Chi è che “sussurra” a Luberto?

Luberto

Avevamo scritto un po’ di tempo fa che qualcuno stava tentando di mettere i bastoni tra le ruote all’inchiesta condotta sul voto di scambio politico mafioso a Cosenza, Rende e Castrolibero dalla DDA di Catanzaro, e la conferma che ciò è avvenuto arriva indirettamente da uno dei principali protagonisti di questa storia.

Conferma che io penso di trovare tra le pieghe di un’ intervista. Seguendo una mia personale lettura. Magari forzando qualcosa che ad altri risulta chiaro ed evidente. Ma a me, come si sa, piace ricamare.

Il dottor Luberto nell’intervista condotta dal direttore Pollichieni, si lascia “scappare” una frase che conferma, così pare a me, ciò che avevamo scritto. La domanda che il direttore Pollichieni pone al dottor Luberto sul finire dell’intervista è questa: quando incontra sul cammino un appuntamento elettorale, la vostra attività di magistrati ne tiene conto o no?

Questa la risposta: Io sono perché non se ne tenga conto. Abbiamo dei tempi che sono dettati dalle investigazioni e dai mezzi che ci danno per farle celermente. Però forse sono in minoranza, non dico in questo ufficio, ma sto iniziando a sentir dire di opportunità politiche da rispettare. Io non sono tanto d’accordo. Un’esigenza cautelare o c’è o non c’è. E se c’è non posso aspettare.

Ecco, è dentro questa risposta che io trovo le mie conferme: qualcosa si è mosso per far arrivare ai PM antimafia, un qualche messaggio. La frase da analizzare è questa: … però forse sono in minoranza, non dico in questo ufficio, ma sto iniziando a sentir dire di opportunità politiche da rispettare.

Chi è, e perché “sussurra” alle orecchie del dottor Luberto e dei suoi colleghi che ci sono “opportunità politiche da rispettare”? Da dove arriva questo “suggerimento”, o consiglio? Dalla politica, dalla magistratura?

Perché, se arrivasse dalla politica, non sarebbe proprio “corretto” , oltre che incostituzionale.

Indicare ai magistrati come muoversi, e quando muoversi, non rientra nei compiti della politica. Il principio di autonomia dell’azione giudiziaria, come si sa, è sacrosanto. Sancito dalla Costituzione. Nessuno può dire ad un PM chi deve inquisire, come e perché.

Anche se queste cose in Italia succedono e spesso, purtroppo. Ma non è il caso della DDA di Catanzaro. Forse il dottor Luberto si riferiva a qualche suo collega con cui condivide il suo lavoro quotidiano.

Ma dopo l’intervento del dottor Bombardieri è da escludere anche questo. Perché allo stato, in attesa dell’arrivo del dottor Gratteri, il dottor Bombardieri è il capo della procura: per cui, se pure il capo è d’accordo, allora chi è che parla di “opportunità” o meno di continuare le indagini durante un periodo elettorale?

Forse qualche magistrato pezzotto romano amico di qualcuno dei probabili indagati? Tipo, che so, qualcuno di importante alla DIA, al CSM?

Oppure dobbiamo pensare ad un lapsus freudiano del dottor Luberto? Nel senso che del loro lavoro con qualcuno ne dovranno pur parlare, in ufficio, alla direzione centrale, con la polizia giudiziaria, e allora in qualcuno di questi confronti lavorativi, necessari anche per coordinarsi tra di loro, qualcuno legittimamente ha espresso la sua opinione.

E forse questo è rimasto nella mente del dottor Luberto, che nella risposta lo riporta quasi come un fatto “meccanico”.

Conoscendo il buon lavoro del dottor Luberto, propendo per il lapsus, perché alle altre opzioni non ci voglio minimamente pensare. Perché, vista la caratura e l’integrità del magistrato, e di tutta la procura di Catanzaro, siamo sicuri che ogni tentativo di condizionamento è stato rispedito al mittente.

Alla fine, analizzare questa “espressione” è stata solo una mia paranoia. Ma se non l’avessi scritta mai mi sarei cacciato questo dubbio. (scusate l’uso spasmodico in questo pezzo delle virgolette)

GdD