Se la rinascita o la ripresa del PD a Cosenza, in Calabria, passa da Marco Ambrogio allora vuol dire che per questo partito non ci sono più speranze.
Non so se in questo caso avallare fittiziamente questa “soluzione” e lasciarli cosi andare verso l’autodistruzione, oppure lanciare un segnale di allarme a quei pochi che in questo PD ancora hanno due neuroni che girano.
Dire Marco Ambrogio significa dire Occhiuto. Un uomo, Marco, completamente asservito alla paranza del sindaco. La sponda giusta che serve ad Occhiuto per far finta che in consiglio comunale esiste una opposizione. Ma che in realtà ogni “critica” espressa è più che concordata. Lo abbiamo visto nella passata consiliatura.
Nonostante fosse a conoscenza di gravi fatti che riguardavano l’amministrazione Occhiuto, il Marco non si è mai rivolto, come avrebbe fatto un politico onesto e non colluso, alla procura. Anzi, spesso, dopo averlo concordato con Occhiuto, ha lanciato più volte, facendole passare come denuncia, un salvagente al sindaco.

Lo ha più volte “avvisato” di mancanze amministrative su appalti, facendolo correre ai ripari. Non certo per amore di legalità, ma solo per il gioco concordato delle parti. Ambrogio non può dirsi certo un innovatore, un rottamatore, un riformatore. Ha avuto, nonostante sembri giovane, le mani in pasta al Comune negli ultimi 10 anni.
E’ stato assessore del cardinale Franco Ambrogio che come si sa ne ha combinate molte di più di Occhiuto sul fronte affidamenti diretti di lavori, senza mai dire una sola parola su questa odiosa pratica che sottrae denaro prezioso per i cittadini, per farne dono a mafiosi ed imprenditori corrotti.
Possibile che non si è mai accorto che al quarto piano giravano sempre le stesse facce? Non dico che lui prende bustarelle o è un corrotto, ma di sicuro è uno che si fa i cazzi suoi. Nel senso di omertà. E questo non è certo una bella cosa per un politico che si candida a guidare un passaggio epocale del PD: dal clientelismo e ladrocinio sfrenato al rispetto delle regole e della Politica.
Non mi pare che il Marco possieda doti che vanno in questo senso. Almeno fino ad oggi non ne ha dato prova. Inizi a denunciare, con nomi e cognomi, i corrotti a cominciare da quelli che affollano il suo partito. Dimostri realmente di stare dalla parte della Legge recandosi in procura e denunciando il sistema di corruttela che esiste in Comune.

Racconti quello che ha visto con i suoi occhi nelle “segrete stanze” di palazzo dei Bruzi. A cominciare dal sistema del cardinale Franco Ambrogio/Madame Fifì fino al sistema Occhiuto/Potestio. Perché se così non è, questo, allora, non può che voler dire due cose: o Marco Ambrogio fa parte di quelli che dicono che la corruzione e la ‘ndrangheta a Cosenza non esistono, oppure non può denunciare perché anche lui ha scheletri nell’armadio, e dunque è ricattabile.
Certo è che una prova del suo essere al di sopra di ogni sospetto dovrà pur darla se si “candida” a guidare il PD, almeno a Cosenza. Perché la sonora bocciatura subita alle ultime amministrative arriva proprio dall’opinione diffusa che nel PD sono tutti una massa di imbroglioni e ladri. Gente che pensa solo alla poltrona e a come avere uno stipendione per se e per propri amici.
I cittadini chiedono al PD un radicale e vero cambiamento, e pretendono che a guidare questa svolta ci sia una persona di specchiata onestà, materiale, intellettuale e politica che con i fatti metta fuori dal partito chi fino ad oggi ci ha lucrato sopra. E questo piglio, o “polso” non è dote che appartiene ad uno come Marco Ambrogio che nella migliore delle ipotesi potrebbe solo siglare un patto di non belligeranza e spartizione con Madame Fifì, lasciando le cose come stanno.
Non basta indossare una cravatta e avere modi gentili per dirsi onesti. L’onesta è il rispetto delle regole sono valori che si praticano, non si enunciano soltanto. Insomma pare che il PD, ancora una volta, dalla batosta elettorale non abbia tratto le dovute conseguenze, cercando come è loro costume una strada per salvare capre e cavoli. E come da copione, se così sarà, cioè che il timone sarà affidato a Marco Ambrogio, per i poveri e oramai pochi e sinceri elettori del PD sarà come cadere dalla padella nella brace. E la storia si ripete.
GdD