Catanzaro, false fatture per evadere le tasse: nuovi guai per l’imprenditore Gallo

Potrebbe finire a Roma uno stralcio dell’inchiesta Basso Profilo con cui la Dda di Catanzaro ha colpito gli intrecci di alcuni esponenti dell’imprenditoria e della politica con personaggi della ’ndrangheta catanzarese e crotonese. Davanti ai giudici capitolini potrebbe arrivare il fascicolo sul vorticoso giro di false fatture per operazioni inesistenti col preciso obiettivo di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Rischia il processo per reati tributari l’imprenditore Antonio Gallo, 42 anni, di Catanzaro, detto “il principino” rinchiuso al 41bis, ritenuto elemento centrale del castello accusatorio della Dda di Catanzaro. Assieme a lui nel fascicolo stralcio figurano anche suo padre Francesco, 68 anni, di Squillace, Andrea Rosa, 29anni, di Torino e Giulio Docimo, 63 anni, di Cosenza.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Catanzaro Antonio e Francesco Gallo in qualità di soci- amministratori dell’Antinfortunistica Gallo srl con sede a Roma avrebbero fatturato operazioni inesistenti emesse dalla ditta individuale Futur Service di Comberiati Monica, evadendo complessivamente per le annualità 2014-2015 l’Imposta sul reddito delle società (Ires) per 34.309 euro e l’Iva per 26.622,20 euro, per una cifra complessiva evasa all’erario di 60.931,20 euro.

Inoltre, l’imprenditore Antonio Gallo, socio amministratore della società My Service srl per l’annualità fiscale 2014 avrebbe evaso complessivamente 135.579,25 euro di cui 74.210,58 sull’Ires e sull’Iva 59.386,67. Rosa e Docimo, soci amministratori della My Service 23 srl, per evadere le imposte dirette sui redditi e sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture per operazioni inesistenti emesse dalla ditta individuale Futur Service di Comberiati Monica avrebbero evaso ai fini Ires 91.445,46 euro e l’Iva per 73,164,37 euro per un totale di 164.609,83 euro. Alcune di queste fatture sono già state oggetto di condanna (nel processo con rito abbreviato scaturito dall’inchiesta Basso Profilo) emesse nei confronti del pentito Tommaso Rosa, della moglie Concetta Di Noia, amministratori di fatto della Futur Service di Comberiati Monica, a cui sono stati inflitti rispettivamente 11 anni e 5 mesi di reclusione e 9 anni e 6 mesi più il pagamento di 14mila euro di multa.

Nei mesi scorsi gli investigatori hanno completato il lavoro sul giro di fatture false e il sostituto procuratore Francesco Bordonali ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro indagati. In apertura della prima udienza preliminare, gli avvocati difensori hanno sollevato il difetto di competenza territoriale, sostenendo che il reato si sarebbe consumato a Roma ed è quindi nella Capitale che va celebrato il procedimento giudiziario. Sulla richiesta di trasferire gli atti al Tribunale di Roma il gup si è riservato la decisione e ha rinviato l’udienza al prossimo 26 maggio. Fonte: Gazzetta del Sud