Catanzaro, il Sant’Anna Hospital tra massoneria e servizi deviati: i 17 milioni spariti e l’assemblea dei soci di oggi

«A Sally Frontera piace contare le gocce di cioccolato sul suo pangocciolo prima di mangiarlo!». La sua “merenda” è preparata solo con ingredienti calabresi, naturali e “tossici”, dove la farina è quella dello zero moltiplicato, come i fori delle lupare che sparano a pallettoni; il latte viene rigorosamente prodotto dagli allevamenti di frodo delle “vacche sacre”; la lavorazione segue il protocollo tribale, vecchio arnese ed eredità consacrata del salto generazionale che ha trasformato la ‘ndrangheta dei pastori in quella ormai finanziaria ed imprenditoriale dal respiro internazionale. Vi presentiamo la cartolina della famiglia di Sally Frontera e della ‘ndrina del mulino di Limbadi. Quello bianco come la calce con la quale si fa il cemento o la lupara (che in verità sarebbe bianca ma fa lo stesso)…

Non c’è alcun dubbio che la storia che fino ad oggi abbiamo raccontato, quella della clinica Sant’Anna Hospital, sia la riscrittura aggiornata di Alice in Wonderland-Limbadi, dove si narra di truffe sanitarie come “Cuore Matto”; dove l’attraversamento dello specchio introduce nel mondo della massomafia; dove i personaggi ci sono tutti, le caricature di storie spesso non narrabili, fatte di bassa criminalità e di quotidianità nel delinquere, dove il valore presentabile del denaro si palesa dopo attenta procedura di lavaggio. Su tutti c’è sempre lei, Sally Frontera, la Regina di “Cuore Matto” di Alice nel paese di Limbadi, che insieme al Cappellaio Matto, a Bianconiglio, Dodo e alla Lepre Manzolina dalla “coscialunga” completano il recinto dei personaggi della fantasia, neanche tanto fantastica del Sant’Anna Hospital: la fiaba del ventunesimo secolo riscritta dalla massoneria dal vecchio vizio stragista, dalla ‘ndrangheta vibonese e dai colletti bianchi, la consolidata e potentissima lobby degli avvocati massomafiosi cosentini prestati alla truffa organizzata in danno della sanità calabrese.

La favola si ferma qui. Perché dobbiamo per necessità di cronaca ritornare nel terreno di guerra, dove la dottrina è quella di battaglia che impone di vestire elmetto e giubbotto con la scritta “Press” e, ritornare ad essere bersaglio di ritrovati cecchini, quelli che seminano vittime sempre innocenti, che rispondono ad una strategia unica, che contabilizza la morte, anche quella della speranza, trasformandola in cartamoneta illegale, facendo perdere le tracce del crimine, costruendo società scatola ed incroci aziendali, spesso schermati in compendi fantasmi, quelli che abbiamo scoperto rispondono allo schema delle obbedienze, della massoneria figlia della P2 e del riciclaggio.

Siamo dentro una periferica, quello che non è un gioco, il Risiko di Sally Frontera, ma una realtà mandata volutamente al macero, mentre tanto altro ancora deve succedere. E’ la scoperta del genoma dei “truffatori di stato”, che nella vicenda del Sant’Anna Hospital ha visto i momenti d’oro di “Cuore Matto” e l’accasamento degli allibratori, quelli con cappuccio e grembiule, il braccio armato di Sally Frontera, che rispondono ai nomi di Alessandro Castellini e Davide Bonetti: la migliore gioventù delle Procure d’Italia, non come fatto antropologico, ma solo e soltanto perché da loro “ricercati” per consolidate qualità criminali.

