Catanzaro. Talerico: “Soprintendenza, ennesimo scippo ai danni della città capoluogo”

di ANTONELLO TALERICO, consigliere regionale e consigliere comunale di Catanzaro. Forza Italia

Il Capoluogo di Regione perde anche la sede del dismesso Segretariato Regionale del Ministero della Cultura e del CO.RE.PA.CU. (Commissione regionale per il patrimonio culturale).
Nonostante la Sede legale ed operativa fosse a Crotone e la sede distaccata a Catanzaro, il Decreto Ministeriale n. 270 del 05.09.2024 di riorganizzazione del Ministero della Cultura per gli uffici periferici ha consegnato tutto alla sia pur splendida Reggio Calabria che però non è il capoluogo di Regione, a cui per previsione legislativa spettava tale ruolo!
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (SABAP) ha il compito istituzionale di tutelare il patrimonio culturale nell’ambito della Regione Calabria e di cooperare con la Regione e gli altri enti territoriali per la sua valorizzazione. 
Nell’ambito della riforma voluta dall’ex Ministro Sangiuliano  è stato dapprima adottato  il DPCM n. 57/2024 e di poi per la sua attuazione il Decreto Ministeriale n. 270 del 05.09.2024.
Sennonchè, il DM n. 270/2024 contrariamente a quanto disposto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 57/2024, ha riconosciuto le funzioni del dismesso Segretariato Regionale della Calabria, alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria, anziché a quella di Catanzaro !
Va evidenziato che in tutta Italia tali funzioni collegate alla Soprintendenza Archeologia delle Belle Arti e Paesaggio sono state riconosciute esclusivamente ai capoluoghi di Regione, fatta eccezione per la Regione Calabria, in quanto il Decreto Ministeriale n. 270/2024 (vedi allegato 3 del DM) ha assegnato tale ruolo a Reggio Calabria.  
Inoltre si aggiunga, a conferma del ruolo riconosciuto ai capoluoghi di Regione in sede materia, che l’art 21, comma 2, del citato DPCM n. 57/2024 chiarisce in maniera inequivocabile funzioni e competenze del nuovo organismo collegiale del CO.RE.PA.CU. (Commissione regionale per il patrimonio culturale), ove è detto che :
“La Commissione è presieduta dal Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio competente per il territorio del comune capoluogo di Regione !
Si proprio il capoluogo di Regione, cioè Catanzaro e non Reggio Calabria (per quanto Città comunque importante).

Non si tratta di campanilismo ma di corretta applicazione della Legge!
Difatti, le disposizioni dettate  dall’art 21, comma 2, del DPCM 57/2024, ove attuate da un soggetto giuridico diverso (Reggio Calabria) della Soprintendenza ABAP che ha sede nel territorio del capoluogo regionale (CATANZARO), potrebbe esporre l’amministrazione dei beni culturali a possibili contenziosi venendo in discussione la legittimità degli atti amministrativi prodotti da una Soprintendenza non legittimata dalla Legge.
Ciò che rammarica ulteriormente è che anche su questo tema il Sindaco Fiorita ha ritenuto di tacere, continuando a non difendere la Città capoluogo, che continua non solo a perdere Uffici che in altre Regioni hanno sede naturale nel capoluogo di Regione, ma che vede oggi intaccata l’autorevolezza dell’intero assetto istituzionale locale, ivi compresa la stessa Università cittadina che continua a perdere terreno e competitività rispetto all’offerta formativa ed organizzativa delle altre Università, tra cui l’Unical che con il Rettore Nicola Leone dimostra di avere una un passo totalmente diverso grazie all’attivazione di nuovi corsi di formazione che erano già presenti a Catanzaro. 

Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia hanno bisogno di ricompattarsi per iniziare a trainare un nuovo rilancio dell’area centrale della Calabria, sempre più debole per la debolezza della politica locale, caratterizzata da troppe divisioni e personalismi.
Nel frattempo chiediamo al Sindaco Fiorita di essere più autorevole e concreto e di evitare i soliti messaggi spot che diffonde, ove parla addirittura di segnali di ripresa in un momento storico tra i più bui per il capoluogo di Regione, sempre più isolato per l’incapacità oramai palese dopo quasi due anni di introdurre un nuovo modello amministrativo-politico in grado di imprimere un passo che in tanti si aspettavano, altrochè CambiaMò o CambiaVento.