Corigliano-Rossano, alluvione 2015: i risultati di 20 anni di politica ignobile e clientelare
Qualcuno vorrebbe farne una questione tecnica, altri giuridica: siamo profondamente convinti che quanto accaduto sia una questione prettamente politica.
È della classe politica degli ultimi 20 anni la responsabilità di aver concesso la costruzione di stabili privati in ogni dove nel territorio cittadino, laddove c’erano alberi secolari o al margine dei torrenti e delle fiumare, alle volte come nel caso del torrente Inferno, persino sopra i torrenti. Ed è responsabilità della classe politica non aver provveduto a controllare e ristrutturare gli argini, a verificare ed effettuare la pulizia dei torrenti, a verificare ed eventualmente realizzare interventi di sistemazione idrogeologica.
Qualcuno, soprattutto qualche ex-amministratore che svolge attività professionale proprio nel campo del cemento, cerca di glissare sulla questione dell’edilizia, e non parliamo solo di quella abusiva, ma anche e soprattutto di quella “legale”. Perchè? Ovvio: parliamo di una classe dirigente che ha mangiato con l’edilizia come un branco di dinosauri per 20 anni, facendo lavorare una cerchia ristretta di aziende e di professionisti, devastando il territorio ed ingrassando a dismisura i propri portafogli. Diciamo la verità: a qualcuno stava bene perché raccattava le briciole, ed ora quelle briciole si sono trasformate in tonnellate e tonnellate di fango, purtroppo anche per migliaia di cittadini che, invece, lavorano onestamente e faticosamente in un territorio già ostico. A quei cittadini ci rivolgiamo, non ad altri: ora è il momento di chiudere con questa gente.
Siamo d’accordo con chi dice che non è colpa solo di questa amministrazione, la quale resta comunque la peggiore della storia della nostra città. Ma qualcuno dimentica che era il 1995 quando il sindaco (Antoniotti, ndr) faceva proprio l’assessore ai lavori pubblici nella prima giunta Caputo? Quella era la consiliatura dei sottopassi (piscine?) e delle costruzioni selvagge sui torrenti, ma anche – dobbiamo riconoscerlo – delle demolizioni delle centinaia di stabili abusivi dell’era Caracciolo, uno che è stato sindaco dal 1983 e che ora, dopo aver oppresso come una cappa la comunità per quasi un decennio, veste goffamente i panni del verginello. Era il 1997 quando l’architetto Rapani faceva l’assessore all’urbanistica, oltre ad aver fatto il consigliere al fianco di Caputo per più di un decennio.
Riteniamo necessario che si torni a perseguire, anche nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica, l’interesse della collettività a cui in questi anni è stato costantemente contrapposto l’interesse di una cerchia ristretta di speculatori: l’edilizia sia il mezzo con cui migliorare lo stato di un territorio e le condizioni di vita di chi lo abita, ristrutturando, abbellendo, consolidando, integrando la città, e non lo strumento di devastazione senza controllo che è stato in questi decenni.
Attendiamo con fiducia l’esito delle indagini della magistratura, apprendendo favorevolmente la nomina di un professionista come Tansi che aveva già ripetutamente denunciato lo stato di incuria del nostro territorio anche collaborando con l’associazione “Libera”, ma è evidente che non c’è bisogno di alcun processo per riconoscere delle lampanti, gravissime ed inconfutabili responsabilità politiche per cui non c’è scarica barile che tenga.
Chiederemo, comunque, alla luce di tutto quanto denunciato in questi anni, un incontro all’Autorità Giudiziaria per collaborare e segnalare, ancora una volta, anomalie inspiegabili come il restringimento drastico del torrente Inferno, il riversamento di tonnellate di terra di riporto dai cantieri nei torrenti e nelle strade dello scalo, l’assoluta e più volte denunciata mancata manutenzione di argini e letti di torrenti, fiumare e canali.
Come altri, anche noi siamo pienamente convinti che la comunità rossanese si rialzerà ed andrà avanti, ma non per le feste o per i finti sorrisi: ci rialzeremo chiudendo con un ventennio di politiche squallide ed ignobili e rinnovando interamente la classe dirigente ed il modo di amministrare, difendere e valorizzare il nostro splendido territorio.
Movimento TERRA e POPOLO; settembre 2015