Sono ore decisive per il “gioiello” della sanità calabrese, il Sant’Anna Hospital di Catanzaro. Fino a non molto tempo fa vera e propria eccellenza nel campo della cardiochirurgia avendo accumulato e sedimentato uno storico di rispetto nazionale. Un “fiore nel deserto” verrebbe da dire. Finché non sono arrivate le solite truffe al sistema sanitario nazionale e il tira e molla sull’accreditamento, peraltro sempre sul filo di lana per via dell’inchiesta giudiziaria in corso: questa è la tesi sostenuta dall’indagata per bancarotta fraudolenta a Palermo, l’ex prefetto Luisa Latella commissario dell’Asp di Catanzaro.
Ora è chiaro che in casi del genere la storica proprietà della clinica ha responsabilità fino ad un certo punto, le eventuali colpe (se verranno accertate) andranno ripartite tra i volti leccaculo della parapolitica e della massoneria deviata tipica di Catanzaro, quelli che hanno gestito il comando per farla breve. Se non che però la vecchia proprietà della clinica decide di passare la mano lo stesso dopo aver dato fondo alle risorse personali, quello che ha fatto il fondatore della clinica catanzarese, il prof. Franco Frontera. Non ce la fa più, ha il fiato corto e fiuta troppi ostacoli. In poche parole, vuole vendere o “deve” vendere il “gioiello” di casa perché portata allo stremo, da una serie di fuochi incrociati pilotati dall’Asp di Catanzaro e che hanno trovato sponda in altri ambienti della sanità calabrese legati con il famoso “usciere” del commissario-generale Cotticelli.
Bene, anzi male. Perché circolata a dovere la notizia, tra salotti delle fatture false e duplicate e dei mascalzoni in doppiopetto, ecco che i “lupi” si preparano a mangiare le “pecore”. Fa troppo gola il Sant’Anna Hospital di Catanzaro e per svariate ragioni, non ultima l’ingresso di chi lo detiene nel “salotto buono” della sanità regionale e meridionale. Prestigio, sì. Ma anche potere, quello vero.
Certo, occorre un piano industriale di livello per il Sant’Anna Hospital. Uno storico e un retaggio aziendale all’altezza. Ma chi si “sacrifica” viene ben ripagato in tutti i sensi. E qui si infilano i “lupi”. Già, i “lupi”.
Perché ad un certo punto il potere incrostato catanzarese, fatto di mazzette e clientelismo, “chiama” il peggiore che c’è in giro per acquistare il “gioiello” del Sant’Anna Hospital. Il peggiore per il meglio del salotto buono, il fiore nel deserto raro della truffa consolidata nella sanità.
Avete capito chi si sta per fiondare sul Sant’Anna Hospital di Catanzaro? Pierino Citrigno, della famiglia di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio, tra i più potenti boss della sanità privata calabrese, titolare di altre tre cliniche tra le quali il Centro San Vitaliano di Catanzaro. Già condannato in via definitiva per usura, è il deus ex machina di quel Gruppo Citrigno che giusto un mese fa ha ricevuto un avviso di garanzia dal procuratore di Paola Pierpaolo Bruni per il figlio Alfredino (presidente di Unindustria sanità) con l’accusa di falso e corruzione con tanto di sequestro di computer e cellulari per la clamorosa vicenda del Centro Radiologico di Amantea, realizzato in piena pandemia grazie al “compagno” Zuccatelli nei locali gentilmente messi a disposizione dalla moglie del sindaco di Amantea, fino a poco tempo fa a capo di un Consiglio sciolto per mafia.
Senza tener conto delle nubi nere che all’orizzonte si addensano pesantemente contro don Pierino, che originariamente vengono da Salerno e poi fanno il giro da Catanzaro per le note vicende legate alle mazzette versate ai giudici per ottenere il dissequestro del suo impero da 100 milioni di euro e oltre che era stato disposto dalla Dda e che fu clamorosamente rigettato.
Il nucleo incrostato di mascalzoni in doppiopetto ha chiamato subito don Pierino non appena s’è diffusa la notizia che la proprietà vuole vendere. A cominciare da Francesco Perticone nipote del prof. Franco Frontera, luminare della medicina interna. Medico nel nuovo Cda del Sant’Anna Hospital ed attuale direttore sanitario a Villa Adelchi, un’altra proprietà di Citrigno, sta guidando lui tutta l’operazione e non vede l’ora (magari non a gratis) che la clinica, la passi a don Pierino Citrigno, anche con il placet dell’ingegnere Giuseppe Failla.
Ma ruolo non secondario in questa operazione da avvoltoi e da lupi lo sta giocando l’ex prefetto Luisa Latella, oggi commissaria dell’Asp di Catanzaro. Notoriamente molto legata ai Citrigno (magari non gratis), anche lei sta facendo il tifo per la “transazione” del Sant’Anna Hospital nelle mani del peggiore che c’è in giro. Già, è proprio così. Va sempre così. Devono mangiare tutti e don Pierino è lì per questo. Offre 33 milioni di euro, quel patrimonio “pulito” che un tempo era stato sequestrato dalla Dia…