Sono alla frutta. Peggio di così non possono fare. Ora che il Re è nudo tutte le diversità e l’incompatibilità, nascoste in tutti questi anni per mera convenienza economica e politica, tra gli eletti del PD in consiglio regionale, vengono a galla. Diversità di vedute che trovano “finalmente” sfogo, dopo anni di repressione interiore, solo ora che tutti hanno capito che di convenienza a stare insieme non ce n’è più.
Lo sfascio del PD è tutto racchiuso nella seduta di ieri del consiglio regionale, ancora una volta “rinviato” per mancanza del numero legale. A far crollare il consiglio regionale, Guccione e Ciconte. La loro fuga dall’aula, subito dopo l’abbandono della stessa da parte della minoranza, ha fatto venir meno il numero legale (16 consiglieri): seduta sospesa a data da destinarsi.
A caratterizzare la seduta di ieri, però, non è stato tanto il “solito Guccione” che si sa, ma la rissa inscenata da due esponenti del PD: Giuseppe Giudiceandrea, e Domenico Bevacqua. I due che fino a ieri si affannavano a fare i finti amici, hanno iniziato a battibeccare sulla proposta di Michele Mirabello di inserire nell’ordine del giorno del consiglio, la discussione per produrre un “attestato di solidarietà” alla famiglia del migrante ucciso a San Calogero.
La preoccupazione di Bevacqua, che di esprimere solidarietà alla famiglia del migrante ucciso non gliene fregava, e non gliene frega niente, era quella di non poter discutere una proposta di legge sulla “polizia locale”. Un argomento sensibile per Bevacqua che da questo “bacino” attinge molti dei suoi voti clientelari. Prima i clienti e dopo, se ce ne rimane, la solidarietà al migrante. E così Mimmo Bevacqua ha chiesto a Mirabello di ritirare dall’odg la richiesta di solidarietà al migrante ucciso, per non perdere tempo e dare priorità all’approvazione della Legge sulla polizia locale. L’unica cosa che interessa Bevacqua: portare a casa il risultato clientelare con la speranza di conservare ancora qualche voto. Ma la richiesta di Bevacqua ha fatto infuriare quel comunista di Giudiceandrea che non ha digerito l’assenza di umanità del suo ex compare. Tra i due è nata una furiosa lite che solo l’intervento dei questori è riuscita a sedare. Se ne sono dette di tutti colori, e tutto il rancore sopito, per convenienza, è esploso in tutta la sua virulenza. Costringendo il presidente Irto a sospendere la seduta dopo aver constato che in aula non c’era rimasto più nessuno, tranne Giudiceandrea e Bevacqua che continuavano a dirsene di cotte e di crude.
Il PD in consiglio regionale di fatto non esiste più. Il che significa che Oliverio, a questo punto, potrebbe non avere più una maggioranza in consiglio. Palla Palla traballa, e la sua disastrosa legislatura potrebbe finire anticipatamente (vulissa a Madonna).
In tutto questo emerge un dato positivo: non c’è bisogno di cacciarli in malo modo dalla politica, perchè, a quanto pare, ci stanno pensando da soli innescando l’ordigno dell’autodistruzione della loro “specie”. In loro è racchiusa tutta la stupidità umana. La giusta fine per chi ha sempre pensato ai propri interessi piuttosto che a quelli dei cittadini.