Catanzaro, i diportisti scendono in campo: «Il porto torni ad essere fruibile»

«Metteteci nelle condizioni di utilizzare i pontili in questa stagione estiva, poi si potrà discutere di tutto il resto». Il messaggio che diportisti e operatori hanno lanciato ieri dal porto all’amministrazione comunale è chiaro. Il maltempo non ha placato la loro protesta andata in scena nel pomeriggio – oggi si dovrebbe ripetere, sempre alle 17.30 – davanti ai pontili della Carmar srl. Proprio l’area ormeggi finita al centro della contesa giudiziaria, in corso al Tar, scaturita dal “no” del settore Patrimonio del Comune all’istanza di rinnovo della concessione avanzata dalla società crotonese; la posizione del Patrimonio è stata legata ad alcune presunte difformità rilevate dalla Guardia costiera a Carmar (che le ha contestate), finite in un’indagine. La sospensiva chiesta della società è stata rigettata dal Tar, ora si attende un eventuale appello all’ordinanza. Ma il groviglio ha portato al sostanziale stallo della piena fruibilità del porto, mettendo in serio dubbio la prospettiva di un suo funzionamento nel corso dell’imminente stagione estiva.

A chiamare a raccolta diportisti e operatori è stata l’associazione “Amici del Porto di Catanzaro”. Il presidente Tonino Russo ha fatto il punto della situazione: “Vogliamo lavorare, vogliamo fare la stagione e al momento i pontili della Carmar sono gli unici che possono darci questa continuità per affrontare l’estate” ha spiegato. Quello che i manifestanti hanno chiesto è che a Palazzo De Nobili sia individuata una soluzione temporanea, cosicché i proprietari delle imbarcazioni ormeggiate – sono circa 170 – non siano costretti a sgomberare e trovare nuovi porti nei quali sistemare i loro natanti (pur avendo già pagato l’ormeggio a Catanzaro). Un disagio dei singoli che si tradurrebbe pure in un disservizio pesantissimo per il porto e per l’indotto che vi ruota intorno: si pensi, per esempio, ai charter che organizzano uscite turistiche lungo il litorale ma anche alle attività legate a nautica, pesca e ristorazione.

Russo ha considerato le varie opzioni in campo, sulle quali il Comune sta lavorando, come il terzo specchio d’acqua a Catanzaro Servizi (è in corso la conferenza dei servizi), l’alaggio e varo (su cui è in itinere una integrazione documentale) e l’autoconcessione di due specchi d’acqua che il Comune sta portando avanti: “Ben vengano ulteriori soluzioni – ha affermato – ma intanto pensiamo a quella più rapida per l’estate, perché ci sono tanti impegni da parte degli operatori: il turismo deve poter approdare al porto. Poi, se dovesse essere necessario spostarci su altri specchi d’acqua a stagione finita, lo faremo. Ma in un momento così critico fateci utilizzare il porto, fateci lavorare. L’amministrazione dia una risposta positiva e concreta. Le discussioni rinviamole all’autunno”.

Tra manifestanti il malumore è tanto. E il Comune ricorre spesso negli “strali” lanciati nel corso delle discussioni dei vari gruppetti assiepati tra le pozzanghere e le sterpaglie di un porto che, nella parte a terra, appare nel degrado più totale.

Oggi i manifestanti torneranno a riunirsi e a lanciare nuovi messaggi confidando in una risposta. Al momento da Palazzo De Nobili non sono arrivate reazioni. Anche se la posizione trapelata è quella di un’amministrazione che sta cercando di accelerare sul terzo specchio d’acqua alla società partecipata Catanzaro Servizi: la raccolta dei pareri necessari alla concessione scadrà il 22 giugno, poi ci vorranno altre settimane per completare la parte documentale e l’installazione dei pontili (“in corso di acquisizione” fanno sapere fonti municipali). Sul fronte alaggio e varo si è invece registrato un rallentamento, considerato che l’ente ha chiesto all’aggiudicatario alcuni documenti integrativi che, ancora alcuni giorni fa, non erano stati consegnati al Comune.

Ma a Palazzo De Nobili c’è anche amarezza rispetto a un piano che lo scorso anno aveva indicato una strategia ampia sul porto fatta di tanti elementi: gli specchi in concessione a Carmar, quello di Catanzaro Servizi, due aree di alaggio e varo (ce n’è solo una= e l’autoconcessione. Un piano che, al momento, rischia di non trovare concretezza lasciando “a terra” circa 170 persone. Fonte: Gazzetta del Sud