“L’omertà non è solo quella mafiosa, ma c’è quella istituzionale che è più grave”. Queste sono le parole di Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, trucidato dalla mafia e dallo stato deviato appena trent’anni addietro e, che nella loro cruda attualità ci danno un altro punto di partenza nella narrazione del sacco sulla sanità calabrese.
Nel nostro viaggio nel pianeta delle scimmie ammaestrate e delle fate ignoranti(ssime) abbiamo in parte svelato il reticolo di complicità che sovrintendono al bene della salute dei calabresi. Abbiamo trovato il covo dei ladruncoli, quelli con il colletto bianco da sempre in vendita e dei più titolati avvoltoi, tutti felicemente acquattati nel Dipartimento alla Salute della regione Calabria.
Abbiamo affermato, senza ombra di smentita alcuna, che la sanità calabrese è materia della massomafia che, insieme ad altre forze esterne ai confini regionali, hanno decretato il fallimento pilotato della sanità pubblica, con la complicità del presidente e commissario Roberto Occhiuto.
La rivoluzione annunciata della “Calabria che l’Italia non si aspetta” è già defunta sotto il peso delle complicità, dei grandi gruppi sanitari italiani, dei piccoli squali in terra calabra e degli interessi da garantire della casta ecclesiastica che crea ricchezza con le disgrazie altrui, ovviamente il tutto condito dai faccendieri politici delle ‘ndrine locali. Il primo passo, il più eclatante e non certo per capacità gestionali ma solo per pedigree criminale, è stata la nomina del professore Giuseppe Profiti come dominus assoluto di Azienda Zero: il vero braccio tentacolare per il compimento della bancarotta pilotata della sanità calabrese. Oggi è passato a miglior vita e poiché è in pieno svolgimento un patetico tentativo di “santificarlo”, è bene che si ricordi ai calabresi la sua “opera”.
Noi l’abbiamo scritto e non siamo stati creduti. I fatti però continuano a darci ragione. La guerra era diventata spietata al terzo piano della Cittadella regionale, nei corridoi del Dipartimento alla Salute, dove le fazioni capeggiate dalle fate ingnoranti(ssime) si davano battaglia, per la ricerca di un posto al sole e per garantire i loro danti causa. Il direttore generale della sanità regionale, Jole Fantozzi, aveva addirittura riacquistato la parola e, sempre per la creatività di interposta persona, aveva rassicurato i calabresi sulle misure di contenimento del Covid-19, confermando di essere una pedina in mano e in combutta con il presidente Occhiuto ed il prof. Profiti. Insomma, una inutile stampella agli ordini della massomafia sanitaria. Figuratevi adesso che bisogna mettere qualcuno al posto del defunto Profiti…
Ma torniamo al tema principale. L’assassino ritorna sempre sulla scena del crimine: l’Ospedale Bambino Gesù is back!
La notizia era uscita sul BURC della Regione Calabria, il n. 137 del 13 luglio 2022 dove veniva pubblicata la deliberazione di giunta 303 del 08.07.2022, avente oggetto: “Atto di indirizzo finalizzato all’istituzione e rafforzamento di una rete pediatrica multidisciplinare per conseguire il miglioramento delle attività pediatriche nella Regione Calabria e per la riduzione della migrazione sanitario dei piccoli pazienti verso altre regioni”. Poi è stata ufficializzata con tanto di comunicato stampa e fotografia di rito alla presenza della “cardinalessa” Enoc, la “capa” dell’ospedale, addirittura del ministro (adesso non più grazie a Dio) Speranza e del re dei parassiti (notare la posizione delle mani dei… Nostri).
E il giorno dopo (più veloce della luce!!!) si era proceduto in tempi record alla firma e al “deposito” della “pila”….
Sburocratizzando i termini significa che la Regione Calabria ha nuovamente versato un pacco (o un sacco, fate voi) di soldi all’Ospedale Bambino Gesù apparentemente per risolvere la migrazione sanitaria e quindi dare una botta al rialzo ai LEA, ma fondamentalmente solo per continuare a drenare risorse verso la cupola romana, rieditando la truffa che il buon Profiti, sempre per le stesse motivazioni di facciata e sempre per le stesse patologie, attuò qualche anno addietro con l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Il risultato della convenzione Profiti è quello di cui abbiamo già parlato, conclusosi con una transazione bonaria di 1,3 milioni di euro, nonostante l’interruzione della convenzione a causa dei dubbi sollevati dagli uffici dell’ospedale catanzarese.
La “nuova” convenzione che porta la firma del parassita (sociale) Roberto Occhiuto e del presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, la cardinalessa del Vaticano, ripropone lo stesso schema della truffa a targa Profiti, con l’aggravante che in questo ultimo schema non sono previsti gli interventi a basso livello, quelli che erano la cartina al tornasole di una gestione a mezzo servizio, inutile e che andava in ferie ogni fine settimana.
Si tratta insomma della creazione di un ambulatorio diffuso a vantaggio del Bambino Gesù, senza un’organizzazione con gli ospedali calabresi, che diventano soltanto una piattaforma di prenotazione, tale da realizzare generosi DRG a vantaggio della sanità vaticana. Importante sarà capire presso quale ospedale calabrese, immaginando le strutture Hub, verrà consumato il crimine, considerando che il terreno è fertile a Reggio Calabria oppure a Cosenza, salvo non ritentare di zappare la vigna del Signore nuovamente nel Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.
La cifra stanziata non è certamente modesta, anzi risponde come sempre alle aspettative dei falchi della sanità, quelli che usano la Calabria quasi fosse il pozzo di San Patrizio, grazie alle complicità della politica ed all’incapacità dei burocrati, acquistabili un tanto al chilo. Si parla di 5,2 milioni di euro per una convenzione che non produce ricadute sul territorio, se parliamo di formazione e di creazione in loco, migliorandone le competenze, di profili professionali esistenti. Come abbiamo detto è solo e soltanto un grande ufficio di prenotazione, un’agenzia di viaggio sanitario con destinazione Roma.
Viene demandata al Dipartimento alla Salute la programmazione delle azioni e delle finalità della convenzione… in sintesi il tutto avrebbe dovuto essere partorito dalla fata ignoranti(ssima), Jole Fantozzi, che è già incapace di suo, ma che appone la sua firma sull’atto deliberativo in questione, che è certamente complicato e che, visto l’andazzo del Dipartimento, muore sul nascere garantendo solo ed esclusivamente il profitto agli amici del prof. Giuseppe Profiti.
Giusto per chiudere senza alimentare la sensazione di nausea, nella deliberazione delle nuova convenzione-truffa, si parla di telemedicina (!?!). Quell’obiettivo sconosciuto in una regione incapace di generare flussi veritieri, lasciati peraltro nelle mani di sconosciuti e pericolosi attori, che hanno avuto il gradimento ed il riconoscimento della signora dei dosimetri.
Questa è la Calabria che non ti aspetti, dove i valori LEA vengono giocati alle tre carte in qualche vicolo di Vibo e dove la bancarotta della sanità regionale è camuffata dietro l’angolo con la firma di Occhiuto e della banda dei gaglioffi suoi complici.