Catanzaro, Manna consegna a Petrini (anche) la bozza di sentenza per l’assoluzione di Patitucci

Le immagini che immortalano l’avvocato Manna nell’atto di corrompere l’ex giudice Petrini non si fermano alla sola consegna della bustarella, ma vi è di più. Ad inchiodare l’avvocato Manna alle sue responsabilità, checché lui ne dica, un altro fermo immagine nel quale risulta evidente la consegna di un fascicolo nel quale è contenuta la bozza con i motivi ai  quali il giudice “si deve ispirare” per l’assoluzione di Patitucci già condannato in primo grado a 30 anni di reclusione  per l’omicidio di mafia di Luca Bruni. In sostanza Manna, dopo aver pagato Petrini (foto con la bustarella) gli consegna un “fascicolo” nel quale abbozza i motivi che l’ex giudice dovrà usare per l’assoluzione Patitucci, cosa che il giudice farà. Infatti la frase che pronuncia l’avvocato Manna è questa: ecco la sentenza…

La differenza tra la foto in cui consegna la bustarella e quella dove consegna il fascicolo è evidente. Il che dimostra, senza ombra di dubbio, l’avvenuta corruzione dell’ex giudice Petrini che non ha mai ritrattato questa circostanza, al contrario di quello che dice l’avvocato Manna che ha basato la sua difesa sulla presunta inaffidabilità del giudice canterino. Del resto negare questa evidenza, così come risulta dal video girato nell’ufficio dell’ex presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, è impossibile,

Le immagini parlano chiaro: Manna deve spiegare cosa ci faceva nell’ufficio dell’ex giudice con una bustarella farcita di denaro e la bozza di sentenza che poi effettivamente ha scritto per annullare la condanna di Francesco Patitucci. Questa volta gli arzigogoli serviranno a poco, e i vari tentativi di “insabbiamento”, messi in atto dall’avvocato con l’aiuto dei soliti pezzotti da 90, sono miseramente falliti, compreso quello posto in essere dal Gip di Salerno Pietro Indinnimeo che rigetta clamorosamente la nuova richiesta di arresto dell’ex giudice Petrini (che si trovava agli arresti domiciliari) con “motivazioni” che vanno oltre le sue competenze, come quella di rimproverare i pm di Salerno di aver interrogato l’ex giudice ripetutamente provocando nello stesso, per la troppa pressione subita, un profondo stato di prostrazione, e quindi non in grado di rispondere alle loro domande con lucidità e precisione.

È chiaro che il Gip prova a fermare l’ex giudice le cui rivelazioni coinvolgono molti colleghi di diversi tribunali: difende la casta dei giudici corrotti, descrivendo il giudice Petrini come uno schizofrenico inaffidabile ed inattendibile che non andava addirittura interrogato. Un giudizio di merito che non tocca al Gip formulare. Eppure avviene. Ed ecco perché i pm di Salerno hanno chiesto e ottenuto l’incidente probatorio: la necessità era quella di “cristallizzare” le granitiche prove a carico dell’avvocato Manna, e fermare così il maldestro tentativo di far passare l’ex giudice come un matto mitomane che prima accusa e poi ritratta. Cosa che sarebbe passata se non fosse stato per le microcamere installate nell’ufficio dell’ex giudice che hanno ripreso ogni cosa, da qui non si sfugge. Negare è impossibile. E infatti persino una procura compiacente come quella di Salerno ha chiesto 6 anni di reclusione per il re delle mazzette.

Ora non resta altro da fare all’avvocato Manna che tentare il tutto per tutto coinvolgendo i soliti poteri forti: ma la sensazione è che stavolta non lo salveranno neanche le sue ormai leggendarie “mazzette farcite”…