Cetraro, il blitz di Gratteri: ecco perché è stato arrestato Occhiuzzi, volto di LaC e sodale degli Occhiuto

Che la “corazzata” LaC del patron Maduli, notoriamente contiguo alle ‘ndrine vibonesi, sia un ricettacolo di malaffare e corruzione non è certo una novità, per come emerge chiaramente da almeno 4 inchieste della Dda di Catanzaro. Dopo le disavventure dello stesso Maduli e della compagna Maria Grazia Falduto, più volte chiamati in causa in questi anni per le indagini della Dda, e dell’ex direttore Pasquale Motta, adesso è il turno del direttore dei programmi Francesco Occhiuzzi.

Occhiuzzi, cetrarese, 59 anni, è un volto molto conosciuto e popolare nel mondo delle televisioni e degli spettacoli. Ha lavorato per molti anni a Teleuropa Network e poi, come tanti altri suoi colleghi, si è lasciato abbindolare da Maduli e dai suoi “fratelli” e dal 2017 dirige i programmi della “corazzata”. In questi anni, tuttavia, ha trovato il tempo di lavorare anche con Mario Occhiuto, ai tempi in cui sembrava probabile la sua candidatura a presidente della Regione e Occhiuzzi lo accompagnava in un tragicomico tour per le piazze della Calabria. Ma lo spettacolo al quale è maggiormente legato il volto e il nome di Occhiuzzi è “Moda Mare”, una kermesse nella quale premia i papponi amici degli amici e solo qualche giorno fa tra questi c’era anche l’attuale presidente-parassita della Regione Roberto Occhiuto, che non solo non l’ha “difeso” ma ha sostenuto che Gratteri ha fatto bene ad arrestare i “delinquenti” e poco importa se uno di questi appena qualche giorno fa l’ha premiato su un palco e davanti a migliaia di persone… Ma si sa, la realtà degli Occhiuto cambia a seconda dello spirar del vento.

Ma veniamo senz’altro alle motivazioni dell’arresto di Francesco Occhiuzzi. 

Le cosche “confederate” cosentine sarebbero state interessate pure all’imposizione dei servizi di vigilanza e sicurezza nei locali notturni e in occasione di piccoli e grandi eventi. La circostanza emerge dalla vicenda ricostruita dai pm antimafia in relazione alla manifestazione “Moda Mare” tenuta a Cetraro, da sempre roccaforte del clan per lungo tempo guidato da Franco Muto, inteso come “il re del pesce”.

I magistrati, spiando le mosse di Giuseppe Caputo, impegnato nella gestione di una società che si occupa proprio di sicurezza privata, scoprono che l’uomo pretende e ottiene di occuparsi del servizio d’ordine nella manifestazione cetrarese. Caputo lo fa interfaccaciandosi con il presentatore e conduttore televisivo Francesco Occhiuzzi, che è il direttore artistico dell’evento.

Caputo vuole gestire il servizio e si dichiara “offeso” per essere stato escluso. L’atteggiamento, testimoniato da una serie di intercettazioni telefoniche, induce Occhiuzzi a escludere la società già opzionata. Tutto avviene – a parere dei magistrati inquirenti – sotto l’egida della cosca Muto. Già, perchè al titolare della società originariamente prescelta si lascia chiaramente intendere che i referenti del clan cetrarese avevano deciso il cambio di operatore in favore del Caputo. Questo particolare aspetto serve a intimorire l’uomo rispetto alla possibilità di far valere eventuali ragioni a fronte di una decisione proveniente dall’associazione di ‘ndrangheta. Allo stesso modo – sempre secondo la ricostruzione della pubblica accusa – Occhiuzzi e Caputo escludevano già nella fase di valutazione anche un altro operatore del settore, che pure si era interessato per l’affidamento del servizio. Con queste condotte i due indagati avrebbero inciso sulla libertà di scelta del contraente, alterando le regole di mercato. Francesco Occhiuzzi è finito agli arresti domiciliari per illecita concorrenza aggravata dal contesto di mafiosità. Giuseppe Caputo, invece, è finito in carcere.