DISCARICA DI CELICO: UNA RIFLESSIONE A MENTE FREDDA FRA SOSPENSIONI E AUTOCELEBRAZIONI
di Salvatore Iazzolino, sindaco di Casole Bruzio
Non mi unisco al coro di ringraziamenti al Presidente Oliverio per la sospensione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, né tantomeno condivido quelli rivolti a Consiglieri regionali, Sindaci e già Sindaci della Presila, me compreso.
Le Istituzioni, infatti, hanno semplicemente fatto il loro dovere. E, se vogliamo dirla tutta fino in fondo, lo hanno fatto pure male se ci è voluto così tanto tempo per sospendere l”AIA.
Chi merita, invece, i ringraziamenti della popolazione della Presila tutta sono i componenti del Comitato Ambientale Presilano. Sono loro, infatti, che hanno mantenuto accesa la fiammella della speranza, sono loro che hanno mantenuto viva l’attenzione sulla discarica, sono loro che si sono sostituiti alla politica e alle Istituzioni – quelle a cui oggi rivolgiamo i ringraziamenti, per intenderci – per reclamare il rispetto della legge e per rivendicare la tutela del diritto alla salute delle popolazioni presilane. Loro hanno studiato, approfondito, proposto, denunciato.
Per tutta risposta, in tutti questi mesi sono stati derisi, sbeffeggiati, accusati di fare terrorismo psicologico. Sono stati definiti fascisti, sobillatori, eversivi.
Ne abbiamo sentite di cotte e di crude. Pur di non dare ragione al Comitato, le Istituzioni hanno detto che la discarica non sprigionava puzza, che non era pericolosa, che tutto l’iter autorizzativo era ineccepibile, che il Presidente Oliverio non poteva sospendere l’AIA perché non di sua competenza e tante altre cose.
Oggi, invece, bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere che i componenti del Comitato avevano ragione e che, solo loro, hanno vinto su tutta la linea. Non altri. E ad attestare ciò è lo stesso Presidente Oliverio che oggi accoglie le richieste del CAP.
La politica e le istituzioni, anziché brindare a una vittoria non loro, dovrebbero, piuttosto, dare risposte ad altri interrogativi e fugare altri dubbi.
Si, perché se oggi ci sono le condizioni per sospendere l’AIA significa che c’erano anche tre anni fa, visto che da allora niente è cambiato. Allora, fra un’autocelebrazione e l’altra, fra un selfie e l’altro, si trovi il tempo per spiegare perché si è perso tutto questo tempo.
È importante conoscere questo aspetto perché quando c’è di mezzo la salute delle persone non si può perdere tempo.