un sistema che bandisce la trasparenza, che non ama il dibattito e che ancora di più mal sopporta l’interesse della Magistratura e della stampa, quella libera…

L’analisi non da risultati diversi per le altre ditte: Brugellis Giuseppe, Caruso Costruzioni S.p.A. e Procopio Massimo. Tutte hanno incamerato lavori di qualche milione, sorvolando sugli spiccioli nelle manutenzioni ordinarie, il cui datore è sempre il Comune di Catanzaro. Ci sono i 4.121.694,00 di euro che Procopio ha acquisito per i lavori di recupero e risanamento dell’edificio dell’Educandato; €.1.983.204,00 per il parco ex Gaslini; €.1.756.577,00 lavori al Palazzo di Giustizia; €.374.162,00 per la manutenzione strade est-ovest comune di Catanzaro, più altre committenze a favore di Caruso Costruzioni S.p.A. Questi sono solo alcuni esempi, ma l’elenco è lungo ed articolato, quello che sottoscrive il fatto che per anni a Catanzaro i lavori pubblici erano un fatto “esclusivo” ristretto e racchiuso fra i liberi muratori.

La speculazione immobiliare è il nuovo interesse diffuso, uno dei tanti che si moltiplicano nel palazzo del comune di Catanzaro, che ci porta a rileggere il manuale di Basso Profilo e gli illuminanti organigrammi del sacco della città.

In questo percorso scopriremo l’impossibile, la sostituzione per impedimento giudiziario di realtà immobiliari che sono state cambiate attingendo al solito albero dai frutti maturi e velenosi. Capiremo che pezzi di città sono ormai piegati alle colate di cemento dove ritornano in pista le “ditte amiche” del sistema Catanzaro, come Giuseppe Brugellis, che ha sostituito l’intermediario il famoso mister Centomila, l’imprenditore Umberto Gigliotta, con un suo ex socio, il titolare della Corradino Real Estate.

Nuovi capitoli si annunciano sul mattone che si moltiplica nel quadrante Germaneto-Catanzaro Lido, i cui risvolti toccano da vicino la politica cittadina, quella che diventa consociativa e silente, dove la presunta opposizione fa merenda con il sistema Catanzaro, dove diventa illuminante il tentativo di approvare il PSC (piano strutturale comunale), il vecchio piano regolatore, le cui osservazioni devono tenere conto degli appetiti dei singoli e di quelli che detengono la proprietà dei terreni da convertire in edificabili. Usciranno fuori i nomi e le protezioni?

Ci sono altri elementi che entrano in cottura nel calderone degli stracci del sistema Catanzaro. Si parla, oltre che delle procedure negoziate, di incarichi conferiti senza bando e poi ritirati, di opere pubbliche date in incarico e poi ritirate, della mancata conoscenza del metodo di rotazione degli incarichi, della mancata conoscenza del metodo di rotazione delle ditte.

L’architetto Carlo Nisticò, già consigliere comunale fino al 2017 del gruppo di  Mimmo Tallini, è uno dei “colletti bianchi” fondamentali della cricca. Nisticò ha le mani in pasta anche direttamente nel settore delle costruzioni, dove il suo uomo è l’altro “pezzo grosso” dell’imprenditoria catanzarese ovvero Giuseppe Brugellis, legale rappresentante della BL Costruzioni, annoverato tra le imprese che fanno man bassa di appalti al comune di Catanzaro.

Nisticò, Brugellis e Scarfone sono elementi determinanti per la regia delle cosiddette “cartiere”, che servono alla banda per depositare i fondi neri. Gli uomini che devono far girare il malloppo sono Fabio Andreacchio ed Emanuele Lamanna. Andreacchio attraverso la sua Edilmet movimenta denari con la BL costruzioni s.r.l., p. iva 02664570799 di Giuseppe Brugellis, che è in pratica colui che mette al “sicuro” i soldi in nero dalla torta delle costruzioni.

Ci vengono in soccorso le parole di Giovanni Falcone: «Segui i soldi e troverai la mafia», quella che a Catanzaro è ben più articolata e ramificata e che risponde al nome di massomafia. Così abbiamo fatto, scoprendo che oggi, proprio oggi si inaugurerà un nuovo albergo di lusso a 5 stelle, costruito nel riparto di zona urbanistica nel cuore della pineta di Giovino nel quartiere Lido. La triangolazione delle informazioni ci riporta sempre al punto di partenza, quello delle “ditte amiche” e degli organigrammi fra cartiere e teste di legno, ma ci consegna il nome della proprietà del nuovo albergo, che è sempre il titolato libero muratore Giuseppe Brugellis, a cui è stato lasciato libero sfogo edificabile nel comparto di Giovino, che tutti a parole dicono di voler preservare come polmone verde, mentre nei fatti affilano le cazzuole per la prossima colata di cemento.

Ora o mai più, il procuratore Nicola Gratteri dovrebbe accendere i riflettori, sequestrare le carte di tutto l’iter procedurale dal cambio d’uso del terreno alla concessione edilizia, sino alla proroga  del permesso a costruire, arrivando così ad una attenta analisi dei pagamenti di tutte le forniture, senza tralasciare le procedure atte alla costruzione di questo immobile: l’Hotel  BRUGELLIS, il cinque stelle della massomafia catanzarese.