Catanzaro-Padova 0-1. La partita di Colao: “La fortuna non pare voler abitare più al Ceravolo”

di Riccardo Colao

Fonte: L’Italiano

PRIMO TEMPO – Partenza avvolgente e ficcante della formazione giallorossa che per almeno i primi venti minuti ha tamburellato la difesa padovana. Schemi agili, ottimi scambi tra Cisse, Iemmello e Oudin, buone le imbeccate di Petriccione. Una sequela di corner (sette in tutto) testimoniano la pressione esercitata e tutto lascia presagire che prima o poi spunterà la marcatura vincente. Lo “zar” appare in versione spumeggiante. Reclama qualche fallo, si fa sentire con l’arbitro, rischia la capoccia nell’uscita volante di Fortin. Pare avere tutte le carte in regola la squadra “orfana” di Aquilani costretto ad assistere al match in tribuna per via della squalifica appioppata dopo l’espulsione. Lo striscione apparso all’inizio in curva Capraro esprime un concetto chiaro, bisogna lottare con il sangue agli occhi“. Un altro ancora ammonisce: Chi indossa la maglia del Catanzaro merita solo rispetto, fuori i vili e traditori dal Ceravolo, Pare essere la risposta a coloro i quali avrebbero manifestato giubilo per l’infortunio occorso al difensore Davide Bettella… Incredibile… Almeno per impegno e per la foga con la quale le Aquile si stanno comportando pare che Iemmello e compagnia bella stiano esprimendo quanto nelle capacità per tentare di arpionare la vittoria che sfugge dall’inizio del campionato …

Poi siccome viviamo nel “pianeta calcio” dove il Dio Pallone rotola e non si ferma mai se non per appioppare sentenze accade che gli ospitati reagiscano profittando delle vaste zone lasciate scoperte dal centrocampo catanzarese. Trascorso il 20′ minuto si fa vivo il Padova con Lasagna, uno che conosce il Ceravolo perché col Bari ha anche segnato un gol. Riesce a sorprendere Antonini che tenta un controllo e lo brucia sul tempo scippandogli il pallone, quindi corre verso Pigliacelli che riesce a parare col piede un diagonale chirurgico. Lo squillo dovrebbe allarmare la difesa che puntellata anche da Brighenti e Favasulli pare lasciare troppi margini di manovra ai biancorossi. Verrengia mentre galoppa accusa uno stiramento ed è costretto a lasciare. Piange di dolore e il viso si trasforma in maschera di rabbia mista a delusione. Esce confortato un po’ da tutti e gli subentra Di Chiara. Dieci anni più anziano, tanta esperienza, magari meno veloce. E’ il 28′. A partire da quest’istante la squadra allenata da Andreoletti respira meglio e si dispone veloce per diventare estremamente pericolosa. Pigliacelli tra il 31 e il 32′ è costretto ad inventare due miracoli per evitare il gol su altrettante saette di Fusi e Lasagna. Poi puntuale come una cambiale, dal corner, si presenta per riscuotere il pagamento il tiro di testa di Perrotta che brucia l’incolpevole Pigliacelli. Padova in vantaggio e per il Catanzaro l’ipotesi della vittoria purtroppo si allontana come una barca che lascia la riva.

Le Aquile reagiscono con orgoglio e si riportano avanti. Due minuti più tardi Faedo sgambetta entro il limite dell’area Pontisso e Galipò non ha dubbi indicando il dischetto del calcio di rigore. Il “Catanza” potrebbe pareggiare e riequilibrare le sorti del match. Si incarica del tiro lo “zar”. Parte e spara sulla sinistra di Fortin ma il padovano con un balzo da gatto magico devia e nulla accade poi. Si resta sullo svantaggio. La gara procede con alterne azioni che favoriscono ora l’una ora l’altra delle due contendenti. Un colpo di testa iemmelliano è deviato sempre da Fortin. Al 40′ Cassandro si becca un giallo per gioco falloso. Al 44′ il Padova si rende ancora pericoloso e potrebbe raddoppiare se non fosse che San Pigliacelli si oppone con la gamba. Tre minuti di recupero poi di corsa negli spogliatoi. Dal settore della tifoseria più calda non si odono squilli di trombe ma isolati fischi che però fanno comunque male.

SECONDO TEMPO  Si ritorna dagli spogliatoi con qualche novità da parte di Agnelli. Escono Oudin e Pontisso, dentro Pittarello e Rispoli. Trascorrono tre minuti e Brighenti è costretto ad un fallo per impedire l’avanzata del Padova. che gli fa incassare un “giallo”al 48′; dopo un’abbondante parentesi in cui il Catanzaro mantiene il possesso palla al 57′ Fusi riceve l’ammonizione per gioco pericoloso; Al 59′ viene richiamato Cassandro su cui incombe la maledizione del primo cartellino giallo e fa la sua bella figura Nuamah. Dall’altra parte della panchina Andreoletti non si fa pregare e pure lui prende le giuste contromisure: è il 61′ fuori Fusi e Lasagna, dentro la coppia Harder e Buonaiuti. Al 68′ Iemmello tenta di correggere in porta un cross e vola in alto per colpire di testa però il pallone è al di fuori dello spazio rete e si perde sullo sfondo dell’oscurità. Andreoletti al 70′ esercita un ulteriore cambio di assestamento: Crisetig, se ne va e Di Maggio entra. Diciamo la verità non è che questa seconda parte della gara ci abbia emozionato. “Pipparello” produce poca pressione e il più delle volte quando il pallone arriva dalle sue parti ruzzola come un birillo del bowling. A pensare che è stato ceduto un animale d’area di rigore come Biasci e ci siamo tenuti il corazziere di Cittadella ci sarebbe da insorgere. Ma “ch’est’è” come dicono alle falde del Vesuvio.

Gara sfortunata e non si può nemmeno scrivere che sia stata affrontata male. o preparata peggio Il cinismo del Padova ha in qualche maniera pesato sull’economia della partita e il rigore mancato da parte dello zar ha influito sul risultato che non ha premiato gli onesti sforzi dei Giallorossi.

CONCLUSIONI  Un vero peccato aver sprecato l’occasione di ritrovare la strada intitolata alla dea Nike. La fortuna non pare voler abitare più al Ceravolo. Cambia poco in classifica per quanto riguarda la posizione del Catanzaro che – nonostante la seconda sconfitta consecutiva – resta incastrata tra l’Entella e le perdenti Pescara e Bari. La fuga per la vittoria non è arrivata nemmeno stavolta e mai come nell’occasione pure il pareggio sarebbe stato qualcosa di apprezzabile visto l’andazzo. L’esito negativo ha deluso i presenti. L’avvocato Agnelli dopo il 50′ era solito guadagnare l’uscita anzitempo qualsiasi fosse stato il risultato della squadra posseduta (la Juventus). Noto, (e ci dispiace aver osservato il suo volto intristito e deluso) è rimasto sino al termine ed ha bevuto l’amaro calice della battuta d’arresto. Cosa accadrà? Quali saranno i provvedimenti adottabili? Sabato 25 ottobre è di scena al Ceravolo la quasi capolista Palermo… e il proverbio “non c’é due senza tre” allarma eccome. Intanto si spengono le luci dei riflettori e cala la notte sul manto verde del Ceravolo. Buonanotte al secchio! Giallorossamente vostro,

Riccardo Colao