Catanzaro. Tutti i problemi del rimpasto(ne) di Fiorita

Fonte: L’Irriverente Blog di Danilo Colacino

E niente! Sembra proprio che la nuova Giunta Fiorita, tale sarebbe ad esempio se i componenti avvicendati fossero cinque su nove totali ovvero più della metà, non s’abbia da fare! Almeno non nell’immediato. Salvo qualche sorprendente mossa del sindaco in persona. Che però, quantomeno allo stato, fa i conti con uno stallo insormontabile o quasi. E non certo per l’imposizione di qualche potente burattinaio corrotto, alla Don Rodrigo per intenderci, come ne I Promessi Sposi ‘citati’ nell’attacco (l’incipit in gergo non giornalistico) del nostro pezzo. Né per chissà quale complotto. E no, perché nulla di tutto ciò esiste. Anzi, semmai vale l’esatto contrario. Dal momento che un cambio, anche drastico, nella compagine di governo cittadino è ormai notoriamente auspicato da più parti. Che appaiono giorno dopo giorno molto più interessate al maquillage, per non dire allo stravolgimento in base al numero finale di sostituzioni, di Fiorita stesso. Il quale, quindi, di indebite sollecitazioni a lasciare tutto com’è non ne subisce. Mentre l’unico pressing con cui si deve al contrario confrontare viene dalla pletora di richieste di ingressi. Personali, da parte di alcuni aspiranti, e in misura assai maggiore legate al contesto politico di alleanze esterne e, invece, di equilibri interni alla ristretta cerchia dei fioritiani.

Tutti i problemi del rimpasto(ne) 

Ma alla luce di quanto fin qui scritto, perché Fiorita non ha ancora proceduto al rimpasto(ne)? Semplice: a lui andrebbe di… lusso non metterci le mani, come si suol dire, essendosi affiatato con i membri dell’attuale squadra. Che non gli dà problemi sotto il profilo gestionale e annovera anche figure di spessore umano e culturale. Che attenzione, però, non fa per forza rima con bravi assessori! Fatto sta che, cambiando poco, parrebbe bocciare solo i tre elementi dati dai soliti rumors come fra i più ‘pericolanti’: in rigido ordine alfabetico Aldo CasalinuovoAntonio “Nino” Cosentino e Bonaventura “Venturino” Lazzaro. Mentre, sfoltendo parecchio, fino oltre a dimezzare la formazione di partenza, si esporrebbe a un paio di guai non da poco. Il primo: la critica di chi, come ad esempio l’ex assessore abramiano Giampaolo Mungo, si chiederà: “Ma se era una squadra assessorile con cui il sindaco stava cambiando in meglio la città, per quale ragione ha deciso di stravolgerla dopo appena un anno di lavoro?”. Fermo restando che lo stesso Mungo, ieri, in una piccata nota stampa, peraltro da noi anticipata in esclusiva, ha di fatto lodato soltanto la vicesindaco Giusy Iemma per la tenacia con cui ha ottenuto il lusinghiero risultato del ritorno della Bandiera Blu a Catanzaro. Ma questa è un’altra storia. Perché, tornando alle complicazioni con cui si troverebbe alle prese il sindaco se tagliasse ‘teste assessorili’ in gran quantità, c’è da rimarcare come dovrebbe inderogabilmente rispettare il criterio delle quote rosa con due donne da indicare al posto di Marinella Giordano e Marina Mongiardo.

Il rebus donne in Giunta

Il motivo per cui si è indicato con sicurezza Giordano e Mongiardo – oltreché Casalinuovo, Cosentino e Lazzaro – fra gli assessori a… rischio è presto spiegato. A esser date per intoccabili, non fosse altro per la rispettiva elezione a consigliere nel Pd e in Cambiavento (prima come ovvio della cooptazione nell’Esecutivo quali uniche figure politiche), sono infatti l’attuale numero due dell’amministrazione comunale Iemma e la collega Donatella Monteverdi. Saldissime al loro posto, pertanto. Analoga considerazione vale tuttavia per gli esterni (o tecnici) Antonio Borelli, ‘blindato’ da un pezzo da 90 della maggioranza quale Antonello Talerico, e Raffaele Scalise, asseritamente assai gradito nientemeno che al presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso. Vien da sé, dunque, che se fossimo in un romanzo poliziesco tutti gli indizi per individuare altri ‘congedati’ dalla Giunta convergerebbero su Giordano e Mongiardo. Nomi peraltro cari al sindaco, soprattutto il primo a quanto ci è dato sapere, che non vorrebbe proprio privarsene. Se però a prevalere sul resto – inclusi i sentimenti di stima e magari affetto – fosse la… Realpolitik, una cosa è certa: bisognerà indicare altrettante donne rispetto a quante ‘salutano’. Senza se e senza ma. Chi, tuttavia? Una figura di fiducia del sindaco sarebbe da noi già stata menzionata, negli articoli di lunedì e giovedì scorsi, ed è Anna Della Torre. Che resta comunque in lizza pure per una carica apicale in una Partecipata di primo piano. Sì, ma la seconda? Bel rebus per Fiorita, che stando alle indiscrezioni, avrebbe incassato ‘no eccellenti’ da esponenti politiche molto vicine a sé.

Riguardo agli uomini da scegliere è tutto ok?

In merito ai componenti di sesso maschile da nominare, fila tutto liscio? E mica tanto. Chiaro, non siamo di fronte al rompicapo appena descritto per lo spinoso capitolo inerente alle decisioni su… L’Altra Metà del Cielo. Ma il niet del sindaco a quanti hanno sostenuto Valerio Donato alle Comunali 2022 non è che semplifichi la faccenda. All’opposto. Considerato come sia un criterio che ad esempio farebbe banalmente tramontare, e in modo definitivo, le ipotesi Rosario Lostumbo o, in subordine, Giorgio Arcuri. Nel frattempo transitati dalla fu coalizione Rinascita al gruppo(ne) di Talerico a Palazzo De Nobili. Rimangono allora in pista le soluzioni del prof Franco Cimino, che con ogni probabilità si attendeva la chiamata un anno fa, dopo la candidatura nelle file fioritiane non andata a buon fine, e dell’ing Giuseppe Brutto. Non in corsa alle Amministrative, ma in quota socialista. Indicato dal capogruppo del Psi in Aula Rossa, si fa ahinoi per dire alla luce della perdurante inagibilità, Gregorio Buccolieri.