Chiuso il pronto soccorso di Gioia Tauro, ricorsi e denunce

Gioia Tauro (Reggio Calabria) – Il pronto soccorso di Gioia Tauro chiude. la decisione, assunta dall’Asp di Reggio Calabria, suscita polemiche. Il sindaco della città, Aldo Alessio, sta valutando il ricorso alla magistratura contro il provvedimento, mentre la senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è) e Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons hanno presentato un esposto alla Procura di Reggio Calabria chiedendo che si proceda per interruzione di pubblico servizio.

“La motivazione alla base di tale incredibile provvedimento – scrivono i due –  sarebbe quella di evitare “possibili commistioni con pazienti affetti da Covid-19” anche alla luce della circostanza che è il 96% di accessi al pronto soccorso sono “codici verdi”. In buona sostanza – sostengono Granato e Di Lieto – hanno trasformato il diritto alla salute in una mera statistica e scientemente deciso di abbandonare il restante 4% al fato. Dimenticando che quel 4% sono persone. Alle quali, purtroppo, non viene riconosciuta alcuna dignità. Riteniamo questo provvedimento – sostengono Granato e Di Lieto – illegittimo, anticostituzionale e, francamente, vergognoso: Illegittimo, perché costituisce una interruzione di un servizio pubblico; Incostituzionale, perché nega il diritto a ricevere cure e lede il diritto alla salute; vergognoso perché chiudere un pronto soccorso che, da sempre, rappresenta il primo presidio per le emergenze, in una regione con distanze siderali grazie ad una rete viaria antidiluviana, è una vera indecenza. In un paese normale sarebbe arrivato il Ministro della salute in Calabria per garantire la riapertura del Pronto Soccorso. Difatti non vorremmo neppure ipotizzare le conseguenze nefaste per la chiusura del pronto soccorso; conseguenze che, ovviamente, dovranno ricadere su chi ritiene di negare al comprensorio di Gioia Tauro il diritto a ricevere soccorso. L’esposto è stato indirizzato anche ai vertici dell’ASP ed al Prefetto di Reggio Calabria perché possano “scongiurare conseguenze nefaste per i cittadini”.

L’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, dal canto suo, esprime “grande rammarico per la chiusura del Pronto soccorso del presidio ospedaliero di Gioia Tauro”. L’Ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, manifesta la sua “ferma preoccupazione in merito alla decisione dell’Azienda Sanitaria provinciale di Reggio Calabria di procedere alla sospensione dell’attività di soccorso che, fino ad oggi, ha offerto un servizio di quotidiana importanza per il territorio e, in particolare, punto di riferimento per gli oltre 1000 lavoratori del porto di Gioia Tauro”. Nonostante all’interno dell’area portuale sia presente un punto di soccorso, che, si fa rilevare, “risponde alle esigenze di primario intervento”, esso “non è dotato di mezzi e strutture per offrire il servizio di pronto soccorso ospedaliero. Risulta, quindi, incomprensibile – continua la nota – come si possa decidere di privare i lavoratori del porto di transhipment più importante di Italia, dove naturalmente possono verificarsi incidenti di diversa gravità, di un servizio ritenuto di essenziale importanza, costringendoli a dover raggiungere il presidio ospedaliero di Polistena”. L’Ente ricorda la recente decisione di chiudere il punto di Polizia Frontaliera all’interno del porto di Gioia Tauro. “Si tratta di decisioni – è scritto – che, una dopo l’altra, mettono in discussione la presenza dello Stato sul territorio, soprattutto in un’area dove è fondamentale dare risposte per garantire quotidiani servizi essenziali, da cui non si può prescindere”.