E’ sempre la storia, quella sottratta alla verità e piegata dalle volontà opache degli uomini – nel caso del Sant’Anna Hospital – dal volere della “cattolica” Sally Frontera, che lascia un segno, che si riassume per il futuro e per i posteri, quella che si declina in due semplici foto. C’è quella di oggi – ieri per chi legge – che riaccende la protesta del personale della clinica, da oltre sei mesi senza stipendio e che, ormai allo stremo per fame e bugie, sale nuovamente sui tetti, mettendo a nudo la frattura con il management, i famosi “faccendieri del CdA” quelli d’importazione massonica e la regia fuori onda di Sally Frontera. E l’altra foto. Quella che narra un’altra storia, quando nel 2021, tutti lottavano insieme, maestranze e management per la restituzione della libertà, di un titolo sanitario dovuto al Sant’Anna Hospital perché conquistato sul campo e sospeso da un sopruso, anche questa volta mafioso, operato da servitori dello Stato non solo infedeli, quanto dal discutibile intuito amministrativo e dalla coscienza sporca, come la loro fedina penale, sbiancata solo per le loro aderenze a quei “servizi” deviati, un’altra caratteristica parallela della storia italiana.

Due foto diverse, due mondi diversi, due storie antitetiche che hanno però un punto di contatto: la mafiosità. Quella di stato e quella dell’antistato, sempre guidata da due donne. Ieri era l’ex prefetta, che risultava indagata per bancarotta a Palermo, Luisa Latella, oggi è Sally Frontera, anche lei indagata per “Cuore Matto” ed anche potenziale bancarottiera per i 17 milioni spariti, quelli che ancora la Procura di Nicola Gratteri e la Corte dei Conti cercano…

Un filo le unisce, così come le unisce una caratteristica comune, essere “protette”: una, la prefetta Latella dai servizi deviati, l’altra, Sally Frontera dalla massoneria stragista. Due facce di una medaglia uguale, dove il confine è sempre troppo labile e poroso fra legale ed illegale; dove il passamontagna è dettaglio accettato dell’abbigliamento; dove la teologia del crimine risponde sempre alla regola del silenzio, quello di Stato e di ‘ndrangheta quella con targa Limbadi.

Ma, oggi – ieri per chi legge – qualcosa si è rotto. Il dubbio si è insinuato, si è rotto il soffitto di piombo della massomafia, forse perché nell’isolamento della comunicazione noi siamo andati contro il regime e, dopo mesi di bugie e traffici, il personale della clinica catanzarese è salito sui tetti, chiedendo contezza del loro futuro e di quello dei tanti pazienti, che hanno ripreso i loro viaggi della speranza. Non sono bastati i buoni uffici del direttore sanitario, il factotum della ‘ndrangheta del clan Mancuso, Cesare Pasqua. Così come non sono bastati i nuovi-vecchi lecchini, protagonisti del sacro soglio di Sally Frontera, come il caposala per esempio, che risponde perfettamente al personaggio di Bill la lucertola, sempre della fiaba di Alice nel paese di Limbadi!

Tutti chiedono: ma perché? Perché ieri si difendeva il “valore” di un accreditamento al Servizio Sanitario Nazionale su un’evidenza storica di eccellenza nella cardiochirurgia ed oggi, con il ritorno di Sally Frontera questo “titolo” di accreditamento viene buttato al vento come coriandoli. Perché?

Eppure la propaganda delle ‘ndrine di Limbadi, quella che cammina sulle gambe di Cesare Pasqua era andata alla ricerca del nuovo “luminare” capace di sostituire Daniele Maselli, dimesso dal CdA dei faccendieri, ridando respiro alla clinica catanzarese, ma soprattutto capace di riaprire le sale operatorie ormai regno del nulla e del silenzio, quello ingombrante e pesante, al pari del mafioso. Sally Frontera ed i suoi boys Castellini e Bonetti avevano validato le scelte di Cesare Pasqua che aveva accolto in terra catanzarese il nuovo “diamante” della rinata cardiochirurgia, un poco arrugginita della clinica Sant’Anna Hospital, quel dottore Massimo Longo, definito nell’ambiente clinico ed interventistico, una mezza ciavatta, a prezzo di saldo! Più che una pietra preziosa, come un diamante sembra che la scelta obbligata, per mancanza di denaro fatto salvo il Monopoli ed escludendo quello da lavare su procura di Limbadi, sia caduta su un miserabile zircone. Siamo sempre nel campo dello spaccio e degli spacciatori, di fumo, di notizie, di idiozie e peggio ancora di legalità e verità. Questa è la storia di Alice nel paese di Limbadi, dove Sally Frontera vede e provvede, continuando a forzare la mano, scandendo tempi e ritmi di ballo.

