È durato circa tre ore il nuovo sopralluogo nella casa di via Caduti XVI Marzo 1978 dove il 22 ottobre scorso hanno perso la vita i tre fratelli Corasoniti Saverio, Aldo Pio e Mattia. Ieri le porte di quell’appartamento sono state riaperte per consentire nuovi accertamenti che possano dare certezze sulle cause dell’incendio. A eseguire il sopralluogo è stato il consulente, docente dell’Università della Calabria specialista in ingegneria elettrotecnica, cui si è rivolto il pm titolare del fascicolo Francesco Bordonali. In particolare l’attenzione, secondo quanto si è appreso, si è concentrata sull’impianto elettrico e sul contatore di casa Corasoniti. Agli accertamenti erano presenti anche l’avvocato Ettore Giovanni Fioresta, che rappresenta Vitaliano Corasoniti e la madre Maria Spina, che ha affidato l’incarico all’ingegnere Giovanni Brusco, mentre l’avvocato Francesco Gigliotti che assiste i parenti della signora Rita Mazzei si è affidato al presidente dell’Ordine degli ingegneri Gerlando Cuffaro. È tornato nella sua casa, seppur per un breve tempo, anche Vitaliano Corasoniti padre dei tre ragazzi uccisi dalle fiamme.
Stando all’incarico della Procura il consulente dovrà provare a sciogliere gli interrogativi che ancora persistono sull’origine delle fiamme. Più in particolare il pm ha chiesto di accertare se l’innesco del rogo sia scaturito da fenomeni elettrici. Ossia se vi fossero nell’appartamento dei Corasoniti delle apparecchiature di protezione dell’impianto elettrico come il “salvavita”; oppure se le fiamme siano state scatenate da prolunghe male utilizzate o da scariche elettriche provocate dal malfunzionamento o dal surriscaldamento di apparecchi elettrici. Ma i quesiti del sostituto procuratore riguardano anche la possibilità che l’incendio sia stato determinato o favorito dall’azione di qualcuno.
Ulteriori elementi potranno arrivare dalle analisi che la Scientifica dei carabinieri sta effettuando sul materiale prelevato subito dopo il drammatico rogo. La procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per disastro e omicidio colposo. Alcuni elementi farebbero ritenere che l’incendio sia partito dal soggiorno dove sarebbero stati accatastati alcuni cartoni. Si continua ad analizzare il materiale rinvenuto nell’abitazione e sottoposto a sequestro dal sostituto procuratore Francesco Bordonali. Il legale degli zii materni dei ragazzi, Francesco Gigliotti, aveva chiesto nei giorni scorsi alla procura di individuare i cellulari della famiglia (acquisendone anche i tabulati telefonici) e le chiavi della porta d’ingresso e delle stanze, che non erano state rinvenute subito dopo il drammatico rogo. Si cerca senza sosta di dare verità e giustizia alla morte dei tre fratelli. Fonte: Gazzetta del Sud