Catanzaro e la massomafia. Chi è Mimmo Tallini. Bufera sulla Regione Calabria

Chi sono e chi è capace di imporre regole e metodi nel feudo di Catanzaro? Chi sono i nuovi o vecchi baroni politici cui tutto è concesso ed a cui tutti facendo l’inchino, si rivolgono? Oggi la retata di Gratteri ci aiuta a dare le risposte che aspettavamo. 

Il capo indiscusso a Catanzaro è Domenico Tallini per gli amici Mimmo, arrestato stamattina, che per non perdere la sua poltrona di consigliere regionale di Forza Italia, prima ha incensato Mario Occhiuto, pensando che fosse il cavallo vincente e subito dopo – come tanti altri, beninteso – si è “buttato” con Jole Santelli, ed è stato addirittura nominato  presidente del Consiglio regionale! 

Nonostante sia andato a finire nella lista degli “impresentabili” della Commissione Parlamentare Antimafia e non solo in quella di Iacchite’, Tallini è stato ugualmente eletto e nominato presidente.

Il soggetto – Domenico Tallini appunto – non è per niente nuovo in Calabria, anche al di là di ordinarie vicende legate a truffe per le quali ormai è stato smascherato e sputtanato in tutto il territorio regionale. Regge da sempre le sorti della città di Catanzaro, di cui Abramo e sindaco, ed a fasi alterne sodale o concorrente dello stesso Tallini, a secondo delle convenienze e degli interessi.

E’ lui, Mimmo Tallini che dona le carte e gestisce la politica, quella delle alleanze funzionali in città, dal lontano 1994 – anno dell’elezione del sindaco Benito Gualtieri, la cui morte prematura ha consentito ad Abramo di essere sindaco della città per quattro consiliature, l’ultima è in corso d’opera, con la benedizione e sotto l’ala protettiva del ras Tallini.

Ma mai come in queste ore sta venendo fuori la portata dell’impero di Tallini e il gioco di scatole cinesi che serve per riciclare una marea di denaro pubblico che viene spostata in maniera continua. Con l’intervento determinante della ‘ndrangheta ovvero del clan Grande Aracri. E Gratteri lo sta smascherando. La sensazione adesso è che lo tsunami travolgerà quello che è rimasto della Regione Calabria (a Spirlì sarà venuto un “coccolone”…) e aprirà le porte ad un definitivo cambiamento del sistema di potere che ha ammorbato e ammorba ancora la Calabria da decenni.

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria finito ai domiciliari, Domenico Tallini, era stato eletto nel marzo scorso fino all’ultima seduta del Consiglio regionale della Calabria che è stato sciolto, in seguito alla prematura scomparsa della presidente Jole Santelli lo scorso 10 novembre. Tallini, nato a Catanzaro il 29 gennaio 1952, è un ex dipendente Enel. È stato anche consigliere comunale di Catanzaro passando per diverse cariche istituzionali fino alle regionali del 2020 dove è stato eletto nella circoscrizionale Calabria centro con la lista Forza Italia con oltre 8.000 preferenze.

Al vertice della massima assemblea elettiva calabrese è stato eletto a marzo scorso. È alla sua quarta legislatura. Divenne consigliere regionale per la prima volta nel 2005 tra le fila dell’Udeur con circa 5.000 preferenze; ha ricoperto, tra l’altro, la carica di Presidente della Commissione Speciale di Vigilanza ed è stato anche componente supplente della Commissione di disciplina del personale. È stato coordinatore di Forza Italia nella provincia di Catanzaro. Si è candidato alle elezioni regionali del 2000, nella lista di FI ottenendo oltre 6.500 preferenze.

Nel 2014 è stato rieletto nella circoscrizione Calabria centro con la lista Forza Italia ottenendo 11.000 preferenze. Ha ricoperto la carica di vicepresidente della IV Commissione consiliare “Assetto, Utilizzazione del territorio e Protezione dell’ambiente”, nonché di componente della Giunta delle elezioni. Nel 2010 è stato eletto nella circoscrizione Calabria centro con la lista PDL con circa 10.000 preferenze. Dal 2010 al 2014 è stato Assessore al Personale.