di Riccardo Colao
Fonte: L’Italiano
PRIMO TEMPO – Scriviamolo francamente: quando sul taccuino del cronista c’é ben poco da raccontare a riguardo delle fasi salienti, avvincenti, interessanti in un match di football allora vuol significare che gli spettatori han pagato il biglietto per assistere allo spettacolo non definibile esaltante. Nessun tiro in porta di rilievo, a parte l’episodio del gol segnato in fuorigioco dal Venezia e giustamente annullato dall’arbitro Perenzoni. Molto possesso palla veneziano; la formazione di Stroppa ha amministrato la fase offensiva ricorrendo alla fitta rete di passaggi con tentativi di penetrare il bunker schierato da Aquilani a difesa della porta di Pigliacelli. Non c’é riuscita perché il quattro + quattro ha saputo restringere gli spazi impedendo agli attaccanti lagunari di esprimersi.
E il “Catanza”? Non v’é stato nessun “banzai” e anche se “mai dire mai” (almeno si spera nella ripresa) i Giallorossi si sono limitati a controllare le esuberanze veneziane, a tentare qualche sortita con Favasuli, con Cisse, con Rispoli, con Pontisso mentre Iemmello “a passi lunghi e ben distesi” lo si è visto richiamare l’attenzione per invocare assist che non gli sono mai piovuti nelle vicinanze.
Poco altro da aggiungere se non un cartellino giallo per Perez rifilatogli per una pantomima di protesta, due corner (uno per parte), tanti falli laterali e due minuti di recupero… Aquilani negli spogliatoi – come ormai ci ha abituato – sfodererà gli assi a disposizione per modificare lo status quo dell’incontro dopo la sfuriata dei figli del Doge? Getterà nell’arena un uomo di regia che possa mettere più ordine a centrocampo? A queste domande sapremo dirvi qualche risposta nel prossimo capitolo…
SECONDO TEMPO – Come volevasi dimostrare. Il teorema di Aquilani non è secondo a quello di Pitagora. In un triangolo rettangolo: la somma dei quadrati costruiti sui cateti è uguale a quella del quadrato che ha per lato l’ipotenusa… L’entrata di Nuamah concede al “Catanza” lo sprint per passare all’offensiva raddoppiando il coefficiente di penetrazione. Contro una formazione ben orchestrata come quella veneta, serve poco ragionare e la velocità può essere l’arma letale. Così dopo 10 minuti – dalla ripartenza – Cisse lancia un assist che si rivela fatale per l’inoperoso Stankovic. La sfera viaggia verso l’esterno dove c’é Cassandro che tocca quel tanto che basta per concedere allo zar “Pietro” di infilarla in porta. Scorrono i secondi e forse un minuto intero poi pure il Var convalida; si tira un sospiro di sollievo: è la formazione giallorossa ad avere rotto gli equilibri a proprio esclusivo vantaggio.
Quattro minuti più tardi l’incertezza (o forse una manata sul viso di Cisse) consente a Yeboah di impossessarsi del pallone e di cavalcare sino all’esterno dell’area; poi oltrepassa le linee bianche di limite esterno e – con un diagonale potente e chirurgico – riesce a beffare Pigliacelli sino a quel momento sempre reattivo e insuperabile. Di nuovo in parità il match ha bisogno di trovare spunti e questa volta Aquilani tira fuori dal suo manuale l’altro teorema, quello euclideo. Ha ben compreso che il Venezia nella foga di rincorrere la vittoria questa partita può anche perderla e allora attende sino a quando capita l’occasione fatale. In campo – nel frattempo – ha spedito gente come Alesi e Pandolfi, al posto di Pontisso e Cisse. Ed è proprio uno dei due che con uno stratagemma – in “contropiede” – come si diceva una volta – imbeccato dall’altro al galoppo – trova il modo felino di marcare il raddoppio con la zampata gattopardesca. Sul 2 a 1 la folla del Ceravolo esplode in una gioia incontenibile e sostiene i suoi beniamini che chiudono i varchi alla reazione verace e vorace dei veneti.
Se non è un assedio a Fort Alamo poco ci manca. Il Venezia si rende pericoloso con due colpi di testa che rasano la traversa. Uno reca la firma della capoccia di Yeboah, l’altra quella di Dumbia, poi Perez coglie lo spigolo del palo alla sinistra di Pigliacelli, e ancora il “ghepardo” dice no, col piede, a Doumbia quando questi tira da due passi. Fa la sua apparizione persino Bashi per Rispoli e Liberali che sostituisce lo stremato Iemmello. Piovono altri sei minuti di recupero e il tempo pare non trascorrere mai sotto l’assedio veneziano. Ma il Catanzaro non cede. Antonini, Brighenti, Favasuli sono sempre attenti a non farsi trovare distratti. Quando Perenzoni fischia la fine Aquilani può contare sulla terza vittoria consecutiva che ammutolisce in modo definitivo i tanti “cazzari” che sparavano sulle sue qualità di trainer. Il Venezia per trovare la sua prima vittoria esterna dovrà attendere. Da oggi i Giallorossi sono ancor più vicini ai lagunari a quota 16 e ben comodi in ottava posizione in classifica.
CONCLUSIONI – Partita combattuta e decisa all’arma bianca quando cioè il Catanzaro ha estratto la baionetta e si è lanciato al di là della trincea superando il filo spinato della difesa veneta. Ad un primo tempo stentoreo e deprimente, fa da contraltare la ripresa che è stata palpitante ed emozionante.
Quando si vince si ha sempre ragione e quando si ottengono tre vittorie di fila di seguito si può anche soprassedere sui primi sei pareggi consecutivi (che comunque alimentano la greppia) e sulle due partite perse. Dato di rilievo importante: Frosinone, Monza e Palermo hanno anche loro il numero 2 nella casella delle gare perse, mentre la capolista Modena appena 1. Ciò lascia ben sperare nella rimonta delle Aquile verso le vette di classifica alle quali nidificano da due anni a questa parte!
Giallorossamente vostro,
Riccardo Colao