Se alcuni appuntamenti sono saltati, diciamo pure inspiegabilmente – così si usa dire per bon ton – mentre tutti sappiamo la vera motivazione, come il pellegrinaggio che i faccendieri del CdA dovevano fare nel territorio di Nicola Gratteri, altri sono ai blocchi di partenza, con tutte le domande ancora irrisolte, le cui risposte sono le premesse di nuovi reati amministrativi e pure fiscali.

Oggi è il giorno delle convergenze astrali e pure di quelle criminali. A Catanzaro nella sede del Sant’Anna Hospital si materializzerà il “nuovo” amministratore – senza quote sociali – di Sanità Futura sas, quella “testa di legno” che risponde al nome di Mario Sabatini, l’ormai famoso barbone (con tutto il rispetto per quelli che lo sono per vocazione o per bisogno) della città Eterna, che di fatto controlla il 77 per cento delle quote azionarie.

Dicevamo oggi, chi interessato, potrà conoscere i “segni particolari” di Mario Sabatini, convocato anche lui in Viale Pio X al numero 111, per l’Assemblea dei Soci di Villa S.Anna SpA, chiamati anche all’approvazione del bilancio d’esercizio 2021, con evidente ritardo e, soprattutto, nel silenzio di tutti. Quel silenzio quasi di clausura del Collegio Sindacale che in ipotesi dovrebbe rispondere alle linee di indirizzo autonome dal volere del CdA, ma che paradossalmente sembra essere stato messo sotto scopa e sotto ricatto, senza valutare le responsabilità di ordine penali, con l’esibizione di un grembiule o di qualche bossolo. Potere del compasso e della lupara…

E’ ormai una scommessa al buio, a volto coperto con il passamontagna, a conti coperti, dietro volontà nascoste, chiuse nel recinto del CdA di Mariani, Coi e la Galasso, alla quale potrebbe sfuggire qualche chilometro di cellulite per l’eccedenza, da casello a casello, della coscialunga “Serenissima”. Tutto è opaco come i connotati di Mario Sabatini, che ormai tutti aspettano a Catanzaro, per immortalarlo e confrontare i suoi connotati con gli archivi della Caritas romana. Quella sana curiosità che dovrebbe animare anche i militari della Guardia di Finanza per un fatto si cortesia e di accoglienza del “misterioso” amministratore, testa di legno di Sanità Futura, la società fantasma dove, sempre per i buoni uffici e le costruzioni societarie matriosche, di Castellini e Bonetti sono al momento allocate le azioni di Villa S. Anna SpA. Quelle di Sally Frontera a rischio sequestro e pure quelle dell’anziano professore Franco Frontera, a cui sono state sfilate dalle tasche con la stessa facilità con cui gli è stata rubata la libertà, fra un Padre Nostro ed un Ave Maria, cantato da Sally Frontera: la carceriera a tratti cattolica.

Questa è l’inedita via di uscita, il “golpe” di Sally Frontera, che oggi per mezzo dei suoi faccendieri e delle teste di legno, consegnerà le chiavi della clinica catanzarese alla ‘ndrangheta di Limbadi ed alla massoneria stragista di Bonetti e Castellini (?!?). Siamo nella mutazione della sanità calabrese, dove cambiano anche le caratteristiche “mistiche” dei prescelti del Signore. Così potrebbe finire la storia ed i miracoli a secco di Sally Frontera che, da cattolica che era, sarà ricordata come la sanguinaria. Così vanno le cose a Catanzaro, capitale della massomafia che conta.