Catanzaro, Sant’Anna Hospital: finalmente la Finanza accende i riflettori e arrivano segnali di apertura dall’Asp

di Antonella Scalzi

Fonte: Gazzetta del Sud

Pazienti ancora in clinica e il braccio di ferro che resiste da mesi tra il Sant’Anna Hospital e l’Azienda sanitaria provinciale non ha trovato l’esito caldeggiato dalla struttura neppure in Tribunale. La sospensiva richiesta dalla clinica per annullare gli effetti del pignoramento che ha recentemente riposizionato in salita la ripartenza del team targato Gianni Parisi non è stata accolta. Della vicenda si tornerà, dunque, a parlare nell’udienza fissata per il 4 novembre prossimo.

Sullo sfondo restano pertanto quei sospetti doppi pagamenti che l’Asp rivendica al punto di aver avanzato prima formale precetto, poi la proposta di una compensazione volontaria che avrebbe dovuto spingere il Sant’Anna Hospital a rinunciare a quei fondi e infine il pignoramento che quelle risorse le ha bloccate senza remore.

Intanto, proseguono i contatti con gli altri ospedali della regione per provare a far scattare le operazioni di svuotamento della struttura che risultano in stand by da ieri. La mattinata sanitaria del Sant’Anna Hospital è stata però caratterizzata dalla visita in clinica della Guardia di finanza. Le fiamme gialle hanno verificato lo stato delle cose e hanno acquisito tutta la documentazione anche negli uffici dell’Asp. Verifiche sulle condizioni dei pazienti ricoverati sono state eseguite anche dalla Commissione dell’Asp. Il tempo però passa e la crisi permane mentre l’uscita dal tunnel resta legata alla firma del contratto 2020 deliberata dall’Asp, ma non ancora apposta.

Eppure, è proprio su questo fronte che qualcosa sembra si stia muovendo. Se da un lato l’Asp ha risposto picche alla richiesta di aiuto per la gestione dei pazienti avanzata dalla clinica, dall’altro ha inviato proprio al Sant’Anna Hospital la griglia di ripartizione del budget e questo potrebbe essere un concreto segnale rispetto alla volontà di far scattare il countdown per la firma e la conseguente liquidazione delle somme. Al momento sono dieci i milioni di euro validati da gennaio fino a giugno, ma il complesso delle prestazioni erogate di milioni ne vale quasi 24. Riprende così quota la possibilità avanzata sin da subito dal management della struttura e ieri riproposta a fasi alterne dal direttore sanitario Antonio Capomolla e dal componente del Cda Francesco Perticone ovvero la tesi in base alla quale l’Asp potrebbe trattenere i 17, 5 milioni oggetto di pignoramento dalla somma complessiva del 2020 lasciando alla clinica la possibilità di gestire la ripartenza con il budget residuo.

Nei fatti, sarebbe ciò che da giorni ripete pure il presidente del Cda, Gianni Parisi. Guai a chiamarla resa, però, perché in clinica tendono tutti a far passare il messaggio in base al quale questa mossa servirebbe soltanto a scindere le questioni economiche da quelle sanitarie così da non pregiudicare la ripartenza e procrastinando le altre battaglie. Su un montante complessivo di 34 milioni, dunque, la guerra è ancora in atto con prestazioni erogate, debiti passati in giudicato, e somme non svincolate che fanno squadra rispetto ai 17,5 milioni dei quali l’Asp chiede la restituzione. Sullo sfondo resta dunque un puzzle fatto di dare e avere che richiede tempo per essere completato, ma che nei fatti rischia di avere ripercussioni sulle esigenze dei cardiopatici e sul tasso già rilevato di emigrazione sanitaria.