Catanzaro. La lotta per la salvezza del Sant’Anna Hospital tra ragione e sentimento (di Stefania Valente)

LA LOTTA PER LA SALVEZZA DEL SANT’ANNA HOSPITAL TRA RAGIONE E SENTIMENTO

Nota stampa del 24.04.2021 di Stefania VALENTE, avvocato

Nel prendere a prestito il titolo del romanzo di Jane Austen per introdurre la grave situazione in cui versa oggi l’importante struttura sanitaria calabrese, ragione e sentimento fanno sentire forte il peso di una responsabilità che dovrebbe impegnare tutti noi cittadini a predisporre una corale azione di difesa della clinica e, conseguentemente, delle eccellenti professionalità che vi operano all’interno.

La ragione di cui parlo, e della quale spererei che in tanti ne venissero illuminati, è quella che, partendo dai rilevanti riconoscimenti ottenuti dalla nostra struttura sul piano squisitamente scientifico, le attribuisca anche, e soprattutto, un’importanza strategica nel porre la sanità calabrese al centro di un importante programma di sviluppo e di crescita civile e culturale dell’intera Regione. Perché è su questo piano che si gioca la vera questione e non su fatti meramente giuridici, che appartengono alla sfera giurisdizionale, e neppure su meri aspetti amministrativi che una sapiente burocrazia dovrebbe poter risolvere tempestivamente, e al meglio. Siccome la ragione è alta rispetto a una problematica così importante, la forza che può pienamente e correttamente rappresentarla può e deve essere la Politica e, per essa, soprattutto l’istituzione più importante in Calabria, cioè la Regione. E lo sforzo non deve riguardarne solo il salvataggio ma addirittura il suo potenziamento, in un’ottica più ampia di ricostruzione di un sistema più efficiente che non solo arresti la migrazione sanitaria, oltremodo costosa sotto tutti i profili, anche umani, ma che si offra come punto di riferimento per l’intero mezzogiorno e per le aree più bisognose che si affacciano sul mediterraneo. Il tutto stigmatizzando qualsiasi scontro ideologico tra sanità pubblica e privata che rischia di mortificare la pluralità degli strumenti contemplati dall’ordinamento giuridico e finalizzati alla tutela “del diritto sociale”, quello alla salute, nella consapevolezza che tale tutela si nutre di quei necessari momenti di confronto, miranti ad assicurare un’elevata qualità dei servizi.

La Politica saprà assumersi questo impegno? Avrà l’intelligenza ed il coraggio di sciogliere, impiegando idee e risorse anche economiche, tutti i nodi che avviluppano la complessa questione Sant’ Anna? Auspicarlo è un dovere, come attenderne le positive risposte una grande speranza. E qui si inserisce la mia emozione iniziale. Essa muove da quell’intreccio d’anime, di sofferenze, di generosità e di fatiche che albergano in questa struttura. Una parte di questo intreccio, rappresentativa del tutto, in particolare degli attuali invisibili (gli ammalati ed i loro familiari), l’abbiamo vista scendere in piazza e organizzare sit-in davanti alla clinica, sfidando situazioni epidemiologiche e climatiche avverse, incurante della stanchezza e risucchiata in un vortice di smarrimento e delusione ma soprattutto di paura per un futuro che, da un punto di vista professionale e familiare, si presenta fortemente incerto.

Convogliando la ragione e questa emozione all’interno di una nuova coscienza popolare che faccia sentire tutte le battaglie per il progresso civile come battaglie proprie di civiltà, in questa occasione e per tutte le altre, io credo che il vero passo verso il cambiamento della Calabria potrà essere fatto. E da questo passo che potrà iniziare un più grande ed esaltante cammino.