Catanzaro. Codacons: una targa da 26 milioni è tutto ciò che rimane della convenzione tra Pugliese-Ciaccio e Bambin Gesù

Ad agosto 2018 denunciavamo, inascoltati, come la convenzione tra l’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro con il Bambin Gesù di Roma fosse costata ai calabresi qualcosa come 26 milioni di euro.
Allora il commissario alla sanità era Massimo Severissimo Scura, uno dei più convinti fautori della “costosa” collaborazione.
Oggi apprendiamo che l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciacciò” dovrà ancora pagare (in comode rate mensili) 1,4 milioni di euro…
Alla fine della collaborazione e dopo un fiume di danaro pubblico cosa rimane in Calabria?
… una splendida targa… 

Ma ecco di seguito la denuncia di allora del Codacons.

Codacons: Una targa costata 26 milioni di euro.
Tutto ciò che rimane della convenzione PuglieseCiaccio-Bambin Gesù

Cosa ha condannato all’oblio la convenzione tra l’ospedale romano “Bambin Gesù” e l’ospedale catanzarese “Pugliese-Ciaccio” finalizzata ad una collaborazione nel campo della chirurgia pediatrica?
Qualcuno punta il dito contro le solite becere “gelosie” in sala operatoria, altri invece raccontano, a mezza bocca, una storia di sprechi inenarrabili per una sanità sull’orlo del tracollo economico.
Sprechi che, ci segnalano, avessero sponsor in “alto loco”.

Dopo aver ricevuto alcune segnalazioni – spiega Francesco Di Lieto del Codacons – abbiamo deciso di metterci alla ricerca di cosa sia effettivamente rimasto di quella convenzione, che ci risulta essere costata ai calabresi qualcosa come 26 milioni di euro. Una somma che, se effettivamente confermata, farebbe impallidire finanche il severissimo Commissario Scura che, ironia della sorte, si narra sia stato uno dei più convinti fautori della “costosa” collaborazione.

Ma torniamo a ciò che più conta, ovvero alla ricaduta per i Calabresi, al momento – continua Francesco Di Lieto – ci risulta che sia rimasta solamente una targa.
Proprio per questo motivo il Codacons ha formulato una istanza di accesso al fine di comprendere i reali costi sostenuti dalla Regione Calabria e, quindi, da tutti noi nonché le ricadute sulla popolazione. Nel contempo è stato inoltrato un esposto alla Magistratura contabile affinché verifichi e sanzioni ogni sperpero ai danni delle casse della sanità pubblica calabrese.