Il decorso post operatorio del presidente della Regione Roberto Occhiuto procede secondo le previsioni e noi da parte nostra gli rinnoviamo l’augurio di tornare presto, anzi prestissimo alla Cittadella perché persino la lotta di classe diventa niente davanti ai problemi di salute. Al Policlinico di Catanzaro, tuttavia, la tensione si taglia a fette. E’ difficile giustificare la presenza del cardiochirurgo Daniele Maselli in sala operatoria e ancora di più accettare la versione ufficiale consegnata ai bollettini.
La verità è che Maselli ha operato Occhiuto al posto di Mastroroberto, al quale viene attribuito l’intervento. Al Policlinico non era mai stato eseguito un intervento in chirurgia endoscopica per la riparazione di una valvola mitralica. Inevitabili le considerazioni. In Calabria si opera ma i professionisti vengono da fuori perché Maselli, anche se è catanzarese, attualmente lavora nel privato a Napoli e a Bari. Facile il ricordo della fatale dichiarazione di Occhiuto: “Mi farei operare da un medico cubano piuttosto che da un calabrese”. E’ andata a finire che non solo si è fatto operare da un calabrese ma da un calabrese che lavora fuori.
“Ma come ha fatto Maselli ad operarlo al Policlinico dove opera Mastroroberto? E’ come se un cittadino qualsiasi si chiama il chirurgo che vuole”. Questa è la considerazione che porta poi alla fatidica domanda. La sanità è uguale per tutti?
Il cardiochirurgo Maselli non è dipendente pubblico, non si sa se ha firmato qualcosa ma anche se fosse stato solo ospite o supervisore doveva avere un’assicurazione per i rischi connessi all’intervento. Siamo davanti all’evidenza. Siamo passati dal medico cubano alla scelta diretta di chi lo deve operare. Una sorta di boomerang, senza se e senza ma.
Il Policlinico non è il salotto di casa Maselli, almeno per ora. Già, perché l’altro quesito che aleggia nei corridoi di Germaneto riguarda la “ricompensa” per il professionista. E’ appena il caso di ricordare che Maselli ha lavorato in quella clinica Sant’Anna, che è stata lasciata naufragare colpevolmente anche dalla politica, e che ha provato anche a rilevarla all’asta ma senza successo.
Gli osservatori più attenti sostengono che adesso Maselli conta di arrivare al Policlinico dalla porta principale perché al Sant’Anna, dopo l’arrivo del professore Cassese, non ci andrebbe mai. E anche perché pare che Maselli ci avesse già provato ad entrare nell’equipe ma fu stoppato proprio dall’attuale primario Mastroroberto, che però è alle soglie della pensione. Difficilmente passerà l’ipotesi di affidare la sua successione al pupillo Filiberto Serraino ma non serve avere la palla di vetro per intuire che la reazione degli universitari al possibile avvento di Maselli non sarebbe certo tenera. Magari tra di loro litigano ma quando ne tocchi uno son dolori.