Coop, Consip e la Fondazione Open. Una saga giudiziaria tutta in famiglia (Renzi)

(di Tommaso Rodano – Il Fatto Quotidiano) – Le colpe dei padri non ricadono sui figli. E nemmeno quelle di madri, sorelle, cognati… Sta di fatto che la letteratura giudiziaria sulla famiglia di Matteo Renzi inizia ad assumere proporzioni omeriche. La notizia di ieri è l’ultima goccia di un vaso già traboccante: il papà Tiziano, la mamma Laura Bovoli e la sorella Matilde sono stati rinviati a giudizio per presunti reati fiscali nella gestione della società di famiglia Eventi6 Srl. Le indagini sui Renzi sono un filone giornalistico in stile giorno della marmotta: si aggiungono nuove accuse in continuazione, è difficile ricordarle tutte e distinguerle l’una dall’altra.

Se l’ultima imputazione riguarda la Eventi6, appena due mesi fa, mamma e babbo Renzi erano stati rinviati a giudizio (sempre a Firenze) in un’inchiesta parallela per bancarotta di altre tre cooperative amministrate di fatto, secondo l’impostazione dei pm, dai coniugi rignanesi: “Delivery Service Italia”, “Europe Service” e “Marmodiv”. L’ipotesi è che queste tre “scatole” siano state costituite per permettere alla Eventi6 di poter utilizzare lavoratori dipendenti ma senza farsi carico dei costi fiscali e previdenziali, tutti messi in conto alle tre cooperative.

Il viaggio nelle cronache giudiziarie procede a ritroso: il 7 ottobre 2019 il tribunale di Firenze ha condannato in primo grado a un anno e 9 mesi di reclusione, di nuovo per fatture false, la premiata ditta Tiziano&Laura. Il processo d’appello inizia il mese prossimo. Sembra sempre lo stesso episodio, invece è un’ulteriore vicenda nell’epopea imprenditoriale dei Renzi: due fatture “per uno studio di fattibilità inesistente” (secondo l’accusa) emesse dalle loro società Eventi6 e Party Srl per quasi 165mila euro, pagate dal “re degli outlet” Luigi Dagostino, anche lui condannato in primo grado a due anni.

I Renzi sono noti anche alla procura di Cuneo. O almeno la sola signora Bovoli che qui è a processo con l’accusa di concorso in bancarotta documentale per i rapporti della solita Eventi6 con la ditta di volantinaggio cuneese Direkta. Il processo è iniziato nel giugno 2019 e almeno fino a febbraio – scrive Repubblica Torino – mamma Laura risulta “imputato fantasma”: non si è mai presentata nemmeno a un’udienza.

Nonostante le allusioni di Matteo, i guai dei genitori risalgono a fatti contestati che risalgono a prima che lui diventasse “famoso”. Dalla fine degli anni ’90, l’amministrazione delle aziende di famiglia era stata oggetto di multe e condanne civili: Chil, Speedy, Arturo Srl; la galassia delle società renziane è stata sanzionata per mancati versamenti di contributi, licenziamenti illegittimi, una gestione spregiudicata dei rapporti di lavoro. Nella renzeide la medaglia d’oro appartiene all’inchiesta Consip, la prima a mettere in crisi l’egemonia di Matteo nel momento forse di massimo splendore. Il protagonista di famiglia è di nuovo papà Tiziano, accusato di traffico d’influenze e turbativa d’asta in merito a due gare: l’appalto Fm4 indetto da Consip (del valore 2,7 miliardi di euro) e la gara per i servizi di pulizia bandita da Grandi Stazioni. Per lui la procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione, respinta dal Gip Sturzo che ha disposto nuove indagini. Ora Tiziano Renzi sta affrontando l’udienza preliminare.

Nel quadro di famiglia non si può non citare il cognato di Matteo, Andrea Conticini (marito della sorella Matilde): lo scorso 18 marzo è stato rinviato a giudizio nell’ambito di in un’inchiesta che ipotizza la sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa. Conticini, in particolare, è accusato di reimpiego di denaro di presunta provenienza illecita perché, in qualità di procuratore speciale del fratello Alessandro, munito di una procura speciale datata 2010, nel 2011 avrebbe utilizzato parte del denaro destinato all’Africa per l’acquisto di partecipazioni societarie, tra l’altro, della solita Eventi 6 srl. Povero Matteo, è circondato. Lui che in fondo se ne sta lontano dai guai dei tribunali. E, al momento, può vantare giusto l’indagine per finanziamento illecito nell’inchiesta sulla Fondazione Open, il motore economico del Giglio Magico e della scalata al potere nazionale. Altri tempi.