Catanzaro. Fondazione Betania, la polvere sotto il tappeto: i potenti fanno volare mazzette e a pagare sono sempre i lavoratori

Buongiorno direttore,

vorrei cominciare a togliermi qualche sassolino come si dice dalla scarpa perché, dopo la messa in liquidazione della Fondarione Betania (la quale è stata fondata da alcune missionarie, verginelle, che secondo me si stanno rivoltando nella tomba per come si sta evolvendo la cosa), qualcosa va messa in evidenza. Specie dopo i clamorosi eventi di oggi.

FONDAZIONE BETANIA, ARRESTATO IL CURATORE FALLIMENTARE (https://www.iacchite.blog/catanzaro-arrestato-per-concussione-lavvocato-curatore-fallimentare-della-fondazione-betania/)

Ritornando ai fatti la Ristorart ha fatto mettere in liquidazione una fondazione con oltre 70 milioni di euro di beni per una modica cifra, direi quasi irrisoria di circa 200.000 euro ma quello che è strano ancora di più è che lo stesso proprietario della Ristorart grida alla malagestione… Per usufruire di un vostro eufemismo dire: u voi chiama cornutu u ciucciu…

Per questa situazione stanno scendendo in campo Comune, Regione e tutti i paladini della giustizia che manca ma fino a ieri dove vivevano… sulla luna? Io credo che sia tutta una strategia per nascondere come al solito la polvere sotto il tappeto perché la nuova gestione ovvero Karol Betania di Palermo se ha affittato un ramo d’azienda con il proposito di risanarla dai debiti… come mai la Ristorart è riuscita a spuntarla?

Senza dimenticare che codesta azienda l’ha presa in appalto non si capisce con quale giro di società e cooperative, dove poi è stato inglobato il vero personale della cucina di Fondazione Betania fatto fuori… o per meglio dire buttato in mezzo alla strada in poco tempo dal passaggio aziendale e dopo che tutto il personale originale della stessa aveva non meno di 25 anni di onorato servizio presso la struttura centrale, della quale anche lo scrivente faceva parte con ben 28 anni di servizio…

A tutt’oggi non sono riuscito a venire a capo della situazione pur avendo vinto le cause di primo e secondo grado con sentenza di risarcimento e reintegra presso la cooperativa che aveva l’appalto e che però ci aveva “posteggiato” alla Ristorart con sede a Germaneto per farci come si suol dire i chiodi… ovvero per farci dimettere o licenziare.

Quindi oggi fa troppo male vedere quello scomunicato di Biagio Amato – che tale è – in un articolo pubblicato su una testata locale, occuparsi della vicenda sull’acqua in viale Isonzo (quartiere degli zingari) anche se qualche rom lo ha messo a lavorare in Fondazione… Chissà perche… ma cognomi non da poco, tra tutti quei Bevilacqua, forse parenti della cosca cosentina… ma questo è un altro discorso.

Per concludere, secondo me. il famigerato prete dovrebbe cominciare a vuotare il sacco su tutti gli intrallazzi che ha fatto con i vari politici e i vertici di alcune istituzioni… e soprattutto dovrebbe aprire un confronto con chi lo accusa di malagestione poiché gli ultimi 30 anni, togliendo quelli del Covid, è stato lui a guidare l’impero e con il titolare della Ristorart è stato sempre lui a stipulare la nostra morte sociale… d’accordo ovviamente con i sindacati, quelli di Piazza Roma (Cz).

Ricapitolando: invece di scrivere articoli che non servono a niente, il prete farebbe meglio a chiarire la sua posizione in merito a quanto accaduto… io spero di no ma quasi sicuramente finirà a tarallucci e vino cioè gli unici a pagare saranno stati i dipendenti della cucina. Mentre le mazzette volavano e volano ed i soldi sparivano probabilmente anche in Canada e Argentina dove il boss della Chiesa andava spesso nei momenti d’oro della Fondazione…

Io – e chiudo – sarei propenso per un intervento congiunto della Procura insieme alle Fiamme Gialle nucleo economico e finanziario…. ma si sa e lo dice anche lei caro direttore la Chiesa ha tentacoli ovunque. E anche quando le Fiamme Gialle si muovono – come dice sempre anche lei – nulla è come appare…

Lettera firmata