Cetraro tra malavita e il dissesto del Comune
Cetraro è una comunità sfortunata. Non solo l’aria ormai è irrespirabile per i condizionamenti mafiosi in tutti i settori, di cui nessuno vede niente o si accorge di niente, ma adesso arriva la notizia che noi vi avevamo anticipato visto che a gestire questo dissesto sono state nostre conoscenze che già in altri comuni hanno prodotto danni. Nei giorni scorsi in consiglio comunale si è consumato l’ultimo atto comico di un personale politico che andrebbe preso a calci e mandato a casa e che continua a percepire laute indennità senza produrre niente ma solo disastri.
Ma andiamo al Consiglio. Le danze le apre Peppino Aieta, nostra vecchia conoscenza che, furbacchione com’è capisce quando deve resuscitare e quando deve andare in letargo. È lui a scatenare un putiferio durato ore e ore quando chiede la presenza del revisore in aula. Ed è qui che entra in gioco Tommasino Cesareo, che raccoglie la proposta di Peppino e si dice disponibile. Peppino e Tommasino hanno rapporti di vecchia data.
Tutti sanno a Cetraro che i due genitori erano legatissimi, Carlo Cesareo è stato sindaco e Antonio Aieta suo fedelissimo assessore ai Lavori Pubblici, e i figli lo stesso tranne qualche divisione consumatasi negli anni. Ma i due si annusano e non si scornano più. Tant’è che Peppino é sempre pronto ad esaltare Tommasino e Tommasino ad esaltare Peppino, com’è capitato di recente all’inaugurazione di una scuola. E la Giunta è ancora in vita solo perché i due non hanno ancora trovato l’accordo su chi deve fare il sindaco. Ma di questo ne riparleremo. Torniamo al consiglio. Tommasino però non riesce a tenere il gioco e i maggiorenti della sua coalizione lo fanno rientrare dalla sua decisione.
Neanche qui Peppino Aieta riesce a trovare il coraggio di farlo nero per la sua contraddittorietà e incoerenza e ci pensa Giovanni Rossi, presidente del consiglio che prende la parola, anticipa il suo voto contrario al dissesto, e in qualche modo taccia di ignoranza la sua ormai ex maggioranza che ha la colpa di voler rimanere attaccata al potere solo per riscuotere il fine mese. Giovanni Rossi è un giovane avvocato molto stimato a Cetraro e le sue parole pesano in un’aula affollata di cittadini tanto da ricevere numerosi applausi.
Un assessore di cui onestamente non conosciamo il nome gli chiede le dimissioni e lì, il presidente Rossi, compie un capolavoro invitando tutti i membri della giunta a raggiungere velocemente il proprio numero civico, rimanerci, e lasciare libera la città di Cetraro. Non solo, decreta la fine dell’alleanza che ha portato questa ciurma a governare Cetraro e conferma la sua assoluta estraneità a tutte le conseguenze che deriveranno da questa decisione che molti danni provocherà alla città di Cetraro. Nei prossimi giorni vi racconteremo com’è nata questa farsa del dissesto e chi l’ha eterodiretta facendo addirittura sborsare al Comune migliaia di euro per pagare consulenti che come si è visto dovevano evitare il dissesto ed hanno affossato Cetraro.