“Ci sono 160 milioni di motivi per dire NO alla Metropolitana Leggera.” Proprio su tale argomento, il Collettivo Autonomo ControVerso, ha organizzato un dibattito che si terrà domani alle ore 18, presso l’aula SSP1 – Cubo 1A.
“Ad esempio, non è di poco conto che la location individuata per accogliere una tale infrastruttura si trovi nella Regione in cui la Sanità subisce un pesante piano di rientro a discapito del diritto alla salute, nella Provincia dalle mille bonifiche inattuabili per mancanza di risorse, nella città che perde ogni giorno un pezzo del suo significativo passato a causa dei crolli avvenuti nel suo Centro Storico.
La spesa prevista per la realizzazione della struttura è appunto 160 milioni di euro per collegare 2 città con una popolazione complessiva di poco più di 100.000 abitanti (40.000 mila dei quali quotidianamente dovrebbero usare la metro), con un investimento UE di quasi 110 milioni di euro che rientrano negli oltre 24 miliardi previsti e destinati alle regioni del Mezzogiorno per il periodo 2014-2020, cifra che va raddoppiata con la quota di cofinanziamenti italiano. Ogni euro di questa grandissima quantità di denaro costa alle persone 2 euro: uno da versare all’UE ed 1 euro come cofinanziamento arrivando così a pagare 2 volte i fondi strutturali.
Il costo di gestione previsto è di 3 milioni di euro annui, la cui possibilità effettiva di copertura tramite l’utenza è non solo improbabile ma impossibile. Quello che ad oggi è certo è che i Comuni di Rende e Cosenza si sono impegnati a farsi carico dei costi per un ammontare di 19,5 milioni di euro per “assicurare la copertura finanziaria a concorrenza del costo totale degli investimenti programmati, mediante contributo a carico dei Soggetti gestori dell’opera”. In una fase in cui il Comune di Rende è nel bel mezzo di una procedura di pre-dissesto finanziario e le tasse sono già al massimo delle aliquote fissate dalla legge, mentre il Comune di Cosenza non si è visto approvare dai revisori contabili l’ultimo bilancio.
Provocatoriamente potremmo dire che in città nordiche ben più estese della nostra hanno già risolto il problema della mobilità investendo in piste ciclabili. Altro aspetto fondamentale da non dimenticare è quello ambientale.
Dal punto di vista ambientale non hanno senso alcuno le citazioni fuorvianti che sono state fatte del Protocollo di Kyoto e della Conferenza di Parigi. Tali accordi che puntano ad una riduzione dei gas serra nelle nostre città, asseriscono pure che il grosso di essi (circa il 30%) è creato nei processi di produzione di energia elettrica necessaria ad alimentare per esempio la metropolitana leggera. Vanno poi aggiunti anche i “gas fluorurati”, gas che normalmente vengono utilizzati anche nei sistemi di aria condizionata previsti sui vagoni di ultima generazione della metropolitana leggera e che, se da una parte è vero che contribuiscono solo per l’1,5% delle emissioni totali di gas inquinanti, dall’altra è altrettanto vero che sono però estremamente potenti, poiché in grado di trattenere in atmosfera fino a 22.000 volte più calore dell’anidride carbonica, e a rimanervi per millenni. A questo si deve aggiungere naturalmente l’inquinamento acustico nonché le vibrazioni dovute al passaggio della vettura.
Invitiamo la popolazione universitaria tutta e la cittadinanza dell’area urbana a partecipare al dibattito, affinchè si possa sviluppare una discussione aperta rispetto alla questione metro.”
Interverranno:
-Camillo Giuliani – GIORNALISTA
-Mario Pescatore – COMITATO NO METRO
-Antonino Campennì – RICERCATORE E DOCENTE DISPeS
-Italo Romano – Ingegnere Ambientale – COMITATO AMBIENTALE PRESILANO
Collettivo Autonomo ControVerso