“Che fatica adottare un bimbo”, la testimonianza di una coppia cosentina

Adottare un bimbo non è certo un’impresa semplice: una famiglia che ha superato tutti gli esami ed è stata dichiarata idonea a considerarsi, appunto, famiglia, deve fare anche un grosso sforzo economico per sostenere tutte le spese che prevede l’iter burocratico per un’adozione internazionale (spese che variano a seconda dei paesi d’origine del bambino dai 10, 12mila euro ai 30mila). Ma esistono anche le adozioni nazionali, che sono gratuite, per le quali, tuttavia, i tempi si moltiplicano e le liste d’attesa sono lunghissime. Si va ad attendere dai 3 ai 10 anni.

In Calabria, poi, adottare un bambino con la nazionale sembra veramente impossibile. Secondo le testimonianze raccolte, la situazione appare piuttosto “ingolfata”: moltissime domande (aumentate in maniera vertiginosa) e pochi bambini dichiarati adottabili.

“In effetti – ha affermato una coppia che sta valutando l’adozione – nonostante conosca tantissime coppie che non sono riuscite a concepire e si sono direzionate verso l’adozione, ho sempre fatto caso al fatto che nessuna di queste (di mia conoscenza) è riuscita ad adottare con la nazionale. Né loro stessi hanno mai sentito di coppie che hanno adottato qui. Alla fine tutti si sono piegati all’internazionale. Verrebbe da chiedersi: che fine fanno i pochi bambini che nascono in Calabria e vengono messi nella preziosissima lista delle adozioni?

Anche per Cosenza è la stessa cosa, per l’adozione nazionale i tempi sono lunghi. La spiegazione a detta di chi lavora nel settore: “una volta – ha dichiarato un’Assistente sociale – c’era più povertà e quindi meno possibilità da parte delle famiglie di tenere i figli ‘indesiderati’ che arrivavano; considerando anche che i metodi contraccettivi si usavano molto poco. Poi la situazione economica è migliorata al punto da consentire alle famiglie di tenersi i propri figli. Gli stranieri che arrivavano, invece, non erano in condizioni economiche di provvedere a un figlio. (Tant’è che fino a pochi anni fa, i bimbi dati in adozione in Calabria pare fossero per lo più figli di immigrati). Ora gli immigrati che arrivano qui, solitamente, si integrano e riescono a trovare lavoro. Perciò i bimbi in adozione nazionale sono diminuiti e le richieste, invece sono tante”.

Se l’adozione nazionale, dunque, appare una fievole speranza vi è sempre quella internazionale. Ma a volte si riscontrano problematiche anche per questa e non solo in materia economica.

A Cosenza, in particolare, esiste l’Ente Brutia che, in merito ad informazioni specifiche e dettagliate consiglia di rivolgersi direttamente al suo presidente, che dimostra grande professionalità e impegno (ma data l’alta domanda bisogna avere un po’ di pazienza per reperirlo telefonicamente). Ciò che alcuni hanno contestato, è la poca garbatezza di qualche impiegato.

Devo confessarvi – ha dichiarato una coppia cosentina – che siamo rimasti basiti e sdegnati dall’atteggiamento della nostra referente all’interno dell’Ente Brutia, una persona priva di senso umano; si è dimostrata più volte scocciata/irritata dalle numerose domande che gli ponevamo durante la produzione dei documenti necessari per il completamento del dossier, rispondendo anche con delle mail dai chiari toni sarcastici, praticamente, quasi ci dava degli ignoranti; alla fine abbiamo avuto uno vero e proprio scontro verbale telefonico e non si è risparmiata di dirci a chiare lettere che se avevamo lagnanze e/o segnalazioni da fare, potevamo rivolgerci tranquillamente al C.A.I.

Il tutto è accaduto qualche anno fa; la coppia ha cambiato ente. Ci auguriamo si trattasse di un caso isolato (anche perchè molti altri commenti su l’Ente sono invece positivi), data l’importanza del tema in questione. Ci sembra, comunque, più che normale richiedere tante informazioni e pretendere che vengano rilasciate in maniera esaustiva. La coppia oggi ha avuto in adozione un bellissimo bimbo di 10 anni, a conferma che le difficoltà non scoraggiano e i desideri possono avverarsi.

Valentina Mollica