Cosenza, il nipote del Gattopardo responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune senza essere giornalista!

di Alessio Algeri

Fonte: Senza Bavaglio (https://www.senzabavaglio.info)

Nel mondo del giornalismo italiano emergono spesso abusi e irregolarità perpetrati nei confronti dei giornalisti e in spregio delle norme vigenti. Se ci si è ormai abituati, purtroppo, ai compensi da fame che percepiscono tantissimi giornalisti, alla mancanza di qualsivoglia tutela sindacale, ai tagli nelle redazioni e di conseguenza alle centinaia di licenziamenti di molti colleghi, al lavoro affidato ai pensionati, ai silenzi o semi silenzi dell’Ordine e della FNSI sulle suddette questioni, si stenta ancora ad accettare altri comportamenti che mortificano tutta la categoria. Tra questi, non può passare inosservato l’abuso della professione giornalistica, specialmente nelle pubbliche amministrazioni.

A Cosenza, da un paio di mesi, in seguito al pensionamento del dirigente dell’ufficio stampa del Comune (Elena Scrivano, ndr), è stato nominato dal sindaco un responsabile, Giampaolo Calabrese, che non risulta essere iscritto all’albo dei giornalisti. Secondo l’art. 9, comma 2 della Legge 150/2000, “Gli uffici stampa sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti”. L’incarico, dunque, non solo stride con quanto previsto dalla Legge 150, ma si aggiunge agli altri già conferiti dallo stesso primo cittadino a Calabrese. Quest’ultimo, infatti, è dirigente del settore “Cultura, Turismo e Spettacolo” del capoluogo calabrese dal 4 novembre 2016. Ci si chiede come si possa dirigere un ufficio stampa di un ente pubblico se il responsabile non ha mai svolto la professione giornalistica e non è iscritto all’albo, come stabilisce la legge.
Ma Cosenza è una città governata da un sindaco che non rispetta il lavoro giornalistico e le fonti sono state da tempo imbavagliate e adesso si scopre anche che l’ufficio stampa del comune è diretto da un abusivo.

Fin qui il collega Algeri, che anche in altre circostanze si è occupato di Occhiuto e del suo autoritarismo rispetto a chi dissente giornalisticamente parlando. Probabilmente, tuttavia, Algeri non è al corrente del grande “protettore” di Giampaolo Calabrese ovvero il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, alias il Gattopardo, che è suo zio. Sì, Alessio, hai letto bene: suo zio. Grazie a questa illustre parentela, Calabrese è stato nominato dirigente comunale senza averne nessun titolo e nessun requisito e – oltre a questo – continua a fare incetta di incarichi, regalie e prebende. Ormai qui a Cosenza non ci meravigliamo più di nulla ma speriamo vivamente che questa denuncia possa arrivare a chi di dovere, in maniera tale da smascherare questo squallido borghese da quattro soldi, parassita senza né arte e né parte. Che si crede onnipotente e onnisciente solo perché suo zio, il magistrato più corrotto d’Italia, gli copre le spalle. Vergogna!