Due medici risultano indagati nell’ambito dell’inchiesta scaturita dalla morte di Antonia Andali, la donna di 32 anni deceduta giovedì pomeriggio, dopo quattro giorni di febbre alta. Il provvedimento è stato emesso dalla procura di Catanzaro, a firma del pubblico ministero Stefania Caldarelli, per il reato di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. La donna, madre di due figli di 12 e 6 anni e residente a Cropani Marina, è deceduta nell’ospedale di Catanzaro, dopo essere stata ricoverata, poco prima, per un forte attacco febbrile. Secondo quanto emerso, la 32enne aveva accusato un forte stato febbrile nelle giornate di domenica e lunedì della scorsa settimana, quindi altri due giorni di dissenteria e spossatezza, fino alla morte avvenuta dopo il ricovero in ospedale. Oggi pomeriggio è prevista, negli uffici della procura, la nomina dei periti di parte in vista degli esami autoptici che si svolgeranno, molto probabilmente, domani mattina.
Su questa incredibile vicenda, pubblichiamo il post di Emilio Grimaldi.
In Calabria ancora si muore per una febbre. Per i sanitari del 118 che non intervengono perché non possono sprecare benzina e straordinari per una febbre.
In Calabria ancora si muore perché i bravi medici calabresi emigrano per lavorare, dove possono lavorare veramente, e non sottostare alle imposizioni di chi gli ha fatto il favore di lavorare per rimanere in Calabria.
In Calabria ancora si muore perché così la Politica riesce a tenerla sottoscacco. Deve continuare a morire perché i galoppini la possano manovrare con un semplice e stupido pezzo di pane. Basta un pezzo di pane per comprarsi i calabresi. E basta dire che la benzina vale di più della vita di un uomo per umiliarla e comandarla.
Mi dispiace Antonia.
Con i tuoi severi occhi verdi hai regalato gentilezza e sorrisi a tutti i frequentatori del bar Q8.