Fonte: L’Irriverente Blog di Danilo Colacino (Prima riunione Dulbecco)
Il processo di ‘fusione per incorporazione’ tra aziende ospedaliere Pugliese-Ciaccio e Materdomini (espressione dell’Umg) per la nascita, a Catanzaro, dell’azienda unica “Renato Dulbecco” va avanti speditamente, come ovvio. Ma i problemi da fronteggiare sono davvero tanti. E a ogni confronto emergono quelle che sarebbero alcune lacune, soprattutto in relazione all’organizzazione interna dell’Aopc. Procediamo con ordine, però. A partire dal racconto della riunione, che ci ha fatto una nostra fonte presente, tenutasi lo scorso Venerdì Santo nel plesso di Villa Bianca. In sostanza, il primo incontro delle Uo amministrative, tecniche e del personale, delle differenti strutture coordinato dai direttori amministrativi dell’Aopc Antonio Mantella e dell’Aoumd Francesco Marchitelli. Il fine dell’appuntamento è stato di fotografare la situazione in cui versano attualmente Aopc e Aoumd. Una valutazione possibile unicamente se successiva alla ricognizione dell’entità della pianta organica e delle varie competenze; dell’ammontare del debito complessivo e delle uscite annue per stipendi ed esborsi (acquisti, manutenzioni e spesa farmaceutica) delle due Aziende; dell’ufficio tecnico con la disamina delle procedure di appalti in corso; del patrimonio complessivo con la stima dei beni mobili e immobili.
Tempi strettissimi per completare l’iter
Mantella, che peraltro si è molto speso per la ‘fusione’, avrebbe fatto presente come i tempi tecnici per verificare “lo stato dell’arte” devono essere di massimo 10 giorni. Non oltre. Perché entro due mesi il governatore e commissario alla Sanità calabrese, Roberto Occhiuto, intenderebbe concludere il procedimento di ‘unificazione’. Marchitelli avrebbe invece comunicato che i gruppi di lavoro saranno coordinati dai direttori di struttura della Materdomini. Al di là di tutto, però, il periodo indicato sarebbe troppo breve in relazione al fatto che ci si trova di fronte alla gestione di quasi 5mila dipendenti e di due strutture di circa 120mila metri quadrati in appena 60 giorni. Pochissimi, soprattutto in considerazione di un dato – messo in rilievo dai soliti ben informati – che indicherebbe un’Aopc al lavoro a testa bassa nel biennio scorso sul fronte del ripianamento dei debiti, proprio in previsione della costituzione della “Dulbecco”. Un’opera meritoria, certo. Ma forse andata a discapito della maggiore funzionalità di pronto soccorso e sale operatorie e dello snellimento delle liste di attesa (funzionando senza intoppi soltanto il sistema di visita intramoenia, vale a dire la prestazione erogata fuori dall’orario di lavoro dai medici ospedalieri che usano spazi ambulatoriali e strumenti diagnostici dell’ospedale stesso a fronte del pagamento di una tariffa da parte del paziente. Una realtà che, se confermata, imporrebbe comunque una riflessione.
Gli altri aspetti da considerare
Gli altri aspetti della complessa vicenda da considerare con molta attenzione sarebbero relativi alle cosiddette competenze aggiuntive; al centro unico prenotazioni (Cup) e acquisti e, in particolare, al coinvolgimento delle parti sociali (sindacati, comparto e medici) che avrebbero dovuto illustrare le azioni necessarie per una ‘fusione’ programmata e portata avanti in vari step. Perché un certo iter potrebbe persino mettere in ginocchio il Pugliese, che allo stato con 16 sale operatorie dà risposte alla Calabria intera mentre in futuro, per paradosso, potrebbe addirittura non avere i soldi per l’acquisto dei farmaci se il Materdomini non dovesse procedere agli acquisti. A ciò si aggiunga come oltretutto le sale operatorie del policlinico dell’Aoumd siano attive per i pazienti in regime di ricovero e non in emergenza. Ma vi è di più, ovvero che il Materdomini avrebbe già provveduto a effettuare le progressioni verticali e orizzontali mentre il Pugliese ancora no. Sarebbe quindi ulteriormente ‘monco’ in questo nient’affatto semplice processo. Perché il policlinico si presenterebbe con dipendenti appartenenti alla categoria D, mentre il Pugliese alla C e per giunta con molti dirigenti che stanno andando in pensione. Ma sullo sfondo ci sono pure le questioni inerenti all’assai diversa massa debitoria e al numero di prestazioni erogate.