Catanzaro, la partita di Colao: “Al Marulla altro che Santo Stefano, è stato un “santantonio” (Aureliano)”

Se a Cosenza ancora oggi bestemmiano contro l’arbitro Antonio Aureliano di Bologna, “colpevole” di avere pesantemente danneggiato i Lupi nel derby di ieri al Marulla contro il Catanzaro (https://www.iacchite.blog/cosenza-catanzaro-1-1-i-lupi-riacciuffano-il-meritato-pareggio-in-dieci-al-106-su-rigore-arbitro-aureliano-disastroso/), anche nella città dei Tre Colli pare che non abbiano per niente gradito la direzione arbitrale. E ne abbiamo la prova nel consueto articolo post partita di uno dei padri nobili della passione giallorossa, Riccardo Colao.

di Riccardo Colao

Fonte: L’Italiano (https://www.litalianonews.it/calcio-serie-b-al-marulla-altro-che-santo-stefano-e-stato-un-santantonio/)

PRIMO TEMPO –Parte male il Cosenza di Alvini perché più che giocare a calcio decide di giocare a calci nei riguardi del Catanzaro. Falli di piede, spintoni, agganci e placcaggi in stile rugby. Il repertorio dei rossoblu non passa inosservato all’esame visivo dell’arbitro Aureliano che decide di intervenire subito, Lo fa prima con richiami verbali ufficiali ma non col contorno del cartellino. Poi quando si rende conto che gli avvertimenti non sono recepiti passa subito alle maniere forti. Ne paga le spese Caporale che aggancia Pittarello (ultimo uomo) in fuga verso la porta difesa da Micai e lo spedisce negli spogliatoi. Si scatena il putiferio. Caporale non ha nessuna intenzione di andarsene; la partita è interrotta da proteste verbali e lagnanze da parte degli assisi in panchina con in testa Alvini che grida a più non posso: “Non è un fallo da espulsione!”. Aureliano è irremovibile: “Siamo uomini o Caporale?” pare rispondere sostenendo la sua decisione; quindi la partita riprende con un calcio piazzato a favore delle Aquile mentre Caporale “sen va sentendosi laudare” dalla curva degli ultras.

In inferiorità numerica il Cosenza ritiene di ritirare – almeno per il momento – i remi in barca e presagendo l’eventuale disfatta si barrica a difesa della porta di Micai. Il “Catanza” grida “banzai” e fiutando la pelle dei lupi crea azioni ed opportunità e sfiora il vantaggio in più occasioni. Coglie un palo e un “quasi gol” sventato dal portiere rossoblu non senza patemi d’animo. Insomma un derby al peperoncino che emoziona e offre spunti per esaltare, da una parte il bel gioco del Catanzaro, dall’altra la strenua resistenza – con tentativi di reazione – da parte del Cosenza. Se non è un derby questo…anche se non si è visto il gol… allora diteci come dovrebbe essere….

SECONDO TEMPO –Il Catanzaro riscende in campo e si presenta meno velleitario. Tuttavia anche se lo spettacolo pare essere meno affascinante il copione della vicenda è sempre identico. Aquile che volano in maniera ordinata e precisa sul terreno del Marulla mentre il Cosenza in inferiorità numerica non può fare altro che controllare le offensive e dal bunker poi tentare le sortite. In una di queste ripartenze il Cosenza spreca un gol quasi fatto con tiro a lato di Kouan. Poi quando la gara pare avviarsi verso un pacifico “volemose bene” Caserta che ci tiene far bella figura dopo lo sputtanamento cosentino della passata stagione, effettua i suoi soliti cambi e rilancia Pompetti. L’attaccante non si fa pregare e quando gli capita la palla sul piede giusto – dopo che una prima volta se l’è vista deviare – la scaraventa di precisione dietro le spalle di Micai ed è l’1 a 0 per i Giallorossi che potrebbero uscire vittoriosi. Ma non hanno fatto i conti con la jella che perseguita Caserta.

Negli ultimi secondi dell’ultimo minuto regolamentare il Cosenza va in gol ma c’é un tocco di mano (non rilevato dall’arbitro) che convalida. Il var lo richiama e o induce a visionare l’azione. Si vede nettamente il fallo di mano del cosentino Kouan che la spinge dentro col braccio. Annulla la marcatura e dovrebbe fischiare la fine però siccome nasce il solito parapiglia di discussioni perde tempo a spiegare le ragioni dell’invalidità della marcatura con la panchina dei “lupi”. Il tempo trascorre e quando si decide a far ripartire la gara assegna addirittura tanti minuti di recupero sino a quando uno spiovente in area va ad urtare contro il braccio di Scognamillo che si alza per deviare di testa. Un movimento non volontario che però viene giudicato come un fallo di rigore. Così il Cosenza trova il modo per arrivare al pareggio. Tira Ciervo (non a “primavera”) e finisce 1 a 1 per la gioia dei frastornati supporters cosentini increduli per il miracoloso pareggio. Ancora partite come queste arbitrate follemente e il pubblico lascerà presto l’attenzione per il calcio. Mentre chi dovrebbe dedicarsi all’ippica, come tal signore bolognese, ricalcherà i campi di gioco per compiere ulteriori misfatti arbitrali.

Considerazioni finali. Dopo il triste Natale in “casa Notiello” ad opera della sconfitta spezzina, anche il Santo Stefano con “questi fantasmi” arbitrali non può definirsi felice. Il Cosenza guadagna un punto che lo aiuta nella lotta per non retrocedere. Il Catanzaro ne guadagna uno per la zona play-off. Alvini – al termine del match – è scoppiato in un pianto a dirotto. Ma Caserta – che pregustava la vendetta su coloro che lo hanno definito “u muntuna” non ha potuto neppure sorridere.