È tempo di cambiamenti per il Coni Calabria: sabato prossimo 12 aprile si terranno le elezioni per il rinnovo della presidenza regionale, segnando ufficialmente la fine dell’era Maurizio Condipodero. Il presidente uscente, infatti, dopo tre mandati consecutivi, non potrà più ricandidarsi, aprendo così scenari nuovi per la guida dello sport calabrese.
Il candidato reggino che si pone in continuità con l’era Condipopero ha un cognome altisonante: si tratta di Tino Scopelliti ed è proprio il fratello di Peppe, ex presidente della Regione Calabria ed ex sindaco di Reggio, che non ha certo bisogno di presentazioni.
Ma se Peppe è stato valente cestista, suo fratello Tino non è mai stato una cima nella pratica sportiva ma solo dirigente di lungo corso e attuale vicepresidente nazionale di ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane), che non è proprio il “massimo” per poter pensare di salire addirittura al vertice del Coni. Il fratello di Scopelliti, del resto, non è nuovo a questo tentativo di scalata perché ci aveva provato già nel 2013, quando fu battuto da Mimmo Praticò, altro volto noto dello sport reggino. Adesso però sia Praticò che lo stesso Condipopero si sono pacchianamente schierati dalla sua parte e per quanto ne sappiamo già cantano vittoria…
Ora, noi, senza volere a tutti i costi metterci la politica di mezzo, non possiamo ignorare che soltanto qualche giorno fa abbiamo avuto modo di occuparci del “mitico” Tino in occasione di un reportage sugli scenari politici reggini. E vi spieghiamo subito come.
In questi giorni abbiamo assistito in provincia di Reggio Calabria alla passerella di uno degli esponenti di punta del partito della Meloni, ovvero il magnifico Edmondo Cirielli, sottosegretario del Governo, nonché papabile candidato alla presidenza della Regione Campania in quota fratelli di… Camorra.
Il dato politico è che il partito di sora Giorgia abdica a qualsiasi pretesa sulla scelta del candidato a sindaco per il Comune di Reggio Calabria, per favorire l’avanzata dell’orripilante Ciccio “bummino” Cannizzaro notoriamente uomo della “manina” (ché dire mano sarebbe davvero troppo!) nera della provincia reggina.
Chiaramente il magnifico Cirielli vorrà in cambio l’investitura per la presidenza della Campania, visto anche che il forzista Martusciello è stato preso con le mani nella marmellata a Bruxelles e pertanto, la paura fa novanta, si è defilato dalla corsa.
Il magnifico Cirielli ed il suo entourage sono conosciuti anche per svariate indagini e rinvii a giudizio per associazione esterna di natura camorrista e pertanto non disdegna ad avere buoni uffici con la potente ‘ndrangheta reggina.
Pertanto, fa affiliare al suo staff il celebre ex finanziere e consigliere regionale Creazzo (a processo per reati di ‘ndrangheta in appello alla Procura di Reggio Calabria) e il famigerato Peppe Neri, che ormai scaricato anche dai suoi ex protettori si trova costretto ad affrontare un duro processo, che non sembra poter finire bene visto l’enorme fascicolo depositato dalla Procura reggina, ma soprattutto dalle continue richieste di arresto da parte della Procura stessa, per quanto rigettate dalla Cassazione. Ritornando al magnifico Cirielli, il coordinamento reggino di Fratelli di ‘ndrangheta lo accoglie come un Re e se lo scarrozza come un trofeo a destra e manca per far capire dove il potere risiede. E lo accoglie in particolare il fratello dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, il mitico 15%, al secolo Tino, in maniera tale da sancire il ritorno del fratellone “mammasantissima” nella scena politica reggina.
Ora, anche qui non serve molta fantasia per capire perché il mitico Tino viene soprannominato 15%, è un esercizio molto facile per gli addetti ai lavori della politica. C’è solo da sperare che non arrivi al vertice del Coni e noi speriamo ardentemente che non ce la faccia.