Il generale, Rapani e Fitto: storia di un accordo balordo
La nascita della città di Corigliano-Rossano ha avuto un leit-motiv preciso: la fusione andava fatta per riportare la centralità delle decisioni sul territorio e contrastare la politica cosentina. Questa linea veniva sposata anche da quegli esponenti politici che, con la politica cosentina e romana, camminavano a braccetto da decenni. E questo legame simbiotico, che a sentir loro doveva essere rotto proprio per favorire la crescita piena della nuova città, è stato (ed è) “forte” soltanto a chiacchiere, che, si sa, in politica, sono all’ordine del giorno.
E, se nei mesi passati, più voci s’affrettavano a smentire convergenze ed alleanze all’interno del centrodestra, che sia tra i partiti o che sia tra i vari “patti sociali” ed i movimenti, anche alla base di scorie e querele giudiziarie che erano intercorse tra i vari Rapani, Caputo, Antoniotti e Graziano, ad un certo punto i movimenti e le nuove alleanze romane hanno imposto nuovi percorsi. Quanto, questi percorsi, siano unitari lo hanno già detto i voti… disgiunti del primo turno delle elezioni.
Da qualche tempo ormai Raffaele Fitto ha definitivamente abbandonato Forza Italia e Berlusconi ed è entrato, con tutto il suo entourage, in Fratelli d’Italia, sia pure dalla porta secondaria. Anche in considerazione dei rapporti che da tempo intercorrono con il generale Graziano, che proprio da Fitto fu sponsorizzato ai tempi della sua candidatura regionale in Forza Italia, proprio a lui si è rivolto per “costringere” il riottoso Rapani, responsabile regionale di FdI, a riporre le armi ed ad accettare, subire sarebbe più giusto, un’alleanza per le amministrative che mal sopporta. E infatti il generale, per “addolcire” la pillola, ha anche rimesso le querele presentate contro Rapani ai tempi delle amministrative rossanesi.
Quello che appare evidente è che, mentre per mesi Giovanni Dima, esponente di spicco di FdI ma “tifoso” della prima ora del generale, cercava di ricucire, con risultati pessimi, lo strappo tra Rapani e Graziano, reso ancora più duro dalla scelta di Graziano di appoggiare Ferdinando Aiello (Pd) alle ultime politiche, negando a Rapani l’aiuto chiesto, oggi gli interessi e le amicizie romane del generale imponevano quest’alleanza. Alla faccia dell’indipendenza del territorio. Ed è chiaro che, proprio in FdI, quest’imposizione non è stata sopportata da tutti i sostenitori e il voto disgiunto ha dilagato dappertutto imbarazzando tutti e facendo impazzire di rabbia il “povero” generale che in queste ore minaccia denunce anche alle… pietre sulle quali inciampa!
E’ chiaro che quest’accordo ha avuto ripercussioni che riguardano anche le Europee, che hanno favorito proprio Fitto, che nulla ha a che vedere con il territorio sibarita, e potrebbe avere ripercussioni anche a livello regionale, anche se li sembrerebbe che il niet di Occhiuto e Gallo verso il generale ballerino – abituato a cambiare partner ad ogni giro di valzer – sia davvero difficile da superare.
Immaginare che sulla figura del generale Graziano possa ricompattarsi l’intero centrodestra sembrava quindi già alla vigilia del voto non solo difficile ma impossibile. Del resto, già la prima prova di forza fatta con l’iniziativa tra Natale e Capodanno aveva colpito molti. Anche se poi altrettanti avevano notato come, tra quei 600 ospiti, ben pochi erano i rossanesi ed ancora meno i coriglianesi.
A riprova di questo potrebbe essere presa in considerazione la manifestazione di due giorni dopo, che aveva il generale ed alcuni esponenti a lui molto vicini tra i protagonisti, e che ha visto la partecipazione di poche decine di persone. Risultava altresì complicato immaginare come potesse l’ex sindaco Antoniotti essere in prima fila tra i sostenitori di chi lo ha defenestrato vigliaccamente da un notaio, il generale appunto. E Antoniotti da mesi ormai vene preso in giro da migliaia di persone, alcune delle quali hanno postato i suoi comizi contro il generale facendogli perdere ancora più credibilità.
Naturalmente capiamo come ci fossero alla base di queste pacificazioni a chiacchiera interessi che ben poco hanno a che vedere con i destini di questa città e che andrebbero spiegati anche da un punto di vista politico. Come può essere che, chi dai palchi si lanciava accuse di contiguità criminosa, oggi possa riuscire a costruire un rapporto politico? Immaginiamo che ci siano una serie d’interessi a cui qualcuno dovrà dare soddisfacimento. Se poi, questi, siano anche vantaggiosi per la comunità di Corigliano-Rossano è tutto da vedere.
Con queste basi, gettate ampiamente lontano da Corigliano-Rossano, si preannunciano giorni in cui molti dovranno o ingoiare amari rospi oppure dimostrare la propria indipendenza. E sono in tanti (quasi tutti, a dire il vero) a pronosticare tempi durissimi per il generale. Perché ormai tutti (ma proprio tutti, stavolta) hanno capito che se il generale non ha vinto al primo turno – come in effetti è accaduto -, al ballottaggio perderà. Con buona pace di questo accordo balordo e, oseremmo dire, disgiunto…