Dopo l’ennesimo polverone che ha coinvolto il calcio italiano è un po’ difficile scrivere e parlare di “pallone” autentico ma lo show va avanti e per fortuna abbiamo anche tanti bei ricordi di calcio giocato e non solo… scommesso.
Per esempio, oggi a Catanzaro gioca la Nazionale Under 20, il cui capodelegazione è Evaristo Beccalossi, che ieri tornando nella città dei Tre colli non ha potuto fare a meno di ricordare che la sua carriera è iniziata proprio qui, al vecchio Militare non ancora Ceravolo, l’8 aprile del 1973 quando don Nicola era ancora il presidentissimo e in quella stagione stava cercando di riportare i giallorossi in Serie A dopo la retrocessione dell’anno prima. Beccalossi non è sceso nei particolari ma più volte nel corso degli anni ha raccontato gli aneddoti legati a quell’esordio a Catanzaro.
In una memorabile intervista al Corriere dello Sport, Evaristo aveva raccontato i suoi magnifici 16 anni, perché tanti ne aveva quando esordì al Militare con la maglia del Brescia e già non passava mai la palla…
“… Se ce l’hai perché dovresti darla via ? E’ tutto lì il divertimento… Non mi passava neanche per la testa. Per questo tra i dodici e i quindici anni sono stato la riserva di tutti. Però nessuno mi cacciava, perché poi entravo e risolvevo la partita. Finché una volta mi vide Mauro Bicicli, l’allenatore della prima squadra insieme a Renato Gei. Era stato uno dei giocatori dell’Inter di Herrera. Durante una partita di allenamento tra gli allievi e i titolari mi scelse e mi disse che avrei esordito in prima squadra. E così fece: scelse un campo facile facile, a Catanzaro… La palla l’ho presa i primi cinque minuti, poi mai più. Fisicamente ero gracile e avevo sedici anni. Dopo il calcio d’inizio feci un tunnel al mio marcatore… E mi marcava Luigi “Gino” Maldera un tipo grande e grosso, il primo dei tre fratelli tutti calciatori. Appena lo superai in dribbling, ringhiò: “Se lo fai di nuovo, ti faccio arrivare a Soverato con un calcione…”. Io allora chiesi a un mio compagno, Egidio Salvi, che era in panchina e sapeva tutto visto che giocava da molti anni, che cosa diavolo fosse questo “soverato”. E lui mi rispose che era un comune a venti chilometri da Catanzaro… Beh, allora pensai bene, di girare alla larga da Gino Maldera… Ho avuto Egidio Salvi come compagno di camera. Mi ha insegnato tanto...”.
Gino Maldera è scomparso due anni fa ed è stato giustamente ricordato non solo a Catanzaro ma anche a Milano, visto che con la maglia rossonera del Milan aveva vinto tantissimo prima di giocare in Calabria. Se fosse stato ancora su questa terra, con la sua inconfondibile ironia, avrebbe commentato ridendo insieme ad Evaristo questo gustoso aneddoto.
Quella partita, per la cronaca, finì 2-0 per il Catanzaro, con reti di Alberto Spelta e Paolo Braca. I giallorossi però, per tre punti, non riuscirono a ritornare in Serie A. Avrebbero dovuto attendere qualche anno ancora: nel 1976 ci riuscì Gianni Di Marzio. Evaristo sarebbe poi passato all’Inter nel 1978, quando aveva appena 21 anni. E sarebbe tornato ancora diverse volte da avversario a Catanzaro.