La metropolitana di Catanzaro sarà realizzata grazie ai fondi che erano destinati alla metro di Cosenza. Ma i 64 milioni dirottati verso il capoluogo calabrese potrebbero non bastare per completare un’opera che ha visto continuare a crescere i costi per la sua realizzazione.
Nei giorni scorsi la Commissione Bilancio del Consiglio regionale ha approvato la variazione al Piano finanziario della Sezione speciale 2 del Piano Sviluppo e Coesione della Regione Calabria, unitamente alla presa d’atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza del PSC e della Cabina di regia. Nel verbale della seduta si spiega che la modifica è necessaria per orientare le «rinvenienze» della mancata realizzazione del “Sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e Università della Calabria” a parziale copertura dell’intervento “Sistema metropolitano Catanzaro città – Germaneto”. Tra gli atti richiamati nel verbale della Commissione c’è anche una comunicazione del Dipartimento Regionale Infrastrutture e Lavori Pubblici. In quel documento si spiega che i 64 milioni 400 mila euro servono a salvaguardia dell’importo già finanziato con i fondi Por 2014-20 non più disponibili per effetto della mancata conclusione dell’intervento nei termini di eleggibilità della spesa, fissata al 31-12-2023″.
Nella stessa comunicazione si precisa che servono altri 40 milioni 600 mila euro a copertura di perizia di variante in corso di perfezionamento derivante da “caro materiali” di sopravvenute disposizioni normative e da cause improvvise e imprevedibili, che hanno introdotto nuove lavorazioni e che hanno portato il CCT a definire quale nuova data di ultimazione quella di giugno 2025″.
In effetti nello stesso documento si certifica che il costo totale dell’opera sarebbe passato da 155 milioni di euro a 210 milioni di euro… Allo stato, dal 2017, anno in cui hanno avuto inizio i lavori, a oggi, sono stati rendicontati pagamenti per un totale di poco meno di 100 milioni di euro.
I ritardi nel completamento dell’opera e l’aumento dei costi sono stati al centro di un’istruttoria dell’Anac – Autorità Nazionale Anti Corruzione. “L’istruttoria – ha scritto l’Anac – ha permesso di evidenziare varie criticità nella gestione complessiva dell’appalto. In primo luogo, un rilevante incremento del costo dell’opera e dei tempi di realizzazione, oltrechè una certa genericità del contratto d’appalto relativamente alle penali per ritardi nonché una sua sostanziale disapplicazione”.
Tra le criticità rilevate, oltre alle interferenze sotterranee, anche la bonifica dei siti da ordigni bellici, gli importanti ritrovamenti archeologici, risalenti ad epoca medievale, le sopravvenute modifiche normative che hanno apportato varie correzioni dal punto di vista tecnico-esecutivo, il manifestarsi di fenomeni franosi in prossimità di un’area interessata da una galleria artificiale… Fonte: Gazzetta del Sud