Michele Marinaro è uno dei personaggi-chiave dell’operazione Brooklyn della Dda di Catanzaro. Marinaro all’epoca dei fatti era un ufficiale di polizia giudiziaria in servizio presso la Dia di Catanzaro e successivamente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il suo arresto è stato determinato dall’ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari, insieme all’imprenditore Eugenio Sgromo, “per avere il pubblico ufficiale commesso atti contrari ai propri doveri d’ufficio in cambio di utilità ricevute dallo Sgromo. In particolare, a fronte della redazione di una nota di polizia giudiziaria favorevole ai fratelli Sgromo, il Marinaro avrebbe ottenuto l’utilità consistente nel proprio trasferimento, per il tramite dell’interessamento dell’onorevole Ferdinando Aiello, all’epoca deputato in quota Pd “renziano”, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
E’ il pentito Francesco Michienzi che rivela alla Dda di Catanzaro come i fratelli Sgromo siano vicini alla cosca Giampà e in particolare al boss Francesco Giampà alias “‘U Professura”. In questa fase iniziale delle indagini a carico dei fratelli Sgromo, si innestano i primi contatti telefonici tra Eugenio Sgromo e Paolo Pollichieni, giornalista allora direttore del Corriere della Calabria, scomparso nel 2019.
Dai messaggi scambiati si evince chiaramente come lo Sgromo si rivolga al giornalista al fine di trovare qualche contatto interno all’Autorità giudiziaria in modo da avere notizie ed eventualmente risolvere la questione per il meglio. Il giornalista, infatti, lo rassicura affermando di aver “richiesto un intervento fra gente del posto”. (siamo al 28-2-2016).
In data 20 luglio 2016, lo Sgromo invia al Pollichieni il nome della persona con cui ha interloquito: “Buongiorno ti posso mandare nome della persona che abbiamo incontrato?” “Certo” “Marinaro Michele”..
E non c’è dubbio che il Marinaro abbia avuto contatti con Eugenio Sgromo proprio nel periodo in questione (giugno-luglio 2016), essendo state rinvenute delle conversazioni sull’apparecchio sequestrato all’imprenditore in data 24.5.2018 in virtù di un’indagine condotta dalla Procura di Roma: si evince infatti come sia addirittura il Marinaro a contattare lo Sgromo alludendo ad un incontro a Roma di cui vorrebbe avere notizie.
Da questo momento in poi, cioè da quando iniziano i contatti tra il Marinaro e lo Sgromo, si assiste ad una vera e propria inversione di marcia nell’indagine. In particolare, le successive informative sottoscritte da Marinaro mettono in evidenza il ruolo di vittima dei fratelli Sgromo rispetto agli episodi delittuosi trattati dai collaboratori di giustizia, ottenendosi in tal modo una derubricazione del delitto in favoreggiamento aggravato.
Emerge infatti come lo Sgromo fosse informato in tempo reale del contenuto degli incontri tra Autorità giudiziaria e polizia giudiziaria. Ciò emerge chiaramente dal seguente scambio in chat whatsapp con Pollichieni, dal quale può ricavarsi che l’interlocuzione avvenuta tra pm e pg attenesse al fatto che i fratelli Sgromo fossero da considerarsi amici o al contrario vittime dei clan. “Buongiorno Paolo, ieri ha fatto di tutto per farmi cadere da vittima… nonostante le carte dicevano altro gli ho detto valorizzate con una nuova relazione… quello gli ha risposto…io non posso inventarmi nulla… cmq domani hanno una riunione… è importante avvisare di come stanno le cose… perché se lui relaziona verbalmente dice ciò che vuole”.
Il 7 febbraio 2017 la Dia di Catanzaro, con una annotazione, riscontrava la delega del pm concludendo con una netta prima inversione di tendenza rispetto al pregresso. Testualmente: “… Alla luce di tutto quanto sopra esposto, questo Ufficio ritiene, allo stato e sempre salvo diverso avviso della S.V, in virtù delle dichiarazioni discordanti dei vari collaboratori di giustizia, ovvero talune non riscontrate, il venir meno dell’ipotesi di responsabilità penale ipotizzata nell’informativa di reato nr. 854 del 10.02.2016 che ha portato l’iscrizione di Eugenio e Sebastiano Sgromo per il reato di cui all’art. 416 bis C.P…”.
I fratelli Sgromo, in sostanza, se la caveranno con una condanna decisamente mite rispetto a quanto avrebbero potuto scontare se ci fosse stato un atteggiamento diverso nei loro confronti da parte del pm, che invece ha modificato la tipologia di reato.
Vale comunque segnalare come nel periodo in questione gli indagati – Sgromo e Marinaro – sono costantemente in contatto, per come emerge da alcuni messaggi scambiati tra Sgromo e Pollichieni, in cui il primo dimostra di sapere che per il giorno dopo il pm Elio Romano ha convocato Michele Marinaro: “Ti tel mik”; Vedi che rom lo ha con per domani…” (messaggi del 13.3.2017, in cui Mik è Michele Marinaro, e Rom è il pm Elio Romano).
Non v’è dubbio, pertanto, che Michele Marinaro sia l’uomo all’interno della Procura che è in grado non solo di dare notizie riservate agli Sgromo, bensì anche di agire in modo attivo per la risoluzione della vicenda.
Emerge, altresì, nel medesimo periodo, la frequentazione di Eugenio Sgromo con tale “Ferd”, da individuarsi in Ferdinando Aiello, ex parlamentare del Pd rispetto al quale si evidenziano anche gli incontri monitorati a Roma nell’ottobre e nel novembre 2016. Emergerà poi, in virtù dei messaggi captati successivamente, come Aiello si sia evidentemente interessato per risolvere una questione che interessa il Marinaro, e cioè il suo trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, da considerarsi quale principale utilità dallo stesso ottenuta in cambio degli atti compiuti in favore degli Sgromo (l’informativa favorevole).
E’ infatti evidente come l’onorevole Ferdinando Aiello sia stato interessato da Eugenio Sgromo della questione e che questa sia stata positivamente risolta in favore del Marinaro; il primo infatti, alle perplessità manifestate dall’amico circa i ritardi del suo trasferimento, gli propone di andare a Roma con Ferd per risolvere il problema, recandosi al Comando generale. Evidentemente, proprio a fine marzo, la vicenda ha un esito positivo per il Marinaro, che viene trasferito alla Presidenza dei Ministri pur se alla sede di Reggio Calabria. Sgromo dimostra di avere appreso la notizia direttamente da Ferdinando Aiello, con ciò evidenziando, ancora una volta, il collegamento tra il trasferimento e il politico.
Il Marinaro esprime infatti riconoscenza nei confronti di entrambi (“vedi quando possiamo andare a cena io, tu e Ferd che vi devo come minimo offrire una cena”). Egli però è provvisoriamente assegnato alla sede di Reggio Calabria e tenta di arrivare a Catanzaro ma con l’uscita dal panorama politico di Aiello, il Marinaro prende atto che la situazione è più complessa. Aiello infatti non è stato rieletto alle Politiche del 2018. E’ indubbia pertanto la correlazione tra il trasferimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Marinaro e l’intervento dell’onorevole Ferdinando Aiello per il tramite di Eugenio Sgromo…
A questo punto non ci sono dubbi che la corruzione in atti giudiziari viene interamente dimostrata e non c’è dubbio che l’informativa favorevole agli indagati sia stata pilotata. Marinaro insomma ha fatto apparire gli Sgromo delle vittime di estorsione da parte dei clan lametini, e non inseriti nel contesto associativo.