Corigliano-Rossano, allarme criminalità: lo Stato schiera in campo un Battaglione d’eccellenza

Arrivati a Corigliano-Rossano i militari del 14° battaglione carabinieri Calabria di Vibo Valentia. E’ questa la prima risposta i termini di presenza tangibile dello Stato all’indomani del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza convocato dal Prefetto di Cosenza a seguito degli atti incendiari che hanno colpito la Sibaritide e che hanno visto tra i destinatari delle intimidazioni oltre a professionisti e imprenditori anche il giornalista Luigi Cristaldi e la presidente del Consiglio Comunale Marinella Grillo.

Lo stesso Prefetto lo aveva annunciato al margine della riunione: più uomini e mezzi. E così è stato. Il 14º Battaglione Carabinieri “Calabria” è uno dei reparti costituenti l’organizzazione mobile dell’Arma dei Carabinieri. E’ stato istituito il nel 2017 a Vibo Valentia ed è alle dipendenze dirette della Prima Brigata mobile carabinieri. Si tratta di un corpo dell’Arma altamente addestrato e qualificato nei settori del controllo del territorio e della gestione dell’ordine pubblico. Il loro arrivo, nella giornata di ieri, non è passato inosservato in città, dove fin dal mattino, in più punti, sono presenti presidi delle forze dell’ordine a pattugliare il territorio.

Subito dopo il loro arrivo in città si è tenuta già una prima riunione operativa nella sede del comando territoriale a Corigliano alla presenza del tenente colonnello Marco Filippi, per fare il punto della situazione che prevede diverse criticità e situazioni da attenzionare, oltre a quello del fenomeno della “anonima incendi” che, ovviamente, è l’aspetto più visibile e tangibile dei tentacoli della criminalità che lavora però anche e soprattutto sotto traccia e al buio, facendo le sue mosse dal “dietro le quinte”.

I militari soggiorneranno in città nella due aree urbane lavoreranno in sinergia con azioni mirate assieme alle forze dell’ordine cittadine che finora si sono spese e continueranno ad impegnarsi quotidianamente per assicurare la tranquillità ad una comunità la cui serenità è stata minata da una serie di episodi criminali, sdoganando anche la via di utilizzare proprio gesti incendiari per risolvere anche controversie di natura privata senza affidarsi alle vie della legalità. Una pratica che per quanto non afferente all’alveo della criminalità organizzata, comunque alimenta un clima di paura e deve essere condannata e fermata, perché il ripristino della legalità e delle corrette pratiche di convivenza civile passano anche da questo incrocio. Fonte: Gazzetta del Sud