di Saverio Di Giorno
La giustizia in Calabria non deve più essere un pensiero per la politica. I fascicoli aperti devono essere richiusi e quelli da aprire non dovranno essere riaperti. Sono le due garanzie che devono dare i prossimi procuratori. È evidente, sebbene si spera di essere smentiti dalla storia. Un anno di vuoto totale mentre sui territori i ras locali cercano nuovi equilibri e nuovi rappresentati politici. E l’impressione è che il Csm e le sue lungaggini burocratiche arriveranno a decidere (volutamente o no) quando gli accordi e i nuovi assetti saranno decisi. Eccoli zona per zona con i fascicoli.
Ben quattro le procure vacanti: Catanzaro, Cosenza, Crotone e Paola.
Paola. Tutti i buchi e le questioni lasciate aperte da Bruni. Ritorna il vecchio
Il territorio dell’Alto Tirreno Cosentino è tra i più turbolenti anche perché è uno di quelli dove da sempre si muovono più interessi. E voti. Al momento la procura è retta dal sostituto Sassano. Che ha anche fatto domanda insieme tra gli altri a Fiordalisi e Luberto. Ad oggi una delusione sul territorio: decine di archiviazioni, esposti mai approfonditi e frequentazioni chiacchierate.
Una delusione soprattutto confronto a Pierpaolo Bruni, le cui indagini avevano aperto e toccato nervi scoperti del territorio e tra omissis e possibili sviluppi ci si aspettava un continuo. Tra i nomi grossi chiacchierati sicuramente c’era Magorno. Più volte è stato lambito, ma mai toccato dalle indagini (Archimede, o sulla depurazione o le invalidità tramite l’assessore Amoroso). Intanto Magorno ha trovato modo di riciclarsi con una associazione che rastrellerà qualche fondo e che per ora ha visto nelle sue passerelle sia Cascini che Vetere. Bruni era arrivato direttamente invece all’ex sindaco di Scalea Mario Russo (Re Nudo) tramite le commissioni di invalidità e ai fratelli Suriano (poi usciti dall’indagine). Se non Russo tutto il mondo che girava attorno a quegli anni e che gli deve carriere e fortune è tornato spavaldo con buona pace di memoria e credibilità e il dibattito è tornato ad avvitarsi su questioni come l’aviosuperficie (uno dei tre appalti inquisiti in Lande Desolate).
Ancora più delicato e altro grande tema da archivierà sarà “Appalti e Massoneria” che aveva inquadrato un cartello di imprese che si spartivano gli appalti sul tirreno, altri nomi importanti del comune di Belvedere, imprenditori del calibro di Marsico e professionisti con ruoli in vari comuni che si spartivano consulenze e aziende. Inutile dire che il legame tra questi territori è vivo e vegeto e le solite ditte continuano a rastrellare appalti tra la costa e l’interno anche grazie a uomini delle forze dell’ordine di collegamento. Una delle ultime opere chiacchierate è un impianto fotovoltaico vicino all’aviosuperficie (in realtà sono già presenti opere analoghe sul sito). Da una rapida ricerca la società con sede a Belvedere, tramite un’altra società è riconducibile a tale Marsico ed altri soci esperti nel settore del rinnovabile. Se Bruni aveva ragione (la vicenda è aperta) allora i problemi sono rimasti e anche non ci sono reati restano forti questioni di conflittualità su cui i sindaci dovrebbero monitorare.
Bruni, tra le altre cose, aveva acceso anche i riflettori sulla sanità (leggasi Tricarico), ma rimanevano dubbi e domande su molte figure chiave come, ad esempio, i Caldiero (nomi forti della zona, mai inquisiti) che ci ritroviamo in molte altre vicende della zona (Cariati su tutte).
Cosenza. Il non-lavoro di Spagnuolo deve continuare
Cosenza è sempre stata zona grigia ma soprattutto “franca”. Pare che a Cosenza si spacci solo… droga. Nonostante le stesse imprese e gli stessi nomi operanti a Rende hanno ruoli anche a Cosenza (si vedano parcheggi, licenze, cemento) per Cosenza non valgono le stesse attenzioni. Non valgono per il comune che può dialogare con i clan e non valgono per l’Asp. Cosenza è zona franca. dunque. Intanto mentre gli ospedali fanno letteralmente acqua continuano le nomine e le promozioni dei fedelissimi degli Occhiuto (Qui una cronistoria solo dell’ultimo anno https://www.iacchite.blog/cosenza-ma-perche-nessuno-manda-la-commissione-daccesso-allasp/ ) . Anche su Cosenza il non-operato di Spagnuolo deve continuare pari pari agevolato magari dalla città unica. Come prima il tornato torna (se n’era mai andato?) la pax interessata che regnava ai tempi degli appalti di Piazza Fera (l’altro appalto di Lande Desolate) dove parte del Pd (si legga Bruno Bossio/Adamo) e parte della destra (l’attuale, capeggiata da Occhiuto) si spartivano il controllo deve continuare. Resta l’influenza di Adamo e restano i legami che la procura ha ancora (attraverso Cozzolino) con gli Occhiuto. Qualcuno ricorderà alcune famose intercettazioni: quella nella quale veniva rimproverato a Spagnuolo di coprire Occhiuto, oppure le carte sui rapporti tra Cozzolino e i Greco o l’intercettazione ancora più vecchia (a inizio carriera) dalla quale emergevano pressioni su Cozzolino da parte del solito cerchio. È un tesoretto di legami da ricordare e far fruttare. A sancire il fatto che ogni nuova epoca ha le sue cattedrali ci sono gli ecomostri in pieno centro e la non meglio precisata compravendita attorno a palazzo Parisio, che vedrebbe anche togati interessati. A Cosenza e dintorni pare che l’unico problema fosse Manna. Una volta bruciato Manna anche per merito delle generosissime intercettazioni dei clan (i vari Porcaro e Patitucci) sparito il problema. Era la merce di scambio. Chi continuerà a garantire?
Catanzaro: l’eredità di Gratteri
Ma qui già sforiamo nella zona di competenza di Catanzaro. Lasciata vacante dalla presenza ingombrante di Gratteri (che è andato a Napoli alla sede del server unico delle intercettazioni) bisogna capire chi ci andrà. Voci di corridoio parlano di Curcio. L’atteggiamento di Gratteri sarà oggetto di discussione per gli anni a venire. Inneggiato dalle folle per il suo lavoro su Vibo e Catanzaro, estremamente doppio per i suoi rapporti con Mancini, Magorno, per la vicenda Facciolla eccetera. Ad ogni modo chiunque prenderà il suo posto si troverà fascicoli grossi sul tavolo: l’eredità di Gratteri è rappresentata sia da quel che ha fatto sia da quello che non ha fatto. E chi prenderà il suo posto dovrà capire se continuare su questo sottile filo o se procedere oltre; rimane aperta la questione sanità pubblica/privata: rimane da finire e altrove iniziare quello che riguarda le massonerie locali e i grossi media di informazioni. E proprio Cosenza potrà essere un banco di prova: a seguito del maxi-blitz si parlava di un seguito, una seconda parte che conteneva i nomi grossi della politica locale. Che fine ha fatto? E ancora il sostituto dovrà fronteggiare la situazione della magistratura calabrese che è un disastro, dei nomi chiacchierati a proposito di logge e cene con Pittelli, su pochissimi si è fatta luce (Petrini e basta) e bisognerà vedere se si aprirà un filo con Salerno o si metterà la definitiva pietra tombale.










