A Cetraro ormai si è arrivati al capolinea. Le forze politiche di maggioranza e minoranza hanno raggiunto un accordo su una giunta di tutti esterni. Questa decisione non lascia tutti contenti e cominciano a venire fuori i mal di pancia soprattutto in chi ormai aveva sprigionato il proprio potere. Tutto ha inizio quando il segretario del Pd, Gaetano Bencivinni, ha capito che l’amministrazione comunale era ormai ostaggio di Forza Italia e del vicesindaco Don Masino Cesareo. Ed è iniziata una guerra di comunicati, di dichiarazioni, di affermazioni anche forti che non hanno risparmiato critiche e polemiche. Le dichiarazioni più forti di tutta questa vicenda riguardano proprio il vicesindaco forzista Don Masino il quale, come un kamikaze, da come si evince dai verbali dell’ultimo consiglio comunale tenutosi a Cetraro, ha energicamente dichiarato che “qualora non si dovesse pervenire ad una larga convergenza Forza Italia non esiterà a rassegnare le dimissioni e ad andare a nuove elezioni”.
Ma noi che conosciamo bene Don Masino sappiamo che quello che dice la sera non è vero la mattina dopo. Infatti, aveva anche dichiarato-come risulta dal verbale-che si sarebbe dimesso da assessore dopo il 30 maggio ma, come al solito, non ha trovato la via che conduce al protocollo. Oggi si ritrova tra due fuochi, da una parte il Partito democratico che non lo vuole più come vicesindaco, dall’altra il suo partito che non si vuole assumere la responsabilità di far fallire una larga convergenza per tutelare un singolo assessore.
Insomma, Cetraro è ostaggio della guerra tra clan politici che dopo aver fatto fallire il Comune con un dissesto telecomandato dall’esterno, vogliono racimolare le briciole rimaste. La giunta esterna sarebbe una sonora bocciatura dell’amministrazione in carica che chiuderebbe con il timbro della vergogna gli ultimi giorni di agonia.